29 novembre 2019

I CAMBIAMENTI CLIMATICI E NOI

Una riflessione fuori dagli schemi consueti


L'autore riflette sugli atteggiamenti più diffusi sul tema dell'ambiente e pur senza negare i pericoli terribili che stiamo correndo suggerisce una strada che si inserisce nelle "terapie" possibili.

SPADA

Siamo sconcertati dalle voci allarmistiche sui cambiamenti climatici. Addirittura alcune derive dei Verdi, che spero non siano condivise dalla dirigenza, sconsiglierebbero di fare figli per non esporli alle possibili catastrofi ambientali del 2050, data fatidica del non ritorno se l’inquinamento da CO2 continuasse ai livelli attuali.

Questo mi fa venire in mente l’Alto Medioevo: prima del 1000 ci fu infatti un calo demografico eccezionale in ragione del fatto che ci si aspettava la fine del mondo, l’apocalisse profetato dalle sacre scritture. Personalmente non sono uno specialista in meteorologia, immagino vi siano molti studi e dati statistici che sostengono questa funesta previsione ma io difendo il diritto al dubbio, anche perché vi sono altrettanti studi che negano la relazione fra emissioni e cambiamenti climatici.

Come al solito le opinioni variano tra catastrofisti e negazionisti nel solito gioco dualistico sostenuto dalla presunzione della scienza, mai del tutto disinteressata, di prevedere e controllare il futuro. Il fatto poi che si sia usata l’ingenuità di una ragazzina autistica per rendere più drammatica la faccenda mi fa sospettare che ci sia sotto qualcosa di poco nobile. Sostengo infatti, e non da oggi, che la politica ambientalista dovrebbe fondarsi su nuove prospettive di speranza e non sulla paura.

Tutti i regimi più degenerati sono nati dalla paura sparsa a larghe mani da demagoghi interessati al potere, compreso il nazifascismo. Una dirigente verde mi ha dato del decerebrato per questa mia opinione. Attenzione perché già da molto nel movimento si annida una profonda aggressività peraltro denunciata più volte da quel Alex Langer, suicida, che ora viene pianto e gli è dedicato un ponte a Milano: non vorrei che  si prendesse una brutta piega.

Come ho più volte scritto non si tratta di dimenticare gli effetti negativi della modernità, dell’industria e del consumismo ma nemmeno di tralasciarne le ricadute positive che fanno accorrere migliaia di migranti alle nostre sponde. Non possiamo diventare misantropi, nemici dell’uomo in favore della natura : esemplari di questo atteggiamento erano l’amore per le piante di alcuni gerarchi nazisti che mandavano a morte migliaia di ebrei. Uomo e natura sono una cosa sola ed è averli separati, da Cartesio in poi, che ha generato grandi guasti.

E’ necessario se mai un neoumanesimo che sia consapevole di questa unità e riconosca come suo fine l’aspirazione alla creatività e alla bellezza naturale. Perchè è da una caduta estetica che nasce la crisi ecologica. Edgard Morin diceva in Il pensiero ecologico : seguire la natura e guidarla. Del resto se accettiamo che il sistema Terra è assimilabile ad un sistema vivente, come ormai sembra che tutti gli ambientalisti accettino, come è possibile applicare formule matematiche ?

Gli organismi viventi sono creativi per antonomasia e sanno generare  meccanismi correttivi a situazioni critiche per tornare ad un equilibrio omeostatico. Questo non vuol dire che non si debba fare nulla e si debbano lasciare le cose come stanno ma nemmeno dipingere oscuri orizzonti apocalittici per catturare consensi. Bisogna invece capovolgere il pensiero dominante per arrivare ad una ecosofia che aiuti a vivere oggi in accordo con la natura, vivere bene oggi rende il futuro un sogno di speranza. Occorre infine migliorare gli effetti positivi della modernità estendendoli alle parti sociali più deboli.

Maurizio Spada



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  1. Pippo RanciSconcertato sono io lettore. Qui si confonde allarmante con allarmistico. Anch’io sono un non specialista di scienze della terra ma da anni leggo e mi informo e so che non ci sono “altrettanti studi” che negano la relazione tra emissioni e cambiamenti climatici, su questa relazione c’è un consenso schiacciante del mondo scientifico. Le previsioni non sono opinioni tra cui si può essere imparziali, sono scenari probabilistici cui gli studiosi assegnano probabilità, e in base a queste si prendono decisioni. Così si fa per la prevenzione delle malattie e degli incidenti. Non è mai escluso che in futuro nuove evidenze possano dimostrare eccessive le misure precauzionali, ma allo stato delle conoscenze è doveroso prenderle. Concordo sull’idea che è meglio aver fiducia nel futuro. Penso a un bel futuro senza emissioni o meglio a saldo zero tra emissioni e assorbimenti. Si può fare. Ci stiamo provando.
    4 dicembre 2019 • 12:24Rispondi
  2. Maurizio SpadaGentile lettore quello che mi sconcerta è il pensiero unico di cui lei si rende portatore se non ammette che ci sono scienziati che negano la relazione fra CO2 e cambiamenti climatici, le cito due nomi italiani, Zichicchi e Rubbia, ma lei mi dirà che non sono validi, come a dire che solo chi afferma tale relazione lo è. Personalmente sono per l'azzeramento delle emissioni ma non solo di CO2, le ricordo che il metodo scientifico di causa-effetto non funziona sui tempi lunghi, infatti Aristotele per spiegare i fenomeni naturali aveva indicato quattro cause e non solo una. Temo molto di più le testate nucleari della CO2 e la conflittualità permanente fra chi le possiede o le scorie delle centrali atomiche. Quanto alle emissioni in atmosfera le faccio presente che l'istituto Uomo e Ambiente da me fondato e diretto dal 1984 è stata la prima organizzazione ad occuparsi di inquinamento indoor e e degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici per cui è chiaro che concordo con lei su zero emissioni ma tra questo e dare come causa di ogni male sul pianeta, compresa la povertà, i cambiamenti climatici ne passa. Tutto questo fa perdere la capacità di indicare soluzioni creative per riformare la nostra società e il sistema capitalistico.
    4 dicembre 2019 • 19:11Rispondi
  3. luciano bagoliMi associo allo sconcerto di Pippo Ranci. I dati acquisiti per lanciare l'allarme sono abbondanti e sono alla portata di tutti. Zichichi (con una sola "c") e Rubbia possono asserire ciò che vogliono, ma da uomini di scienza che nei loro studi si avvalgono di dati, numeri, leggi della fisica, sanno che i loro colleghi scienziati di dati e numeri ne hanno acquisiti ed elaborati molti. E poi abbiamo i dati forniti dai medici (che di solito scienziati non sono) che sono statisticamente attendibili dato che si ripetono inesorabilmente di anno in anno: + CO2 = + decessi. Qui non si tratta di essere dei "talebani" dell'ambientalismo, ma di essere solo persone ragionevoli. Il suo discorso si attorciglia per sostenere, più che una tesi, delle opinioni. Sia chiaro, anche quelle sono lecite.
    5 dicembre 2019 • 00:04Rispondi
  4. Giorgio OrigliaVorrei tanto confidare nell'avvento miracoloso di un neoumanesimo che dia una virata all'autodistruttività del progresso tecnologico vigente, ma ci credo poco per tantissime ragioni. Che stanno tutte tra questi due estremi: 1) il distacco ormai quasi assoluto tra gli obiettivi della potentissima finanza globale e le leggi della natura; 2) la povertà culturale diffusa, che lascia nelle mani di arroganti arruffapopolo il potere di gestire con pericolosa tracotanza la complessità della finanza globale di cui sopra. Piuttosto che illuderci rimbocchiamoci le maniche e troviamo soluzioni che ci consentano di vivere dignitosamente in un mondo che purtroppo sarà sempre più inospitale.
    5 dicembre 2019 • 19:17Rispondi
  5. AndreaPurtroppo questo articolo (ma anche alcuni dei commenti) mostrano la scarsa cultura scientifica che ci circonda. Opinioni, seppur di nomi autorevoli -in altri campi- come Rubbia, restano opinioni e cosa ben distinta da fatti o teorie scientifiche basati su fatti. L'autore dell'articolo cita Aristotele in uno dei suoi commenti, ma forse dovrebbe dare un'occhiata anche a Galileo e a cosa significa "metodo scientifico". Quali sono i dati su cui si basano le affermazioni di Rubbia (che non è un climatologo; a questo punto tanto vale citare l'opinione di Bill Gates o di Odifreddi? Può citare o riportare qualche pubblicazione scientifica di livello a sostegno di queste tesi? Rubbia tra l'altro ha sostenuto anche il fatto che la temperatura mondiale sia in calo, cosa errata e facilmente verificabile da ogni analisi statistica disponibile. Quello che mi inquieta è questa idea dell'uno vale uno, del fatto che "questa è la mia opinione e voi siete fascisti a sostenere che sia errata". La scienza non valuta le teorie in modo democratico e basterebbe un'infarinatura di livello elementare, non per pronunciarsi su ogni tematica, ma per capire che per essere in grado di sostenere una teoria (non un'opinione) occorre basarsi sui fatti. Questo discorso ovviamente vale anche per chi sostiene che la CO2 uccide sempre più gente; commento che fa capire il livello del dibattito (non) scientifico in Italia (ma purtroppo, in generale, nel mondo). Peccato, perché avevo stima di questo sito e lo reputavo di un livello superiore di quello dimostrato. Saluti
    5 dicembre 2019 • 21:43Rispondi
  6. Maurizio SpadaIntanto non capisco perchè non si firma con nome e cognome, non apprezzo chi getta un sasso e poi nasconde la mano. Quanto alla supponente affermazione che solo la scienza ha ragione analizzando i fatti che lei ovviamente conosce e noi poverini siamo degli sprovveduti mi verrebbe voglia di chiederle cosa sono i fatti ma tralascio di entrare in un dibattito filosofico perchè qui si la vedo un po' scarso, infatti non a caso ho citato Aristotele e non Galileo o Newton che sono i precursori della scienza moderna. Quello che a me fa paura è questa sicumera di certo ambientalismo di qui lei sicuramente fa parte. Del resto la mia riflessione non voleva sostenere che non ci sono influenze negative delle attività umane sull'ambiente, ci mancherebbe ma che il futuro è legato alla nostra mentalità nell'affrontare i problemi, finchè saremo vittime di un pensiero dualistico duro che gioca sulla paura è probabile che avremo un cattivo risultato. Si legga Ecologia della mente di Gregory Bateson quando ha tempo o il Mattino del Maghi di Louis Pawels, quello che dirigeva la rivista Planète. La chiudo qui.
    6 dicembre 2019 • 12:58Rispondi
  7. Maurizio SpadaErrata corrige: di cui lei fa parte e non qui perchè volevo dire di qui le cause di quello che lei denuncia come come pensiero unico. Per quanto riguarda il commento di Origlia concordo pienamente sulla difficoltà di un neoumanesimo ma è meglio sperare che avere paura o no?
    6 dicembre 2019 • 13:18Rispondi
    • Giorgio OrigliaCaro Spada, la speranza è l'ultima dea, e ci aiuta a trovare il buono nelle cose peggiori. Più che nel neoumanesimo, che per ora vedo allo stato embrionale solo nei giovanissimi, dobbiamo far conto sull'interesse delle multinazionali a mantenere in vita la popolazione mondiale, se si riduce la quale i loro profitti vanno a farsi benedire. Intanto però esorterei tutti a prepararsi in modo creativo a un peggioramento magari solo temporaneo ma che ormai è inevitabile e dietro l'angolo, visto che individualmente non possiamo fare altro.
      7 dicembre 2019 • 15:55
  8. Gianfranco Dr MarinariGentile Dr Spada, quello che emerge - a mio modesto parere - dall'articolo redatto e dalle considerazioni dei commenti, sembra essere una garbata ma strana polemica di cui non è dato vedere l'origine con chiarezza.Da una parte Lei che invita al dialogo senza pregiudizi né tesi date x scontate fino in fondo,dall'altra alcuni che pongono sul banco dati scientifici come certezze su cui ,più che riflettere, manifestare reazioni emozionali piuttosto ombrose se non utopistiche,giacchè l'alternativa è percepita come catastrofe. Apparentemente sembra difficile dialogare in un contesto di pareri così diversi,nè può aiutarci lo scienziato che grida come tutto questo deve farci alzare gli occhi al cielo, né coloro che,delusi,prendono atto che le certezze di modello occidentale di matrice europea , mostrano tutta la loro scarsa certezza, essendo solo dati correlati a indagini brevi di tipo statistico.Affidarsi a queste excertezze significa fare la fine del Tacchino di Popper,visto che fra poco è Natale. Quello che a me pare decisivo in tale conflitto di impostare la questione, è ciò che sappiamo sulla natura del modello industriale attuale, come fenomeno visto in chiave di sintesi,non in sé né separato da tutto il resto di cui si discute. Quello che ci è dato sapere,appare come sufficiente alla stragrande maggioranza degli Osservatori (ad es il Prof M Menichella, il Prof Guido Dalla Casa,ecc) come un fenomeno che rientra nella categoria dei fenomeni destinati inequivocabilmente al collasso,secondo schemi matematici. Cicli aperti, perdita della naturale tendenza all'equilibramento, crescita senza fine, ecc...e non ultima la posizione centrale dell'uomo (antropocentrismo di derivazione biblica). Io credo quindi che,essendo la questione culturale, il conflitto è più chiaro se percepito come conflitto, con tutte le sfumature soggettive, fra scelte di modello e scelte razionali. Vivendo dentro il modello, se destinato a collassare, come conciliare le giuste scelte razionali con quelle inevitabili di modello ? io vedo questa come giusta impostazione. Ma il modello , oggi, non può cambiare,non c'è più tempo,dicono quasi tutti gli Osservatori razionali,Menichella compreso,il quale però,tiene conto sia della scelta razionale,applicata a qualunque istanza ritenuta non impossibile, sia della scelta di modello ancora utili,se non altro a portarci verso un "collasso meno traumatico possibile". Certo, siamo oggi di fronte a scelte epocali,che hanno reso il modo di pensare il visibile, natura compresa, con una inquietudine che forse nasce da ferite metafisiche ( F Pessoa).E sarà inevitabile che diventi paura che deriva dalla perdita dei Valori. E' questo in centro del malessere dei Tempi Moderni. Non era mai accaduto. Quindi resta il dovere del recupero dei Valori Umani e Cristiani,senza i quali non vi è futuro. Il Counseling ha tentato questa via,ma non credo che potrà farcela,senza che vi siano persone che scelgono la via della pratica dei valori in modo fermo,chiaro,evidente. Forse allora il resto verrebbe di conseguenza. Buon Natale e Buon 2020 GMarinari
    10 dicembre 2019 • 05:45Rispondi
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