3 novembre 2019

VECCHIA E NUOVA MOBILITÀ A MILANO

Un panorama aggiornato di quel che succede


Qualche settimana fa, è stato presentato nella sede milanese di Automobile Club Safety 2 Share, un progetto che vede la partecipazione oltre che di Automobile Club d’Italia, anche di Reial Automobil Club de Catalunya e che ha l’obiettivo di analizzare i comportamenti a rischio dei motociclisti di sharing sia a Milano, sia a Barcellona e promuovere una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti coloro che usano lo scooter. Progetto meritevole, dato che nel solo comune di Milano, nel 2017 i motociclisti che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere sono stati 3.503, circa dieci al giorno, e quelli deceduti sono stati 15. Nel 2018 questi numeri hanno fatto registrare un calo leggero sui feriti (3.320) e più consistente sui decessi (“solo” 9).

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In occasione di questa presentazione, ha partecipato anche un responsabile di Amat, l’Agenzia del Comune che affronta i temi della mobilità e dell’ambiente e che ha fornito una notevole quantità di dati aggiornati sulla mobilità innovativa milanese: se ne offre qui una sintesi, preceduta da alcuni brevi riferimenti sulla mobilità “tradizionale”.

Incominciamo da quest’ultima.

Secondo i dati riportati dal recente PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, in un giorno feriale, in media, si possono conteggiare nell’area metropolitana milanese più di cinque milioni di spostamenti, 5.255.000 per esser più precisi: di questi, poco più di metà, il 56% (2.978.000) si svolge all’interno del comune di Milano, mentre il restante 44% (2.277.000) è rappresentato dagli spostamenti tra Milano e la sua area esterna.

Gli spostamenti all’interno del Comune si effettuano in maggioranza con l’utilizzo del trasporto pubblico (il 57%), mentre l’impiego dell’autoveicolo privato si colloca al 30%. Le due ruote coprono il restante 13%: un 7% per le moto ed un 6% per le biciclette. Diversa la situazione dei viaggi tra Milano e l’esterno: in questi casi, l’uso del veicolo privato quasi raddoppia, salendo al 58%, il trasporto pubblico scende al 37%, la moto al 4% e la bicicletta all’1%.

Un altro dato utile per inquadrare la mobilità milanese è l’andamento della motorizzazione privata: nel 2008, nel comune di Milano erano immatricolati quasi 724.000 autoveicoli, l’anno scorso erano scesi a 693.000: da 559,2 auto ogni 1.000 residenti, siamo passati a 496,7. Quasi 31.000 autovetture dunque non sono state rimpiazzate, con una diminuzione superiore all’11%. E per avere un confronto con il panorama nazionale, secondo i dati forniti da “Autoritratto 2018” di ACI, Milano si colloca tra i comuni capoluogo di provincia con la più bassa densità di autovetture, attorno a 50 ogni 100 residenti, contro una media nazionale superiore a 63. Se dagli autoveicoli si passa a considerare tutti i veicoli, il rapporto cresce, ma sempre assai meno del dato nazionale.

Insomma, per un insieme di diversi motivi, i cittadini dell’area milanese, come di qualsiasi altra del resto, preferiscono, appena possono, usare mezzi alternativi alla vettura privata. E le dimensioni della sharing mobility milanese ne sono una riprova.

Vediamole, dunque.

Il Car sharing milanese vede oggi la presenza di sei gestori che, nell’insieme, offrono più di 3.300 autovetture a più di un milione di abbonati. Va subito detto che mentre il numero delle auto è preciso, quello degli utilizzatori è da ridurre almeno della metà, dal momento che un elevato numero di utenti sono iscritti a diversi gestori, per avere una più alta probabilità di trovare il prima possibile una vettura da utilizzare. Le origini del car sharing milanese risalgono ai primi anni del 2000: dopo una prima esperienza pilota di Lega Ambiente nel 2001, nacque GuidaMI, nel 2004, ma troppo in anticipo sui tempi.

Ubeeqo, che ha rilevato la precedente GuidaMi, mette a disposizione 149 autovetture ai suoi 38.000 abbonati. E-Vai ha una dimensione analoga: 107 autovetture con 48.000 abbonati. Enjoy ha dimensioni più consistenti: 1.001 autovetture per 486.000 abbonati. Car2Go ha volumi di poco inferiori: 979 auto e 229.000 iscritti. Share’ngo offre 650 veicoli a 88.000 abbonati e DriveNow ha una flotta di 478 veicoli per i suoi 163.000 abbonati. E’ da segnalare che il 23% delle autovetture ha motore elettrico: il primato spetta a Share’ngo con il 100% di auto elettriche, seguita da E-Vai con l’88 %.

Nell’anno scorso sono stati effettuati quasi 17.000 utilizzi giornalieri: poco più di 18.000 il sabato, poco meno di 16.000 nei giorni festivi. Il tempo di utilizzo medio è stato mezz’ora, con una percorrenza di sette chilometri. Due terzi degli abbonati sono maschi. Il 47% degli iscritti appartiene alla fascia d’età tra 26 e 40 anni, con una consistente percentuale, il 32%, compresa tra 41 e 65 anni. I giovani tra i 18 ed i 25 anni rappresentano il 19%. Il servizio non è molto apprezzato dagli ultra sessantacinquenni: sono solo il 2%.

Il Bike sharing è una realtà altrettanto interessante, gestita attualmente da due società. BikeMi, sviluppata da ATM, ha ormai quasi dieci anni di vita ed ha raggiunto dimensioni considerevoli: 291 rastrelliere su strada offrono 4.800 biciclette di cui 1.150 elettriche ai 47.000 abbonati annuali, cui sono da aggiungere altrettanti abbonati settimanali e/o giornalieri. Nell’insieme, sempre nel 2018, sono stati conteggiati quasi tre milioni e mezzo di utilizzi. L’altra società di più recente costituzione è Mobike, con 8.000 biciclette e che ha raggiunto nei primi mesi di questo 2019 più di 385.000 abbonati con una media di 8.800 utilizzi giornalieri. Come per il car sharing, Mobike non ha punti fissi di prelievo e di consegna delle due ruote, caratteristica che non raramente diviene oggetto di considerazioni critiche su “usi e costumi” giovanili, nelle rubriche della “posta dei lettori” dei quotidiani milanesi.

Lo Scooter sharing è la terza componente della mobilità innovativa milanese. Iniziata con una sperimentazione nel biennio 2015/17 attraverso Enjoy, che aveva messo a disposizione 150 scooter a tre ruote, oggi sono presenti diversi gestori: Mimoto, con 258 scooter elettrici; ZIGZAG con 231 scooter a benzina; GoVolt, con 85 scooter elettrici; CityScoot con 850 scooter elettrici; eCooltra, con 500 scooter a benzina. In complesso, gli abbonati sono circa 140.000 e gli utilizzi giornalieri di questi 1.900 scooter sono 2.874, per una durata media di 17 minuti e con una percorrenza di circa 3,5 chilometri.

A conclusione di questa carrellata, c’è da sottolineare che nel giro di pochi anni, Milano ha visto formarsi una flotta in sharing di circa 3.400 autoveicoli, di un 2.000 scooter e di quasi 13.000 biciclette, che vanno incontro ad un bisogno di spostamenti brevi, di lavoro e di svago, con risparmi economici e di tempo indubbi. Per tutti, residenti e non, aumenta così la possibilità di scelta del mezzo di trasporto, in funzione del bisogno di spostamento. E questo è un fatto ampiamente positivo, dal momento che una sia pur modesta diminuzione di autovetture private non potrà che favorire un uso migliore dell’ ”automobile” e, assieme, rendere la mobilità complessiva più fluida.

Gianfranco Chierchini



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