25 febbraio 2021

COME SI DEFINIRÀ IL MONDO NEI PROSSIMI MILLE ANNI

Un libro di Giovanni Vannini


savoiaProviamo a fare un gioco e per un momento fingiamo di essere ancora in una vita normale, senza restrizioni da Covid. Vi sembra fantascienza? Forse lo è. Comunque, prendete il vostro smartphone, quello che una volta chiamavate telefonino e che usavate per avvisare casa di un ritardo o al massimo per mandare un sms ai vostri figli chiedendo loro dove fossero e come mai si trovassero ancora in giro a quell’ora improbabile. Come sapete, adesso quell’aggeggio è diventato un computer portatile facilissimo da utilizzare e con una capacità di memoria che soltanto pochi decenni fa non avevano neppure i grandi elaboratori dei centri spaziali.

Lo prendete e organizzate una sera con chi volete: prenotate il ristorante e l’auto che vi verrà a prendere. Già che ci siete, pensate che non sarebbe male gettare le basi per un weekend con i fiocchi e riservate una camera doppia, naturalmente con vista lago, in quel delizioso e antico hotel affacciato a picco sulle sponde del Garda.

Fatto? Ok, sono bastati pochi clic. Tutto facile, tutto terribilmente comodo, tutto fatto velocemente dalla vostra scrivania o dal divano. Terminate queste operazioni, rese possibili da una tecnologia molto user friendly, riponete l’oggetto e chiudete gli occhi pregustando tutte le belle cose che avete testé pianificato. Voi avete finito la vostra parte e certo non state a pensare che proprio in quel momento si è messo in moto un gigantesco quanto complesso meccanismo basato su algoritmi ed impulsi elettronici; non sapete, o se lo sapete non ci pensate con la dovuta attenzione, che in tempo reale vi è stato “cucito” addosso un vestito che tiene conto – molto conto – dei vostri gusti, delle vostre disponibilità economiche, del vostro status e forse anche dei vostri orientamenti sessuali o religiosi, che un’entità neanche tanto misteriosa ha recuperato andando a curiosare tra le vostre attività nei canali social, se ne avete, o in tutto ciò che avete scritto e pubblicato negli ultimi anni, se qualche “ragno” dei motori di ricerca sul web sarà riuscito ad intercettarlo e classificarlo.

La vogliamo dire brutta, ma terribilmente sincera? Pensavate di aver organizzato solo una serata romantica o un fine settimana da sogno, invece siete stati schedati, vi hanno preso l’anima pagandovela in comodità e rapidità. Siete diventati dei novelli Faust, ma inconsapevoli.

Ecco da qui in avanti il gioco finisce e comincia l’analisi puntuale, preoccupata fino al livello di allarme più elevato, che Giovanni Vannini, autore e nome storico della redazione di ArcipelagoMilano, affida al suo ultimo libro “Più reale del reale” (pagine 266, euro 24, Dario Flaccovio Editore), vero e proprio pamphlet su o, per meglio dire, contro gli artificial influencer ovvero “il marketing che mangia il mondo”.

Vannini, consulente di comunicazione e docente universitario di Digital Trend e Social Media, gioca in casa, nel senso che racconta il dark side di tutto ciò che a noi, tecno-sempliciotti, passa sopra la testa senza che neppure ce ne accorgiamo. Cioè tutto ciò che oggi viene governato dall’intelligenza artificiale. Quello che l’autore sembra volerci dire è che queste nuove tecnologie stanno progressivamente disumanizzandoci e che forse la rivoluzione cognitiva sta cominciando a sfuggirci di mano.

Un’analisi che spazia dall’homo sapiens, definito “algoritmo obsoleto” nelle opere di Yuval Noah Harari, autore di alcuni dei più affascinanti excursus sulla storia dell’umanità, al dataismo, cioè la dittatura dei dati come nuova fede universale di cui parlò per la prima volta il New York Times nel febbraio 2013, dalle connessioni illimitate al mito dell’always on che sembra essere un vantaggio ma in realtà porta a un progressivo impoverimento delle nostre potenzialità mentali.

Come verrà raccontato l’Antropocene nei prossimi millenni? Sarà descritto come l’era delle conquiste tecnologiche o come l’era della progressiva involuzione dell’uomo dopo centinaia di migliaia di anni di evoluzione? Qui si parla di conquista dello spazio e diseguaglianze irrisolte, di sfida climatica e sostenibilità ambientale dei prodotti consumati ogni giorno da quel gigantesco formicaio che è la società umana globale – la vera grande “preda” dell’intelligenza artificiale -, si parla di traffico di dati e manipolazione anche di tutto ciò che attiene alla nostra sfera più privata: stiamo correndo in modo folle, ma non sappiamo in quale direzione e soprattutto non sappiamo che cosa troveremo una volta terminata la corsa. Vannini lancia l’allarme sul marketing globale, sul controllo dei consumi, sulla mercificazione progressiva di ogni spazio, che rischia di trasformarsi in mercificazione delle coscienze. Sulla manipolazione-mercificazione delle democrazie. Se vi ricorda per caso la brutta storia di Cambridge Analytica vuol dire che avete ancora una buona memoria.

Il pensiero attorno al quale ruota gran parte del senso di quest’opera suona più o meno così: “Il periodo che ci separa dal 2050 è quello in cui si definirà il mondo nei prossimi mille anni: siamo ancora in tempo per riappropriarci del nostro futuro?”. Una domanda da brividi. Per questo, d’ora in avanti, ogni nostro passo sarà importante, decisivo, dovrà essere valutato in ogni sua possibile conseguenza negativa. Soprattutto pensando a chi verrà dopo di noi. Sempre che si voglia ragionare su un “dopo”.

Ugo Savoia



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