14 aprile 2019
ATM, UN BIGLIETTO A METÀ
L’integrazione tariffaria lascia fuori i treni di Trenord. Ed è un grosso errore
14 aprile 2019
L’integrazione tariffaria lascia fuori i treni di Trenord. Ed è un grosso errore
Dopo il rinvio d’inizio anno, l’aumento delle tariffe di ATM – 33 per cento per il biglietto ordinario che passerà da 1,50 a 2 Euro, e 11 per cento per gli abbonamenti mensili (da 35 a 39 Euro) – scatterà probabilmente il primo luglio. Nel frattempo, i mancati introiti per il Comune di Milano del rinviato rincaro nei primi sei mesi dell’anno sono stati sostituiti con un dividendo d’oro, superiore ai 50 milioni previsti dal preventivo, che verrà deliberato a giorni dalla controllata SEA.
Il via libera all’aumento di biglietti e abbonamenti è arrivato dall’assemblea dell’Agenzia di bacino della Città metropolitana di Milano e della provincia di Monza e Brianza, ma senza la Regione Lombardia, che non era presente alla riunione. Per rendere digeribile questo forte aumento, l’Agenzia ha approvato una mini riforma tariffaria che prevede di integrare nel servizio urbano 19 comuni attorno al capoluogo, comprese le fermate del metrò di Rho-Fiera e di Assago, dove oggi il costo del biglietto è più alto. Da luglio, invece, il ticket singolo da 2 Euro sarà valido anche per la prima fascia dell’hinterland milanese, e verrà quindi meno la pesante disparità di trattamento tra utenti milanesi e pendolari. Infine, il biglietto singolo in metropolitana non sarà più valido soltanto per un viaggio, ma per 90 minuti, e il carnet da dieci corse potrà essere condiviso.
Fino a quando non si arriverà a un’intesa con la Regione Lombardia, tuttavia, l’integrazione tariffaria resterà ferma a metà, perché non riguarderà anche i treni di Trenord: un passeggero in arrivo a Malpensa, quindi, dovrà sempre acquistare un biglietto per il Malpensa express e una volta a Milano un’altro per i mezzi dell’ATM. Inoltre, la stessa Agenzia di bacino ha dichiarato che il provvedimento ha un carattere provvisorio.
Insomma, dopo lunghe discussioni si può dire che la montagna ha partorito un topolino, ma in compenso la data del primo luglio consente ai partiti di scavallare la scadenza elettorale di maggio. Ci si aspettava una vera integrazione tariffaria, e che la grande Milano potesse finalmente disporre di una rete metropolitana che connettesse meglio il centro con l’hinterland, ma la situazione è ancora tale per cui, appena fuori dal perimetro comunale, i servizi di trasporto sono e resteranno inadeguati.
Se infatti nel centro di Milano gli standard di servizio sono adeguati e il trasporto pubblico locale soddisfa il 50 per cento della domanda di mobilità, nell’hinterland questa percentuale crolla al 10, con i giorni festivi che continuano a essere senza corse mentre nelle fasce serali e pomeridiane l’offerta è ridotta alle sole esigenze scolastiche. Eppure la popolazione interessata è la stessa di quella milanese. Superare l’assetto milanocentrico dei servizi è una necessità per garantire una crescita equilibrata del contesto metropolitano, una riduzione delle emissioni inquinanti dell’uso eccessivo dell’automobile e una maggiore coesione sociale tra centro e periferia.
Dario Balotta
Un commento