22 ottobre 2020

DUBBI SULLA 15-MINUTE-CITY

Risposta a Marcello Balbo


L’ironica risposta a all’articolo di Marcello Balbo da parte di un accanito liberista cui non manca la vis polemica.

ponti

Spiace che Marcello Balbo giri intorno in modo così ingenuo al nocciolo del problema. Questo ha un nome oggi ricorrente, e ormai a tutti noto: si chiama dilagante neoliberismo. Occorre combatterlo in tutti i modi e in tutti gli ambiti, anche quello urbano. Non è vero che la mobilità nei ghetti (termine ingiustamente svalorizzato) da 15 minuti forse non si riduce.

La mobilità eccessiva è un male in assoluto, è stata generata dall’automobile, figlia velenosa dell’individualismo liberista, contro i molto più comodi autobus e treni (giustamente pagati da tutti i contribuenti: se dovessero pagarseli chi li usa, manco si sognerebbero, e loro finirebbe di nuovo tre le grinfie delle automobili). Quindi in quei ghetti le auto o vanno proibite o consentite solo in uso collettivo. Non ci devono essere debolezze, come diceva Lenin a proposito della liceità del commercio al minuto.

Poi il libero mercato a livello urbano fa danni terribili, è un fenomeno noto. Chi con fatica e sacrificio ha costruito complessi abitativi, si vede all’improvviso decurtati i legittimi guadagni attesi dall’estendersi, magari per un cambio di governo, dei volumi o dei terreni edificabili. Lo “sprawl” è la maledizione dell’onesto e fiducioso costruttore, gli toglie ogni certezza. La rendita urbana invece, come scrivono giustamente gli epigoni dell’economista Piketty, è il principale strumento di accumulazione di ricchezza, che poi ovviamente consente livelli adeguati di investimento in ogni settore, essenziali per la crescita dal Paese tutto.

Ma in generale il monopolio è molto preferibile al libero mercato: quest’ultimo genera ansie ed incertezze, le imprese possono fallire distruggendo capitali e gettando sul lastrico i lavoratori, E infatti i monopolisti, pubblici e privati, pagano molto di più i dipendenti, che diventano così solidali con loro (è di pachi giorni fa la dichiarazione delle responsabili della CGIL del settore in favore delle condizioni economiche da offrire ai Benetton per la cessione a CDP di Autostrade). Ma anche i fornitori sono molto più contenti: un monopolista può essere assai più generoso nel negoziare i prezzi, ed è comunque più solido ed affidabile.

Ma torniamo ora a valorizzare opportunamente il concetto, così innovativo, di ghetto urbano. Le città sono fonti di tensioni sociali di ogni tipo spesso a causa dell’eterogeneità di chi vi risiede: eterogeneità di reddito, a volte etnica o religiosa. Ricostruire lo spirito di comunità attraverso la costituzione di quartieri omogenei non è una visione rasserenante? Ed anche il controllo sociale di comportamenti devianti sarebbe molto più semplice e funzionale: opportunamente istruiti, tutti gli abitanti parteciperebbero.

Per concludere, riconsideriamo un pericoloso aspetto macroeconomico del neoliberismo: esso si è così radicato e diffuso in Italia che allo Stato, tramite il fisco o direttamente, è rimasto solamente il 45% della ricchezza prodotta (nota come PIL), e tutto il resto è ormai in mani private!

Marco Ponti



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