8 novembre 2019

L’ECOFILIA NATURALE DEI GIOVANI

I Verdi sapranno raccoglierla?


Si è conclusa da poco a Milano ECOlogica, una due giorni organizzata dai Verdi Italiani al fine sia di approfondire con gli esperti le tematiche legate alle priorità ambientali e sociali Italiane sia di ascoltare ed accogliere le istanze che i cittadini desiderano porre alla politica. La dinamica della due giorni, inusuale rispetto ai congressi e riunioni politiche, ha riservato un pomeriggio intero all’ascolto dei partecipanti, divisi in 3 gruppi: ecologia dei giovani, ecologia dell’impresa ed ecologia degli stili di vita. I risultati sono stati molto interessanti. L’energia della discussione si è fatta circolare. Le istanze del singolo si sono fuse con le istanze del gruppo.

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Ci si è riconosciuti parte di una comunità con gli stessi bisogni, la stessa visione del mondo, con le stesse imprescindibili istanze, indipendentemente dalla propria storia politica personale. L’obiettivo ultimo di questi gruppi è stata l’apertura del partito a quelle persone che non solo non vengono raccolti dalla politica tradizionale ma sono i protagonisti del cambiamento e della realizzazione della visione ecologica.

Il gruppo dei giovani è stato particolarmente partecipato. Una ottantina di ragazzi di età diversa, dai 16 anni ai 33, sono stati ascoltati in quanto protagonisti del prossimo futuro e in quanto generazione che dovrà convivere con i cambiamenti climatici; Delle oltre 60 istanze raccolte, 10 sono state maggiormente citate. Una impressione si tutte: i ragazzi che si avvicinano ai verdi sono formati, (molto), agguerriti e molto esigenti nei confronti della politica. Non hanno tempo e voglia di teatrini, egocentrismi, vecchi arroccamenti su posizioni ideologiche superate. Non riconoscono più la separazione tra destra e sinistra. Vogliono azioni concrete e subito. Queste sono le richieste in ordine di priorità.

1) educazione ambientale e alimentare obbligatoria fin dal primo grado sui bambini e ai docenti che devono fungere da esempio

2) legalizzazione della cannabis come ingrediente fondamentale per il farmaceutico, il recupero del suolo inquinato, materia prima sostenibile

3) riduzione del packaging e disincentivazione del packaging a strati ( imballi di prodotti già imballati singolarmente)

4) casette dell’acqua in ogni quartiere

5) lotta alla corruzione, evasione fiscale e criminalità, comprese le mafie del Nord

6) disincentivazione degli allevamenti intensivi

7) maggiori fondi alla ricerca universitaria su temi ambientali

8) maggiori investimenti sulla mobilità su rotaia

9) carbon tax

10) togliere sussidi ai combustibili fossili

Intervistiamo due dei giovani che hanno partecipato ad Ecologica, Matteo Sapienza milanese di 29 anni, e Lucia Arrighi, 26 anni di origine bresciana, che ora vive a Verona.

Chi sei e come sei entrato in contatto coi verdi italiani?

Matteo: Sono ambientalista da quando a 13 anni per la prima volta ho studiato la produzione elettrica nel settore delle rinnovabili. Liceo classico, laurea in storia, 2 master ed esperienze internazionali. Mi occupo di comunicazione digital e social e proprio tramite un dibattito su un post della pagina Facebook @VerdiDiMilano sono entrato in contatto col gruppo dei Verdi milanesi, dove ora mi occupo proprio di digital e social media.

Lucia: Mi occupo di comunicazione. Sono entrata in contato con la realtà dei Verdi perché cercavo qualcosa che rappresentasse appieno le mie convinzioni e si occupasse senza tentennamenti del pianeta e della vita affrontando l’emergenza globale che abbiamo davanti e di cui nessuna forza politica si sta occupando veramente ovvero il collasso climatico. Voglio un cambiamento radicale di paradigma. Viviamo in un sistema che non mette l’essere umano al centro ma si incolla all’essere umano, privandolo dei diritti. Voglio un nuovo sistema basato sull’uomo nel senso più naturale del termine. Quello che Greta Thumberg ha definito giustizia climatica. Non c’è giustizia sociale se non c’è giustizia ambientale, ovvero un ambiente sano in cui permettere uno sviluppo di se stessi e degli altri, una società che sia veramente aperta ed inclusiva e che garantisca a tutti le stesse opportunità, convivendo nel rispetto dell’ambiente e degli uomini. I Verdi sono gli unici in Italia e nel mondo ad avere questa visione.

Come mai i coetanei non si sentono coinvolti nella cosa pubblica?

Matteo: Quando si parla di politica, nel cuore dei miei coetanei sopraggiungono due sentimenti:

sfiducia e paura. Sfiducia dopo anni di mancata rappresentazione e di inefficacia delle misure intraprese dall’attuale classe dirigente per affrontare la crisi del nostro modello di società capitalista. Paura di lanciarsi in un’avventura come quella della politica che si presenta come un mare pieno di squali avidi, senza scrupoli, privi di ogni interesse verso la Res Pubblica.

Lucia: I miei coetanei non si sentono coinvolti per via dalla distanza che si è creata in questi anni. Molti ragazzi non si sentono rappresentati dalla politica che non ha appeal e non propone prospettive reali. Non scordatevi che dovete fare i conti con situazioni in cui noi giovani siamo costretti a pensare solo ed esclusivamente a sopravvivere. Non ci sentiamo coinvolti nella cosa pubblica tantomeno tenuti in considerazione da una classe dirigente che ha a cuore tutto tranne la nostra generazione, costringendoci a scelte al limite, soprattutto lavorativamente parlando. Siamo una fascia vulnerabile che non ha mai visto un vero benefit dal voto. Vogliamo certezze contrattuali, rispetto delle minime condizioni di lavoro, soprattutto nel commercio e nel turismo.

Che visione hai del futuro? Cosa vorresti chiedere alla politica di oggi e ai verdi in particolare?

Matteo: Se guardo alla Crisi Climatica, il futuro è nuvoloso. Fusione dell’Artico e dei ghiacciai, sovrappopolazione, acidificazione degli oceani, crisi del bipolarismo che ha mantenuto gran parte del mondo in pace dopo il 1945. Poi però penso all’Europa, ai progressi della scienza, all’uscita di milioni di persone da una condizione di povertà, ai livelli di istruzione che abbiamo a disposizione. Possiamo farcela e mi aspetto che i Verdi europei e italiani siano parte trainante di questo processo di cambiamento a 360 gradi del nostro sistema socioeconomico.

Lucia: Ho una visione del futuro positiva perché vedo che le persone si stanno mobilitando su più livelli, collettivo e personale. Credo che la svolta verso un futuro più sostenibile debba passare assolutamente dalle città che devono ritornare ad avere più natura, più verde. Sempre più persone si stanno spostando verso i centri urbani che diventano aggregazioni mastodontiche. La natura deve essere elemento portante dell’architettura e struttura urbana e non solo elemento d’arredo.

Che consigli ti senti di dare ai verdi per raggiungere i risultati del resto d’Europa?

Matteo: Essenzialmente due consigli: Puntare sull’astensionismo. C’è un intero ceto medio da avvicinare! Ampliare e comunicare in maniera più completa tutte le tematiche coperte dal programma: non bisogna più dare l’impressione di essere “il partito degli ecologisti”. Economia, Europa, Sanità, Istruzione: i Verdi italiani non piantano solo alberi!

Lucia: per coinvolgere i miei coetanei consiglio di parlare in maniera semplice della nostra vita quotidiane. Siamo la generazione che sentirà maggiormente gli effetti del global warming e del climate change. Oltre ad essere cresciuti in un mondo in velocissimo cambiamento stiamo assistendo a fenomeni di vasta scala ma anche di impatto territorialmente parlando minore. Partiamo dalla sfera individuale, dai piccoli passi che ognuno di noi può fare per migliorare le cose. Far capire che possiamo agire e cambiare veramente il corso degli eventi. Bisogna responsabilizzare e giocare sulla voglia di agire che naturalmente noi giovani abbiamo.

Silvia Pettinicchio



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