22 gennaio 2021

PERIFERIA “15 MINUTI”: ALLA RICERCA DELLA CASA POSSIBILE

Piccole storie urbane


Cara Tina sono molto contenta che, io sotto tu sopra, abbiamo seppur piccole due bellissime case.

Pina non esagerare, la mia è carina ma alla fine sono 40 mq più un piccolo terrazzino.

Calma Tina, io posso darti delle informazioni che tu non hai. Andando in giro in cerca di una casa per un’amica, che convinta di trovarla in poco tempo, anche a causa del covid, è rimasta incastrata a vivere con me, mi sono accorta, nella mia esplorazione di case in vendita, che io e te abbiamo a disposizione delle piccole oasi, con la piacevolezza e la semplicità che in Italia ci ha insegnato il nord Europa.

T – In compenso lo stile dall’arredo barocco che avevamo ereditato dai nostri nonni lo stiamo esportando all’estero, tipo la reggia lussuosa e immensa di Putin sul Mar Nero, progettata da un finora ignoto architetto bresciano diventato il famoso, Lanfranco Cirillo, ambasciatore, a suo dire, del made in Italy. Così che nella superArcore russa sono stati trasportati anche i marmi toscani. Se continua così finiremo col ritrovarci al posto delle Alpi Apuane la “fossa delle Apuane”.

P – Cara Tina torniamo coi piedi per terra. La mia amica ha uno stipendio intorno ai 2000 euro, che visti i brutti tempi che corrono, non è nemmeno poco. E tuttavia quello che, in questo strano periodo, offre il mercato immobiliare è assurdamente irraggiungibile.

T – Ma dai, leggo nei commenti degli addetti ai lavori che nelle zone periferiche di Milano, pur in assenza di un crollo immobiliare, si possono trovare bilocali attorno ai 120.000 euro.

P – Ti dico per l’esperienza fatta con la mia amica, cercando per un intero anno, tra Bovisa, Dergano e Affori (e quindi all’esterno della circonvallazione). Con questa cifra è tanto se trovi 30 metri quadri messi male. Ribattezzati dai creativi impiegati delle immobiliari “bomboniere” o “simpatiche soluzioni”. Per non parlare di quando ti promettono il cambio di destinazione d’uso da commerciale ad abitabile sempre in “tempi rapidissimi e garantiti” oppure ti spacciano per luminosi dei seminterrati bunker che sono luminosi solo nei rendering. Oppure quando ti propongono microspazi con soppalco e li ribattezzano loft. La fenomenologia immobiliare prevede anche che restino esposti i cartelli di spazi già venduti con una sorta di phishing per prendere in ogni caso all’amo il potenziale cliente. Se per caso trovi qualcosa di interessante, non puoi meditarci 24 ore che te lo scippano all’istante. Misteri del mercato.

T – Cara Pina, forse la spiegazione io ce l’ho. Ti sei accorta che si continua a parlare da tempo di progetti di grandi trasformazioni delle periferie? Se nella precedente campagna elettorale il sindaco dichiarava di avere “l’ossessione delle periferie”, in occasione di questa promette la “città a 15 minuti”. Per esempio in Bovisa cosa mancherebbe? Se Sala, invece di scopiazzare le soluzioni delle metropoli europee, l’avesse chiesto alla Pina a alla Tina, ai tempi in cui nutriva “l’ossessione”, avrebbe già risolta la questione dei 15 minuti. Già esisterebbero luoghi verdi a ogni angolo di strada ottenuti anche con la de-pavimentazione. Nuove alberature lungo le strade più ampie. Piste ciclabili e zone 30. Strade pedonali sui percorsi più frequentati. Marciapiedi sgombri da automobili. Una biblioteca finalmente aperta e funzionante anche la sera. Un consultorio. Una sala per incontri, conferenze e assemblee. Un cinema/teatro. Una piscina. Una casa per gli studenti. Musei e Luoghi d’arte (in particolare da noi non sarebbe male un museo sulla storia industriale del quartiere).

In una parola bisognerebbe prendere come obiettivo la socialità. Se c’è una cosa positiva che la pandemia ci lascerà in regalo sono le aree all’aperto, gratuite per i gestori dei bar e dei ristoranti che speriamo rimangano come sono. Come sarebbe anche bello che le povere case ereditate dal periodo industriale cogliessero l’occasione di rimettersi a nuovo con le facilitazioni del 110%.

P – Sono d’accordo cara Tina e ritorno al problema della mia amica. Un quartiere dei sogni dovrebbe avere tutte queste cosa ma soprattutto dovrebbe offrire delle abitazioni abbordabili, sia in vendita che in affitto. Un posto letto in Bovisa per uno studente (o lavoratore) non costa meno di 400 euro. E se ci guardiamo attorno le case nuove non mancano e proliferano quelle in costruzione, da prenotare sulla carta e ricevere, se tutto va bene, tra anni. Purtroppo si tratta sempre di case “esclusive e prestigiose” arredate col costosissimo design italiano. Mentre ci sarebbe bisogno di un social housing degno di questo nome.

T – Cara Pina mi sa che la tua amica resterà tua ospite ancora a lungo.

Pina e Tina



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