12 luglio 2020

IL MOSE SI ALZA, SI ABBASSANO LE ASPETTATIVE

Venerdì 10 luglio c'è stato il primo test completo delle 78 paratoie


Venerdì 10 luglio, intorno alle ore 12, c'è stato il primo test completo (che ha avuto successo, forse complice il mare "liscio come l'olio") delle 78 paratoie mobili del sistema di protezione dall'alta marea "Mo.S.E.", a Venezia - un progetto controverso che va avanti dal 2003 e sulla cui utilità non tutti sono concordi.

Sorvolerò sull’eroico “Siamo qui per un test, non per una passerella” del premier Conte (1) – sorridente sotto la mascherina nello scatto col seguito “istituzionale” – che ha attraversato la laguna per la cerimonia del “bottone rosso” – a dire il vero non so se sia rosso, ma come devo immaginarlo il bottone che attiva il Modulo Sperimentale Elettromeccanico secondo voi? -, premuto dalla control room situata sull’isola artificiale al centro della bocca del Lido (vedi Figura 1).

Al seguito di Conte presenti: Elisabetta Spitz, Commissaria straoridnaria per il Mose; Cinzia Zincone, Provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto; Paola de Micheli, Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti; Luca Zaia, lui già lo conosciamo, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro - Foto: Andrea Pattaro/Vision

Al seguito di Conte presenti: Elisabetta Spitz, Commissaria straoridnaria per il Mose; Cinzia Zincone, Provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto; Paola de Micheli, Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti; Luca Zaia, lui già lo conosciamo, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – Foto: Andrea Pattaro/Vision

Sorvolerò sulle parole – curiosamente quasi identiche – del sindaco Brugnaro a Rai Radio 1 il 9 luglio,Non parlerei di inaugurazione ma di prova generale. Sono un tifoso di quest’opera, ma non c’è l’intenzione di fare passerelle(2). Il sindaco Brugnaro ha in effetti più volte auspicato il completamento dell’opera, lamentando gli effetti del global warming sulla laguna. Ma c’è chi pensa che si sia, come si suol dire, svegliato un po’ tardi.

diagramma della bocca di Lido con l'isola artificiale - dall'Ord. del 7/07/20 della Capitaneria di porto di Venezia

diagramma della bocca di Lido con l’isola artificiale – dall’Ord. del 7/07/20 della Capitaneria di porto di Venezia

Sorvolerò perchè, questo bisogna concederglielo, venerdì 10 luglio intorno alle ore 12, le 78 paratoie mobili del Mo.S.E. si sono sollevate tutte insieme per la prima volta; qui un link al suggestivo video di quest’opera dalla durata e dai costi incredibili: i cantieri sono stati aperti nel 2003 e, a novembre 2019, l’opera era complessivamente costata cinque miliardi e mezzo (circa il PIL del Montenegro, per intenderci).

A guardare il racconto che del 10 luglio hanno fatto i media istituzionali o il video di cui sopra, sembrerebbe che il video promozionale diffuso sul sito ufficiale del MoSE, che definisce l’opera un esempio di “tecnologie pioneristiche, ricerca e innovazione di prima qualità”, “un grandioso progetto ingegneristico“, non sia poi così “montato” come farebbe pensare la stucchevole musica epica di sottofondo. E invece – quelle surprise! – è molto probabile che lo sia.

Andiamo con ordine. Il sistema di 78 paratoie mobili installate alle tre entrate della laguna – Lido, Malamocco e Chioggia (vedi Figura 2) – è quasi ultimato; dovrà essere attivato quando la marea eccede i 110cm sopra il livello del mare e isolerà la laguna di Venezia dal Mar Adriatico. In fase di progettazione (cioè negli anni ’80 – qui una cronistoria del MoSE per chi volesse approfondire), tuttavia, sono state sottostimate le tendenze di innalzamento del livello dei mari (di seguito SLR dall’inglese Sea level rise): ai tempi si parlava di +20cm, mentre oggi si parla di +80cm entro il 2100. Se l’errore poteva essere “giustificabile” 50 anni fa, non è stata però fatta alcuna correzione che tenga conto delle nuove scoperte scientifiche sul cambiamento climatico e del livello attuale di subsidenza (abbassamento del livello del terreno, ndr) e eustatismo (innalzamento e abbassamento del livello del mare, ndr)(4).

Figura 2: a) bocca di Lido; b) bocca di Malamocco; c) Chioggia - Copyright Trinity College Digital Repository

Figura 2: a) bocca di Lido; b) bocca di Malamocco; c) Chioggia – Copyright Trinity College Digital Repository

È vero che il MOSE proteggerà da maree fino a +300cm sopra il livello del mare, ma è vero anche che alzare le barriere e “chiudere” la laguna ha effetti a lungo termine sul suo ecosistema e sul ricambio delle acque (3). Inoltre, le barriere non risolvono il problema delle “acque alte” meno marcate (tra i +80cm e i +110cm sul livello del mare, il limite per l’attivazione del MoSE), durante le quali una porzione considerevole del centro città finisce sott’acqua.

Per capirci, dei 322 casi di marea oltre i 110cm registrati negli ultimi centocinquant’anni, quasi la metà (124) si sono verificati negli ultimi venti, cioè a partire dal 2000. Com’è possibile, ci chiediamo sia io che il Comitato NO MOSE, che nessuno se ne sia accorto? La risposta è così ovvia che si trova anche su Wikipedia: a causa della corruzione (vedi la voce “Inchieste giudiziarie“). Non c’è neanche da stupirsi troppo: il quadro istituzionale dietro al MOSE è più intricato di una tela di Pollock (qui un assaggio per i più coraggiosi).

AGI 13.11.19

AGI 13.11.19

Il Comitato No Grandi Navi / NO MOSE (link al gruppo Facebook) da anni denuncia l’inutilità – con più gentilezza potremmo dire la limitata utilità – dell’opera e venerdì 10 luglio ha organizzato una manifestazione proprio in occasione del “test” in pompa magna appena descritto. Al di là delle polemiche, i nomi degli attivisti contrari al MOSE più in vista – soprattutto quello di Tommaso Cacciari, appunto leader del Comitato No Grandi Navi – sono sulla bocca di tutti a Venezia, confermando una tendenza politica ad allontanarsi dai partiti e ad aggregarsi in realtà più piccole, più attente ai bisogni dei territori che esiste anche nella nostra Milano.

Insomma, le 78 paratoie si sono alzate ma non tutti le hanno salutate con entusiasmo – dopotutto, si parla di un progetto in corso da diciassette anni che potrebbe diventare inservibile tra soli sessanta: “Dati gli scenari attuali per il Mar Adriatico (…) le barriere mobili garantiscono una protezione completa fino a un +50cm di SLR che non dovrebbe verificarsi fino al 2080” (il SLR non è la stessa cosa dell’alta marea, calcolata sopra il livello del mare, ndr).

Difficile a questo punto non simpatizzare con i protestanti che si sono scagliati “all’arrembaggio” sui loro barchini. Speriamo solo che i milanesi non siano da meno se, e quando, dovessero essere i Navigli a rischiare di sommergerci.

Elisa Tremolada

1 SkyTg24, 10 luglio 2020

2 VeneziaToday 9 luglio 2020

3 Arianna Varrani & Michael Nones (2018) Vulnerability, impacts and assessment of climate change on Jakarta and Venice, International Journal of River Basin Management, 16:4, 439-447, DOI: 10.1080/15715124.2017.1387125

4 Stefania Munaretto , Pier Vellinga & Hilde Tobi (2012) Flood Protection in Venice under Conditions of Sea-Level Rise: An Analysis of Institutional and Technical Measures, Coastal Management, 40:4, 355-380, DOI: 10.1080 / 08920753.2012.692311

 



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  1. walter moniciper come conosco il mare il pericolo non è che l'opera sia insufficiente rispetto alle maree perchè anche una limitata riduzione del flusso sarebbe sufficiente. Per capirci, se anche la marea dovesse superare l'altezza delle paratie la limitazione del flusso in ingresso sarebbe sufficiente ad evitare l'allagamento della città. Il pericolo è che ad un certo punto le paratie non funzionino, cioè che una volta alzate non siano più in grado di scendere a causa dei sedimenti che si depositano al di sotto mentre sono alzate. Bisognava usare un sistema più sperimentato come quello olandese dove le paratie si spostano a lato e verso terra.
    15 luglio 2020 • 09:45Rispondi
    • Elisa TremoladaA Walter Monici: non dubito che sia così, il MoSE ha ben più problemi strutturali e logistici di quelli che ho potuto elencare qui... Mi pare ci fosse anche una certa preoccupazione rispetto a sabbia e sedimenti nelle paratie proprio nei giorni prima di venerdì, gli è andata bene evidentemente!
      15 luglio 2020 • 16:23
  2. Andrea PassarellaPer fare un confronto con un'opera meno complessa si può vedere al seguente link costi e durata: 9 anni e 2,5 miliardi di € https://it.wikipedia.org/wiki/Oosterscheldekering Questo per dire che le cifre non sono così folli. Per quanto riguarda i danni ambientali alla laguna bisognerebbe con onestà dire che i veneziani nei secoli la laguna l'hanno creata in modo che non si insabbiasse o diventasse mare aperto: gli sbarramenti sono stati consolidati dall'uomo (malamocco sarebbe in realtà il primo insediamento Veneziano), sono stati deviati i corsi di quattro fiumi di cui il taglio del Po è il più famoso... Quindi per i danni ambientali sarebbe meglio focalizzarsi su Marghera (dove il mar ghe jera come citava D'amico) Poi non è chiaro quale sarebbe l'alternativa concreta: prima si affermava che bastava alzare il livello delle calli poi si è capito che forse non era sufficiente, anche sugli sbarramenti del tipo olandese ci si era opposti perché avrebbe comunque impedito il rimescolarsi delle acque.
    22 luglio 2020 • 01:34Rispondi
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