25 gennaio 2022

QUESTIONE STADIO SAN SIRO E DIBATTITO PUBBLICO

La partecipazione informata e gli arbitri indipendenti


cortiana (5)

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Oltre ai rendering niente per il San Siro Meazza. Perciò il sindaco Sala, incalzato dalle numerose sollecitazioni della sua maggioranza e dai ricorsi presentati al TAR, deve aver ritenuto impraticabile “l’eventuale richiesta alla Regione” di derogare all’applicazione del Dibattito Pubblico sul nuovo stadio e sulle costruzioni commerciali connesse per ragioni legate all’emergenza Covid 19. 

Sala ha detto: “A mia opinione il dibattito pubblico va fatto ma bisogna trovare le formule giuste, anche nell’interesse delle squadre, dando loro garanzia della durata del dibattito. Non è mia intenzione continuare a buttare la palla in tribuna. Avevo detto alle squadre, quando eravamo in campagna elettorale, che giudicavo sbagliato in quel momento in cui tutto poteva venire strumentalizzato, affrontare la questione stadio. Ma una volta rieletto, come avete visto, l’ho affrontata e non ho certamente mancato ai miei doveri”. 

Qui sarebbe un esercizio inutile fare notare al sindaco che proprio la campagna elettorale sarebbe il momento dove confrontare i diversi indirizzi per il futuro della città che le coalizioni e i candidati sindaco si prefiggono di realizzare laddove vincenti. I cittadini elettori dovrebbero poter conoscere per scegliere consapevolmente chi votare, questo è un dovere pubblico. Adesso l’unica domanda che vale la pena fare rispetto alle dichiarazioni di Sala, rassicuranti sia i fondi proprietari di Milan e Inter sia il Consiglio Comunale, riguarda il ‘Buttare la palla in tribuna’. Quando mai sindaco? Anzi, c’è stata una preparazione del campo di gioco, cioè del PGT, per le due società attraverso l’intervento di una manina. Un colpo di mano che l’assenza di VAR (video assistenza remota) e replay ha lasciato nell’anonimato e che il vicepresidente dell’associazione Gruppo Verde San Siro, Pippo Amato, ha invece rilevato. 

L’area di San Siro, 29 ettari, di proprietà comunale, nel PGT è una delle Grandi Funzioni Urbane (GFU), art. 16 del piano dei Servizi,  quelle destinate  “… alla localizzazione di rilevanti funzioni per servizi pubblici e/o di interesse pubblico o generale, per attrezzature pubbliche, nonché per funzioni, anche private, aventi carattere strategico.“. Per il solo GFU di San Siro interviene la manina o la dettatura di qualcuno, così al comma 2 è stato aggiunto “Per l’ambito GFU di San Siro a prevalente proprietà comunale, il Consiglio Comunale può autorizzare, ai sensi del comma 3, la realizzazione di Grandi Strutture di Vendita tra le funzioni urbane accessorie o comunque compatibili, necessarie a garantire la sostenibilità finanziaria della stessa GFU, senza necessità di variante urbanistica. “ e al comma 3 si dice che “Per il solo ambito di San Siro è ammesso l’insediamento di GSV (Grandi Strutture di Vendita) entro l’indice di edificabilità massimo previsto al comma 2, senza ulteriore autorizzazione da parte del Consiglio Comunale. “. La palla è in rete signor Sindaco, altro che in tribuna.  I fondi proprietari delle squadre già vedono i 75 mila mq di centro commerciale, i grattacieli e gli uffici: trattasi di ciccia, mica di un rendering nei pascoli disegnati. 

Il sindaco forse pensa che tutto è bene quel che finisce bene e che lo svolgimento del Dibattito Pubblico costituirà una rimozione catartica della questione San Siro dal Consiglio Comunale, ma la destrezza della manina sul PGT potrebbe rivelarsi maldestra.

Ora ci sono l’impegno a promuovere il Dibattito Pubblico, i ricorsi al TAR depositati, l’interrogazione al Parlamento Europeo sull’aiuto di Stato presentata, in via di definizione l’Udienza Pubblica sulla qualificazione dello stadio esistente e dell’area circostante, così come il testo del Referendum Propositivo.

E’ vero, il Dibattito Pubblico, introdotto dal nuovo Codice degli Appalti, prevede la partecipazione dei soggetti privati alle scelte delle istituzioni con l’intento di una  riduzione delle distanze con il decisore pubblico, poi la decisione spetta all’amministrazione proponente. Se non si vuole trasporre nelle procedure di confronto dell’Amministrazione la simulazione, come nei photoshop nei rendering pubblicati dai quotidiani, il Dibattito Pubblico deve garantire trasparenza e partecipazione informata effettive da parte dei cittadini.  

Per questo il Codice degli Appalti prevede che il Dibattito Pubblico si svolga nella prima fase del progetto di fattibilità di un’opera, dove si analizzano le alternative progettuali e non è stata ancora decisa la soluzione ottimale. Per questo deve essere gestito e organizzato da un soggetto indipendente dall’amministrazione aggiudicatrice, dalla società di progettazione, dagli enti locali e da eventuali altri portatori di interesse. 

Al Dibattito Pubblico devono poter partecipare tutte le associazioni e i cittadini interessati, dura quattro mesi e deve essere preventivamente garantita  la disponibilità dei materiali informativi utili al confronto: dai progetti ai dossier di progetto presentati dai proponenti, che illustrino le caratteristiche tecniche e gli impatti sul territorio delle opere,  a quelli valutativi  degli impatti redatti da realtà indipendenti, da associazioni e comitati dei cittadini. 

Occorrono luoghi dedicati, come Urban Center presso i nove Municipi, un sito Web interattivo per partecipare anche on line con una piattaforma per porre quesiti, condividere opinioni, contributi, temi di discussione, con la diretta degli incontri. Con  un calendario degli incontri pubblici e un’ampia informazione della popolazione coinvolta. Ciò significa altresì il coinvolgimento informato delle amministrazioni e dei cittadini del Comuni Metropolitani e del Consiglio Metropolitano. 

Il fatto che il sindaco Sala e la sua Giunta abbiano confermato la dichiarazione di pubblico interesse per la ‘demolizione San Siro-nuovo stadio-edilizia commerciale’ non può costituire una ipoteca sulla discussione dei progetti e sulle scelte. I ricorsi, l’interrogazione parlamentare, l’udienza pubblica e il referendum, sono, quindi, la garanzia del diritto di conoscere, partecipare, scegliere consapevolmente. Nel massimo della consapevolezza diffusa e con l’espressione da parte dei cittadini il Consiglio Comunale deve poter alla fine confermare i progetti, quelli reali, dei fondi proprietari di Milan e Inter, deve poterli modificare o, invece, deve poter qualificare altrimenti il Meazza San Siro e l’area di proprietà pubblica circostante con la partecipazione informata dei cittadini. Dopo il risicato 47% di partecipanti al voto per Sindaco e Consiglio, se non ora quando praticare la democrazia partecipata?

Fiorello Cortiana

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