10 maggio 2019

POLITECNICO DI MILANO – IL TEMPO DEGLI OFF CAMPUS

Il nodo del diritto alla casa, quarant’anni di dibattiti


Milano, mille anni fa. Gli occupanti di Via Tibaldi dopo lo sgombero operato dalla Polizia entrano ad Architettura, occupata dagli studenti con il sostegno di docenti. Scontri violenti con la Polizia. Il Consiglio di Facoltà condanna l’intervento della Polizia e “decreta la riconversione di tutta l’attività accademica in un unico seminario monografico che ha come tema: il problema della casa nell’hinterland milanese. Inoltre reclama la presenza degli occupanti in quanto ‘consulenti scientifici’ di detto seminario”.

Caffa6 giugno 1971, “la Polizia invade la Facoltà. Il professor Paolo Portoghesi, Preside della Facoltà di Architettura, sta tenendo il suo intervento sulla ‘questione delle abitazioni’. Non c’è nessuna resistenza. […] Oltre seicento persone vengono trasferite a Via Fatebenefratelli nei locali della Questura di Milano. Ci sono studenti e insegnanti di Architettura e non solo, compagni impegnati nel sostegno della lotta, i membri del Consiglio di Facoltà al gran completo. Nemmeno uno degli occupanti, che sono al sicuro nella sede milanese delle ACLI”. Quando il gruppo dirigente della Polizia prova a rilasciare i membri del Consiglio di Facoltà, trattenendo tutti gli altri fermati, “il decano del Consiglio di Facoltà, capelli bianchi e sguardo dolce ma severo, dichiara fermamente che sarà l’ultimo a lasciare la Questura”. Il Questore cede e sono tutti rilasciati.

Traggo questi accenni e il testo virgolettato da Prendiamoci la città – Una storia così non dovrebbe finire mai – Dove si narra di case occupate, sgomberi violenti, fuga dai ghetti, a cura de La Barricata, Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano, Milano, marzo 2019, pagg. 13-15. (1) Un lavoro di ricerca e documentazione che ci ripropone il significato delle lotte per il diritto alla casa di quei primi anni Settanta, a Milano, la saldatura tra fabbrica e territorio, una prospettiva di lotta di lunga durata: il significato di quell’imperativo, Prendiamoci la città, oggi così lontano anche nella memoria, in un contesto cittadino, nazionale e internazionale tanto mutato.

Veniamo ai fatti del presente, con alcune domande. Milano, 17 aprile 2019, il Politecnico di Milano inaugura in via Gigante l’Off Campus San Siro, presso il quartiere ALER San Siro. Leggiamo sul manifestino che annuncia l’incontro: “è un’iniziativa promossa da Polisocial, il programma di responsabilità sociale del Politecnico, e prevede l’apertura di spazi fisici in alcuni quartieri della città di Milano, in cui docenti, ricercatori e studenti del Politecnico potranno sviluppare attività di didattica innovativa, di ricerca responsabile e co-progettare con le realtà locali azioni e interventi che siano in grado di produrre un impatto positivo sulla collettività. Dal 2014 Il Politecnico di Milano è presente nel quartiere San Siro grazie all’esperienza del Laboratorio di ricerca e azione Mapping San Siro, promotore di numerose attività e progettualità per il quartiere”.

Nella mattina del 24 marzo 2019 con la partecipazione del Sindaco di Milano è stato inaugurato il GreenLivingLab in via Abbiati, promosso in collaborazione con l’Assessore a Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open data e con l’Assessore a Mobilità e Ambiente: “una strada che diventa vivibile, luogo di sosta, di incontro, di gioco, di socializzazione”. Francesca Cognetti, oggi delegata del Rettore alla Responsabilità Sociale per il Territorio, Politecnico di Milano, con un gruppo di collaboratrici e collaboratori docenti, ricercatori, studenti, nel 2014 ha dato il via a questo nuovo abitare del Politecnico nella città, nello spazio “Trentametriquadrati” di Via Abbiati, sulla traccia di un’idea che il Prof. Alessandro Balducci aveva lanciato anni prima.

Mi avvicino a osservare la Mostra allestita nei locali dell’Off Campus di Via Gigante contando sulla spiegazione che me ne dà la prof. Anna Delera. Sono quattro ambiti di esperienza di insegnamento. Umilmente, guardo, ascolto. Mi dico, questo è l’esempio di come si lavora per insegnare a costruire ponti di grande bellezza che stiano su per sempre. Una mattinata che mi propone il presente con un’idea dell’architettura, della città, del cambiamento possibile della relazione fra i suoi abitanti e l’Università. Una visione della città, del suo problema principale?

Nel Politecnico e nella città, questo presente, da dove? Nel 2005 le Lezioni in piazza! Prendiamoci la Scuola, l’Università! Docenti universitari e ricercatori scendono in tutta Italia dai recinti delle loro sedi accademiche a tenere lezioni nelle piazze contro la Riforma Moratti. Anche dalle mie parti, Comitato degli Inquilini delle Case Popolari del Calvairate, del Molise, del Ponti, avevamo partecipato.

Caffa-03

Penso agli studenti occupanti di Architettura che alcuni decenni orsono ci avevano invitati a un incontro – dev’essere stata l’ultima occupazione, i giovani occupanti di quel tempo ora devono essere nonni! – Gianna Casiraghi, nata nel Calvairate, pensionata ex operaia, vedova di un operaio, madre di un operaio, sulla soglia del Politecnico, mentre stavamo uscendo, aveva detto: “Io non ero mai stata prima d’oggi dentro l’Università”. Oggi, di nuovo, Lezioni in piazza, dopo la manifestazione degli oltre 100.000 ragazzi, il 15 marzo, a Milano, sulla via aperta da Greta Thunberg.

Oggi, nella città, questo presente di macelleria sociale, di proletari senza casa, italiani e immigrati, di abitanti in quartieri di case popolari segnati dal degrado e dall’esclusione, il tempo della lotta di classe dopo la lotta di classe.(2) Oggi, nella città occupata dall’orchestra dei suonatori di piffero, che ce la raccontano, dovunque, nelle ventiquattro ore, in casa nostra, dentro di noi, resistenti: in quale misura resistenti velleitari? In quale misura disertori della battaglia culturale necessaria, con l’intensità, l’ampiezza, la profondità necessarie, quella che incoraggerebbe i vinti dando loro voce, rivelando la verità degli interessi dominanti, i risultati, contro i vincitori e le loro rappresentazioni del migliore dei mondi possibili?

Caffa-02E’ l’ingiustizia, il problema principale della società, secondo le parole del card. Martini? Qualcun altro ha avuto, nel tempo, questa stessa visione della società? A chi rivolgo queste domande, io, sulla soglia del Politecnico, nel tempo degli Off Campus, nel pensiero del tempo di Paolo Portoghesi, del tempo di Carlo De Carli, preside della facoltà di architettura nel ‘68, sospeso perché colpevole di aver partecipato con gli studenti all’occupazione della Facoltà?

Nelle mutate condizioni, possiamo pensare insieme, Politecnico, Sindacati della Casa, Comitati di rappresentanza dei senza casa, delle famiglie abitanti nei Quartieri di case popolari di degrado e di esclusione, delle famiglie sgomberate dalle case occupate? Nelle mutate condizioni, pensiamo anche noi a un seminario monografico? Quale tema? Ad esempio:”Da una parte i grattacieli, decine di migliaia di case di edilizia privata vuote da anni, dall’altra i senza casa, le cosiddette Periferie”. Troppo lungo? Da troppo tempo? Oppure: “La Milano delle eccellenze, Scala, Università, Moda, Design, e l’Altra Milano”. Oppure? Consulenti scientifici, chi? I senza casa, italiani, immigrati? Gli abitanti delle cosiddette Periferie? Una lettura critica del libretto Prendiamoci la città, può servirci ad avere migliore coscienza del nostro presente, a trovare risposte per il nostro che fare? Prendiamoci la città: una visione della città, quando Carlo De Carli si meritava la sospensione dal suo lavoro di preside, quando Paolo Portoghesi(3) nella Facoltà di Architettura occupata teneva la sua lezione sulla questione delle abitazioni.

ULTIM’ORA

I fatti di Casal Bruciato, Roma. La sindaca Raggi è sul posto. Papa Francesco accoglie la famiglia rom.

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, partecipa ad un seminario alla Facoltà di Lettere e Filosofia, de “La Sapienza”, l’Università degli Studi di Roma.

Il cardinale Konrad Krajewski, nel palazzo occupato dal 2013 in via Santa Croce in Gerusalemme si cala al buio nella centralina elettrica e provvede, per circa 400 persone, fra cui molti bambini, a riallacciare la corrente, staccata da sei giorni per morosità. Konrad Krajewski è elemosiniere di papa Francesco dal 2013, con il compito della carità verso i poveri a nome del Papa.

Non deve “barricarsi dietro la scrivania”, ma recarsi direttamente per le strade di Roma o dove sia necessario. “L’ho fatto per i bambini”, dichiara. Un altro tema per il nostro seminario? Quale tema? Consulenti scientifici, chi? I bambini occupanti abusivi rimasti senza elettricità per 6 giorni? Quella bambina rom, spaventata, nelle braccia della sua mamma, a Casal Bruciato? Cerchiamo ciò che possa servirci ad avere migliore coscienza del nostro presente, a trovare risposte per il nostro che fare.

Franca Caffa

  1. Il volume può essere richiesto direttamente all’editore inviando l’importo contrassegnato in copertina (euro 12.00) sul c.c.p. 28556207 intestato a: Colibrì – Via Coti Zelati, 49, 20037 Paderno Dugnano, Milano
  2. Luciano Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe, intervista a cura di Paola Borgna, Laterza
  3. La foto di Paolo Portoghesi mentre scopa le scale della Facoltà di Architettura occupata è stata ripresa da Iginio Rossi, allora studente.,


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