22 febbraio 2022

LA MANCANZA DI OPPOSITORI FA PERDERE L’OLFATTO?

Perché i soldi un odore ce l’hanno


amoroso

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Ricordate Lawrence d’Arabia? Anthony Quinn vi interpreta la parte di un capo beduino che si associa all’avventura dell’agente segreto inglese nella vittoriosa impresa contro i turchi. Terminata la battaglia decisiva, razziato il bottino, il capo beduino salta su di uno splendido cavallo bianco e torna nella sua parte di deserto. La fortuna vuole che, poco tempo dopo, quell’arida landa divenga una moderna Bengodi perché il suo sottosuolo risulta pieno di petrolio.

Un nipote di quel capo beduino, nel 2019, ha cercato di fare un salto di qualità: ha versato più di tre milioni di euro per entrare nel Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala. L’operazione stava per andare in porto, poi è saltata e i soldi sono stati rispediti al mittente con una motivazione formale miserevole.

Di recente due gruppi esteri, in concorrenza fra loro (ma non si sa mai, un accordo lo possono sempre trovare, vista la comunanza degli interessi in gioco) hanno lanciato l’assalto allo stadio di San Siro per ragioni espressamente riferite ad una colossale speculazione finanziaria. Come si è visto anche l’altra sera in occasione di Inter-Liverpool, lo stadio attuale non ha affatto bisogno di essere demolito: è bello, funzionale, si vede bene da qualunque posto tu abbia scelto (e pagato profumatamente) perché non c’è la pista di atletica, il terreno di gioco è stato appena rifatto con successo. 

Allora, perché demolirlo? E’ semplice: perché le squadre di calcio di tutto il mondo hanno ormai costi insostenibili e, quindi, occorre creare intorno alle partite (che ormai si possono vedere anche solo in TV a costi accettabili) un mastodontico mercato secondario. L’obiettivo dichiarato, trasparente, copiato dall’Inghilterra, che è all’avanguardia nel settore, è di far andare allo stadio durante i giorni feriali migliaia di polli da spennare. Un esempio per tutti: quale figlio di tifoso juventino non ha in casa una maglietta bianconera con il numero 7 e la scritta Cristiano Ronaldo? Peccato che quel giocatore non faccia più parte di quella squadra, per cui la maglietta è da buttare (anche perché, nel frattempo, il bambino è cresciuto). 

La stessa cosa vale per Messi: non gioca più per il Barcellona. Quanto a Mbappè, che ha appena segnato il gol della vittoria per il PSG contro il Real Madrid, si appresta a passare dalla prima alla seconda. Ma i polli vanno spennati comunque e molto accuratamente, per cui oltre ai negozi debbono esserci i luoghi di ristoro, dove ingozzare le famiglie con le schifezze all’americana, e via andare.

In questi ultimi giorni, poi, è emersa l’operazione Iside: contro un compenso oscillante fra i 4 e i 5 milioni di euro il Teatro alla Scala avrebbe dovuto portare in tournée in Egitto e dintorni musica sinfonica, balletti e La traviata. Iside, come è noto, era la maga per eccellenza, tanto che era riuscita, così si dice, a far resuscitare il marito Osiride. Forse negli ambienti del massimo teatro del mondo si pensava che, chiamando Iside l’’intrigo, si sarebbe potuto cancellare la memoria del caso Regeni. Sta di fatto che la ferma opposizione degli orchestrali e dei lavoratori tutti del teatro ha fatto saltare l’operazione.

Vespasiano (imperatore dell’antica Roma) ha detto Pecunia non olet (i soldi non hanno odore). Non è affatto vero: certo soldi un odore ce l’hanno, eccome. Ce l’hanno quelli che arrivano da paesi in cui i diritti civili sono quotidianamente calpestati, fino a perpetrare delitti rimasti impuniti. Ce l’hanno quelli dichiaratamente destinati a spennare i comuni mortali con insensati oggetti di consumo. 

Tutto questo è evidente e di facile lettura. A noi cittadini milanesi di medio livello. Ma evidentemente non a Sala, Sindaco di Milano e Presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala. Non sarà che il Covid 19, aggredendolo ma lasciandolo asintomatico, come subdolo effetto collaterale gli ha fatto perdere l’olfatto? Se è così, me ne dispiace e gli auguro pronta guarigione. Un’altra interpretazione conduce alle alte sfere della politica: da tempo, il nostro vince alla grande; non sarà che patisce la mancanza di seri oppositori? 

Comunque sia, il problema non è suo, ma di noi tutti, perché Errare humanum est, perseverare autem diabolicum (sbagliare è umano, ma insistere è diabolico – Sant’Agostino).

Pippo Amoroso

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