18 marzo 2020

GESTIRE IL RISCHIO IGNOTO (CIGNO NERO)

Un nuovo fronte per la gestione assicurativa


PER COMINCIARE - Agire ex ante (non solo ex post); valutare i rischi, prevenire i danni; anticipare gli eventi. Nelle attività e nel rapporto con la natura e gli animali, cerchiamo un meccanismo di mercato che salvi la libertà senza ridurla ad anarchia individuale. Non scarichiamo le nostre tragedie sul futuro. Proposta

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Vinceremo la guerra con il coronavirus ma sarà vittoria vera se, da subito, riflettiamo su come agiamo e mettiamo a frutto le possibilità, su come rischiamo. Andiamo verso l’ignoto, ma non allo sbaraglio! Nel mondo assicurativo c’è un certo allarme per il Covid-19. Molte compagnie sostengono gli sforzi dei governi e offrono limitate garanzie specifiche. Ma il coronavirus in atto non è assicurabile: la probabilità di patologie e danni è indefinita. Se però fosse in corso la polizza Malattia per il rimborso delle spese di cura, garantirebbe quanto necessita a parere medico e a scelta del contraente. I virus, in linea generale, non sono esclusi.

Preoccupano di più i danni per il fermo delle attività a causa del virus. In tutto il mondo le Istituzioni aprono il loro ombrello. L’Europa ci mette 350 miliardi e Ursula Von der Leyen ha detto: “Aiutare le imprese e il mercato del lavoro, e investire nel settore della sanità”. E il mercato assicurativo? C’è, con le polizze ‘all risk’, se coprono anche il rischio ignoto, cioè le perdite di valore e interruzioni di attività, in altre parole danni immateriali a sé stanti, dipendenti dall’interdizione delle attività per ordine delle autorità competenti.

Proponiamo pertanto che nelle polizze Danni sia offerta la possibilità di assicurare anche il “rischio ignoto” (in sé ansiogeno e destabilizzante): i Cigni neri, le catastrofi impreviste e imprevedibili ma ricorrenti e planetarie. Occorre precostituirne il finanziamento. Come?

Serve una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Né l’azienda né il solo assicuratore possono farvi fronte. Ogni compagnia faccia la sua quotazione e proponga un certo premio aggiuntivo per assicurare il “rischio ignoto”, sapendo di poter contare su una garanzia da parte dello Stato: se succede un evento catastrofale, entro un certo tempo e oltre certi valori, lo Stato interviene; fa da riassicuratore delle compagnie che rilasciano questo tipo di garanzia.

Come per il Pool rischi atomici; come per assicurare il rischio terremoto in California; come hanno fatto Francia e Spagna (e addirittura il Sudafrica!) per le catastrofi naturali note. A suo tempo, anche per l’amianto (asbesto), il mercato assicurativo anglosassone ha trovato una soluzione d’indennizzo. L’obiettivo: creare un Fondo ad hoc Privato, garantito dallo Stato, che si renda responsabile del futuro con risorse del presente e con un meccanismo di Gestione che non giochi d’attesa.

Perché prendere il toro per le corna e affrontare alla radice il problema? Non possiamo continuare a intervenire solo ex post sulle catastrofi (prevedibilmente tra un po’ senza rimedio), scaricandone i costi sul futuro. I giovani lo hanno capito e non lo accettano.

Ricordiamo: i virus come il Covid-19 mutano e migrano dall’animale e, in generale, dall’ambiente naturale all’uomo. Abbiamo cattive abitudini e siamo invadenti, superficiali e violenti. Guardiamo solo a vantaggi immediati e isolati, per lo più quantitativi. Serve un’etica nuova del rapporto con il mondo animale e l’ambiente che si preoccupi delle conseguenze indesiderate anche di lungo termine. Adesso i virus. E domani?

Un meccanismo “assicurativo” può contribuire a quest’etica. L’assicuratore si sta orientando a gestire i rischi non solo ex post, con indennizzi e risarcimenti ma anche ex ante: ad esempio con puntuali valutazioni e informazioni, e valorizzando gli investimenti di prevenzione dei danni e di protezione delle persone. Lo fa per rendere misurati – e quindi assicurabili – i grandi rischi, che sfuggono alla misurazione statistica. In aggiunta, c’è un chiaro indirizzo europeo: Solvency II impegna le compagnie – per dare stabilità ai bilanci – a fare “investimenti infrastrutturali prospettici” (a lavorare sui rischi della prospettiva).

La gestione assicurativa, quindi, non sarà – va ben chiarito – solo finanziaria (una partita di giro a tre). Sarà – per sua necessità – una Gestione attiva e trasparente che mirerà a un certo obiettivo di rischio: a renderlo misurato, sostenibile. E così farà con la liquidazione dei danni: il giusto indennizzo per ripartire in modo giusto. Si dice: un meccanismo di mercato, cioè di chiaro e concordato equilibrio tra gli interessi. Anche quello pubblico.

E chi non assume responsabilità e non si assicura? Lo Stato limiti la sua garanzia, e agevoli con una fiscalità di vantaggio la soluzione “pubblica” concordata.

Di Ferruccio Rito (1) e Francesco Bizzotto (2)

(1) Ferruccio Rito è broker e consulente assicurativo, titolare della Consultass Srl di Milano

(2) Francesco Bizzotto è docente del master di Risk management dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria



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