16 maggio 2021

RITORNA IL PROGETTO PER UN NUOVO ANELLO TANGENZIALE

A chi piace? Perché Milano se ne disinteressa?


La Regione Lombardia ha da qualche mese avviato un confronto con gli enti locali sul potenziamento della strada provinciale n.40, che corre nel sud milanese sostanzialmente parallela alla Tangenziale Ovest collegando Binasco con Melegnano, e attraverso i rispettivi caselli l’autostrada A7 Milano-Genova con la A1 Milano-Bologna.

pompilio

La Regione intende in realtà attraverso questa iniziativa aggiungere un ulteriore tassello verso la realizzazione di un nuovo anello tangenziale esterno. Continuando l’esistente Tangenziale Est Esterna A58 (da svincolo con la A4 Milano-Bergamo a Melegnano) il nuovo tratto arriverebbe fino alla A7 Milano-Genova, per poi in futuro completare l’anello raggiungendo a Magenta la A4 Milano-Torino e il collegamento autostradale per Malpensa. In questo articolo svolgo alcune considerazioni sugli effetti di un tale progetto per il traffico e più in generale per il territorio.

La provinciale Binasco – Melegnano, lunga circa 20 km, è localizzata nel territorio della Città metropolitana e del Parco Agricolo Sud, fatta eccezione per un tratto di circa 2 km in Comune di Siziano in Provincia di Pavia. Negli ultimi due decenni i veicoli che la percorrono sono aumentati considerevolmente, in particolare i merci pesanti, che la utilizzano come alternativa alla Tangenziale Ovest quando questa è congestionata per il traffico, ma prima di tutto la utilizzano per accedere agli impianti di logistica, di considerevoli dimensioni, che sono progressivamente sorti nelle vicinanze della strada, nei comuni di Carpiano, Landriano, Siziano, e a Lacchiarella accanto ai binari della ferrovia Milano-Genova (ma senza collegamento con la rete ferroviaria !).

Altri impianti sono in corso di progettazione o di autorizzazione, soprattutto nel vicino territorio della Provincia di Pavia, per aggirare i vincoli del Parco Agricolo Sud che incontrerebbero entro i confini della Città metropolitana. La strada si sta di fatto trasformando in un corridoio logistico, strategicamente collocato tra la A1 e la A7, in modo analogo a quanto sta accadendo in questi anni lungo la Tangenziale Est Esterna e la nuova Autostrada Milano-Brescia (nota anche come Bre.Be.Mi.).

Per risolvere il problema di traffico lungo la Binasco-Melegnano la Regione ha sviluppato uno studio di fattibilità che propone tre soluzioni alternative: A) miglioramento degli incroci e della sede stradale esistente, ma mantenendo l’attuale configurazione a due corsie, una per senso di marcia; B) passare da 2 a 4 corsie, in alcuni tratti prevedendo un tracciato nuovo rispetto all’attuale; C) costruzione di una tangenziale di carattere autostradale, a pagamento, che si sviluppa tutta su un tracciato nuovo, per la maggiore parte nel territorio della Provincia di Pavia.

Lo studio è stato inviato agli enti locali come base di discussione, ma la Regione sembra più che altro interessata a realizzare la sola soluzione C, quella funzionale ad un nuovo anello tangenziale. L’impatto per il territorio a confine tra Città metropolitana e Provincia di Pavia sarebbe molto pesante, sia per il tessuto agricolo, che per i valori ambientali del Parco Agricolo Sud, che per i diversi abitati che verrebbe a lambire, oltre che per l’aumento nella zona dei volumi di traffico sulla viabilità esistente.

A fronte di tali impatti quali vantaggi ne deriverebbero per il traffico della provinciale Binasco-Melegnano? Praticamente nessuno, visto che in presenza di una tangenziale autostradale a pagamento tutti continueranno a utilizzare l’esistente gratuita provinciale, scegliendo il tracciato autostradale solo se costretti, nei momenti in cui sono presenti lunghe code sulla provinciale. Si tratta di una storia già vista dopo l’inaugurazione della Tangenziale Est Esterna. Prevista dalla pianificazione per alleggerire la Tangenziale Est è rimasta poco utilizzata a causa delle molto elevate tariffe di transito. E’ così diventata, unitamente alla Bre.Be.Mi., un tracciato utile soprattutto per il trasporto merci, contribuendo in modo determinante al proliferare incontrollato di impianti logistici al quale si sta assistendo nell’est Milanese.

Analogamente accadrà a sud di Milano se verrà realizzata l’ipotesi C. La provinciale Binasco-Melegnano continuerà a essere intasata, mentre la nuova tangenziale autostradale, così facilmente accessibile da A7, A1, A4 e nuova Milano-Brescia, favorirà la localizzazione nel territorio provinciale di Pavia, immediatamente a sud del Parco Agricolo Sud, di grandi impianti di logistica. Il Piano territoriale vigente di tale Provincia contiene una serie di disposizioni stringenti per regolare e limitare la localizzazione e gli impatti di tali impianti, ma la Provincia di Pavia stessa non sembra volere o essere in grado di fare rispettare il proprio piano territoriale.

Il Piano Territoriale della Città Metropolitana (PTM) adottato a luglio 2020 ha in maniera molto chiara indicato come preferenziale la soluzione A, ossia il miglioramento in sede della provinciale, intervenendo sulla risoluzione degli incroci critici e sulla sede stradale, ma mantenendo la strada a due corsie, una per senso di marcia (1). La Regione nel suo parere di dicembre 2020 sul PTM adottato ha chiesto di ammorbidire questa posizione netta sostituendola con una posizione più aperta verso le tre alternative.

Il PTM nella versione approvata l’11 maggio scorso invece di ribadire la posizione del PTM adottato ha aperto alle richieste della Regione e rinviato la scelta tra le alternative agli esiti di un dibattito pubblico, cancellando dalla Relazione generale del piano tutte le indicazioni di dettaglio che il PTM adottato forniva per circoscrivere la scelta alla soluzione A. Allo stesso tempo suggerisce di valutare anche una quarta alternativa relativa al potenziamento della Tangenziale Ovest esistente (portandola da 3 a 4 corsie per senso di marcia). Quest’ultima è un’ipotesi di cui sarebbe utile approfondire la fattibilità. Quanto al confronto tra le alternative si sa purtroppo come questi dibattiti pubblici vengono spesso condotti nel nostro Paese, pilotandoli attraverso l’uso di tecniche di ingegneria del consenso verso la soluzione scelta a priori.

Il lettore milanese potrebbe pensare che queste questioni, riguardando il resto del territorio metropolitano, non incidono sulla vita nel capoluogo, sono quindi di scarso interesse. Non è così. Gli insediamenti di logistica così come i grandi centri commerciali incrementano il traffico, in particolare quello merci, con effetti sulla qualità dell’aria che finiscono per respirarsi anche nel capoluogo, in parte vanificando le misure su cui Milano sta puntando, le aree C e B, la rete ciclabile, la piantumazione di alberi.

Non solo. I capannoni di logistica che si realizzano oggi hanno rilevanti dimensioni, generalmente superiori a 30.000 m2 di superficie coperta, ai quali devono essere aggiunti i piazzali di manovra dei TIR. Si tratta quasi sempre di suolo agricolo consumato, essendo questi impianti difficili da localizzare all’interno delle aree dismesse.

L’incremento di superficie impermeabile ha effetti sullo smaltimento delle acque meteoriche, sulle esondazioni dei corsi d’acqua, sul ciclo delle acque e sulla disponibilità di risorsa idrica. Non solo, influisce sul clima locale incrementando l’effetto isola di calore urbana, la frequenza e l’intensità dei fenomeni temporaleschi, che negli ultimi anni hanno colpito in modo sempre più insistente proprio la zona centrale più densamente abitata della Città metropolitana. Non c’è qui lo spazio per una trattazione completa di tutti gli effetti diretti e indiretti, che riguardano il paesaggio, gli ecosistemi, la qualità di vita.

Mi sembra che ci siano sufficienti elementi per preoccuparsi e interessarsi del tema, anche da parte dei cittadini del capoluogo, e per sollecitare l’attuale Sindaco e i candidati alle prossime elezioni a studiare il problema, anche se la Binasco-Melegnano si trova a circa 15 km a sud di Piazza del Duomo e 8 km a sud del confine amministrativo del Comune di Milano.

Marco Pompilio

Note

  1. Di seguito è riportato il confronto tra il testo relativo alla Binasco-Melegnano tratto dalla Relazione generale del PTM adottato a luglio 2020 (in alto) e lo stesso testo come modificato nel PTM approvato l’11 maggio (in basso, in grassetto il testo aggiunto, e barrato il testo cancellato):

    Testo PTM adottato il 29 luglio 2020
    Il PRMT della Regione indica anche la necessità di uno studio di approfondimento sull’esistente strada Binasco-Melegnano. Su tale strada la Città metropolitana si è già espressa, anche in occasione dei precedenti strumenti di pianificazione territoriale, indicando come preferenziale la soluzione di riqualificazione in sede con il mantenimento della strada a una corsia per senso di marcia e il graduale miglioramento delle intersezioni. Il progetto dovrà concentrarsi sulla risoluzione degli aspetti critici, in particolare:
    – la risoluzione del congestionamento causato dalla sovrapposizione dei flussi con quelli nord-sud della strada Vigentina e dalle pendenze delle rampe del cavalcavia che sovrappassa i binari della ferrovia Milano-Genova, con eventuale raddoppio per questo solo tratto delle corsie, anche raccordando se utile la risoluzione del problema con il progetto di ridefinizione dei manufatti conseguente al progetto in corso nella tratta tra Rogoredo e Pavia per il potenziamento da due a quattro binari;
    – l’incrocio con la ex SS 35 dei Giovi e il collegamento con il casello autostradale di Binasco, eventualmente anche con soluzione a due livelli se non risolvibile altrimenti, ma studiando una soluzione meno impattante di quella evidenziata nello studio di fattibilità della Regione, che contenga il consumo di suolo e la creazione di aree intercluse;
    – l’inserimento o comunque il ridisegno degli incroci più critici, anche dove necessario con l’inserimento di rotonde, come gli incroci con la SP 105 a Lacchiarella, con la SP 122 verso Basiglio, la rotonda di Siziano con la SP Vigentina, lo svincolo con la SS 412 Val Tidone;
    – l’adeguamento della sezione stradale, sempre con una corsia per senso di marcia, dove risulti necessario al fine di migliorare la sicurezza.

    Testo PTM approvato l’11 maggio 2021
    Il PRMT della Regione indica anche la necessità di uno studio di approfondimento sull’esistente strada Binasco-Melegnano. Su tale strada la Città metropolitana si è già espressa, anche in occasione dei precedenti strumenti di pianificazione territoriale, indicando come preferenziale la soluzione di riqualificazione in sede con il mantenimento della strada a una corsia per senso di marcia e il graduale miglioramento delle intersezioni. Il progetto dovrà essere sottoposto al procedimento di dibattito pubblico ex art. 22 del Dlgs 50/2016 e s.m.i. e del DPCM attuativo n. 76 del 10 maggio 2018 o a forme di consultazione equipollenti per l’esame delle alternative progettuali contenute nel “Documento di fattibilità sulla riqualificazione/potenziamento della SP40 Binaschina” predisposto dalla Regione Lombardia e trasmesso alla Città metropolitana con nota del 04 dicembre 2020 cui si deve aggiungere un quarta proposta dagli Uffici di CMM, che prevede l’ampliamento della quarta corsia per senso di marcia dell’Autostrada esistente “A50-Tangenziale Ovest di Milano” con l’obiettivo di ridurre gli impatti, contenendo in particolare il consumo di suolo e la formazione di aree intercluse”.
    Il progetto dovrà concentrarsi sulla risoluzione degli aspetti critici, in particolare:
    – la risoluzione del congestionamento causato dalla sovrapposizione dei flussi con quelli nord-sud della strada Vigentina e dalle pendenze delle rampe del cavalcavia che sovrappassa i binari della ferrovia Milano-Genova, con eventuale raddoppio per questo solo tratto delle corsie, anche raccordando se utile la risoluzione del problema con il progetto di ridefinizione dei manufatti conseguente al progetto in corso nella tratta tra Rogoredo e Pavia per il potenziamento da due a quattro binari;
    – l’incrocio con la ex SS 35 dei Giovi e il collegamento con il casello autostradale di Binasco, eventualmente anche con soluzione a due livelli se non risolvibile altrimenti, ma studiando una soluzione meno impattante di quella evidenziata nello studio di fattibilità della Regione, che contenga il consumo di suolo e la creazione di aree intercluse;
    – l’inserimento o comunque il ridisegno degli incroci più critici, anche dove necessario con l’inserimento di rotonde, come gli incroci con la SP 105 a Lacchiarella, con la SP 122 verso Basiglio, la rotonda di Siziano con la SP Vigentina, lo svincolo con la SS 412 Val Tidone;
    – l’adeguamento della sezione stradale, sempre con una corsia per senso di marcia, dove risulti necessario al fine di migliorare la sicurezza.



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