11 giugno 2020

LA CORSA ALLO SPID (PER NON PARLARE DELLA FATTURA)

Tina, Pina e il bonus del Ministero dell’Ambiente


Ripercorrete insieme a Tina e Pina le varie tappe di disagio piscofisico provocate dal (tentato) utilizzo del bonus “mobilità sostenibile” attivato – forse? - dal Ministero dell’Ambiente.

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Cara Tina, finalmente sei tornata dal tuo soggiorno in collina. Con la mascherina quasi non ti riconoscevo. Sei dimagrita?

Cara Pina, sono ingrassata due chili, devo mettermi a dieta.

Al posto della dieta mi sono fatta il proposito di andare in giro con la mia vecchia bicicletta, prima che arrivi quella nuova. La nuova sarà elettrica! E mi sto quindi attrezzando per ottenere il bonus promesso dal governo che, fatti i conti di percentuali e sottrazioni di euro, permette di comprare le due ruote a relativo poco prezzo. Tina cara, bonus bicicletta per le età più avanzate, e il monopattino, segway e hoverboard e onewheel per i giovani e gli audaci, rappresenta una di quelle promesse strepitose di questi tempi strani che fanno dell’Italia il grande paese degli annunci.

Pina cara, sul fatto che siamo il paese degli annunci sono d’accordo, ma riguardo al “poco prezzo” direi che è proprio “relativo” alla capacità di reddito di ciascuno. Immagino che quelli che, proprio a causa del coronavirus, hanno perso il posto di lavoro o sono andati in cassa integrazione, forse non hanno comunque centinaia di euro da dedicare a una bicicletta.

E del resto, non sarà una impresa facile neppure per chi ha i soldi. Una cosa è aver annunciato sui media e i social che il Governo ha stanziato il bonus bicilette. Un’altra cosa è riuscire a mettere in pratica tutti gli step necessari ad arrivare concretamente a sedersi su un sellino, o affrontare la strada finalmente in modo alternativo alle quattro ruote imperanti e inquinanti. E si tratta, ahimè, di un percorso tutto digitale!

Mi sa che ti sei cacciata in un bel ginepraio, cara Pina. Continuano a parlare della necessità di snellire la burocrazia, come se bastasse stabilire che una determinata pratica si può, e spesso si deve, fare online, perché tutto si semplifichi. Invece spesso avviene esattamente il contrario.

Hai ragione. E il primo passo è proprio decidere di andare oltre i tentativi balbettanti di procedere da soli, noi e il computer, seguendo le indicazioni di tutor di vario tipo, maschi o femmine, sorridenti e amabili, o efficienti e autorevoli, tutti concordi nel ripetere fino alla nausea quanto sia facile ottenere lo SPID, cioè l’identità digitale indispensabile per accedere al bonus, riempiendo i campi necessari e digitando un “continua” dopo l’altro, perdendo sempre di più speranza e autostima.

Già. SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale – mi fa venire l’orticaria. Mi viene in mente qualcosa da fare in fretta (speed uguale veloce) ma senza sapere come si fa. Non mi sono ancora decisa ad attivarlo, perché non ne posso più di codici, tessere e password che esauriscono la mia memoria, anche se non quella del computer!

In effetti, se si vuole lo SPID, suggerisco di dotarsi di un figlio o di un qualsiasi altro essere umano cresciuto nell’epoca già informatizzata, capace di non demoralizzarsi di fronte ai continui segnali di “errore” che ci riportano ai lontani tempi delle nostre frustrazioni scolastiche. La differenza tra noi che abbiamo imparato a scrivere con il pennino, e loro che si sono laureati con le tesine telematiche, sta in questo: che a un certo punto dell’accidentato percorso verso l’Identità Digitale (è più facile capire chi sono e dove vado nella vita reale) a noi viene voglia di prendere il computer e buttarlo dalla finestra. Mentre loro sono incredibilmente capaci di provare soddisfazione, in questa sfida corpo a corpo con schermate che ripetono impassibili richieste su richieste di username e proposte su proposte di password di ogni tipo, con necessità di maiuscole, minuscole, interpunzioni, numeri e qualsivoglia forma di creatività della psicopatologia contemporanea.

Be’, per fortuna tu un figlio, ingegnere, ce l’hai e non dubito che la tua calma serafica preserverà il tuo PC da voli incontrollati. Per il resto, solo vivendo scopriremo come andrà a finire.

Intanto nel Paese degli annunci, tra l’annuncio del bonus e la messa in pratica dello stesso ci sta passando un mare di tempo. E forse farò prima io a trovare lo SPID piuttosto che il Governo a decidere come renderlo utile. La messa in pratica del decreto legislativo, che si chiama decreto attuativo, ci sta tenendo svegli la notte, per essere i primi ad avvistare sul sito del Ministero dell’Ambiente tra le nebbie dell’attesa le indicazioni precise (speriamo!) che dovrebbero comparire per sapere come inserire lo SPID e la fattura della bici o altro che abbiamo comprato…se siamo riusciti a comprarlo. Infatti la situazione della vendita delle due ruote, non solo in Italia, ma anche in Europa, è al limite del delirio. In Italia chi può compra la bici prima, pur di ottenere, oltre allo SPID, la fattura necessaria nel momento del click-day. Click-day è il giorno in cui il decreto attuativo farà la sua improvvisa comparsa e la prontezza del tuo dito indice deciderà con un click se sei arrivato in tempo a godere della tua dose di bonus, o se i fondi saranno già esauriti.

La cosa assurda per me è che il Governo distribuisca tutti questi milioni indipendentemente dal reddito. Il bonus non fa distinzione tra ricchi e poveri ma solo tra cittadini e paesani, questi ultimi esclusi non si sa perché. Andrà a finire che a beneficiarne saranno anche quegli amministratori delegati che avranno delegato alle segretarie solerti il calvario che stai vivendo tu, e che sicuramente, se avessero avuto voglia della bicicletta, se la sarebbero potuta comprare per i fatti loro.

Si immagina e si calcola che i 120 milioni per le due ruote (mi viene da pensare ai 6 miliardi e passa garantiti per le quattro ruote di FCA) basteranno più o meno per 400 mila italiani. Agli altri – e non so perché, ma mi sento già inserita in questa categoria – non resterà che incorniciare e appendere la fattura, a celebrazione della memorabile impresa, fallita, di ottenere il famoso bonus del 2020.

L’importante è partecipare. E passare, gratis o meno, alla mobilità sostenibile.

Pina e Tina



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  1. Sergio BrennaVi racconto la mia esperienza SPID: ottengo online lo SPID da Infocert, ma alla mail di accesso sbaglio e cancello la password. Il processo online per ottenerne una nuova via domanda segreta e invio di OTP si conclude ripetutamente con la scritta "codice di controllo non ancora inviato". La procedura di forzatura richiede l'invio di un formulario firmato digitalmente o per fax con copia documento di identità , ma la risposta automatica è costantemente la richiesta di invio del formulario nelle modalità indicate. Provo ad ottenere un diverso SPID da Poste Italiane, ma quasi al termine della procedura il sistema non riesce a caricare il pdf del mio documento perché conterrebbe caratteri non ammessi (falso!). Dal sito INPS i provider Infocert, Aruba, ecc. non accettano la mia ID via codiceffiscale, forse a causa del precedente SPID Infocert. Ho rinunciato ad ottenere uno SPID online (e meno che mai andando di persona alle Poste) e proseguo col PIN diverso per ogni PA. Sono il solo in questa situazione?
    17 giugno 2020 • 10:12Rispondi
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