28 febbraio 2019

ANCHE A MILANO GIOVANI AGRICOLTORI LAUREATI

Manca un piano a lungo termine per gli incentivi


“Sempre più giovani laureati scelgono di entrare nel mondo dell’agricoltura, in un momento dove c’è una contrazione delle iscrizioni alle facoltà universitarie tradizionali”, ha dichiarato Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Una sensazione gradevole ha provato quando, a Milano, ha sentito la testimonianza dei giovani imprenditori agricoli, durante l’evento “Biogas Italy – Change Climate. Agroecologia e gas rinnovabile”, organizzato dal Consorzio Italiano Biogas (CIB), il 28 febbraio e il primo marzo. Un appuntamento che è stato da ricettacolo per agricoltori e i loro stakeholder, i rappresentanti dell’industria e della politica.

Francesco Crivelli, dell’Azienda Agricola La Castellana, è uno dei giovani che ha investito in progetti ecosostenibili. La sua azienda è situata appena fuori dalle porte di Milano, a Corbetta, un comune che fa parte del Parco Agricolo Sud Milano. Ha due impianti per la produzione di biogas, un biocombustibile gassoso ottenuto dalla fermentazione in assenza di ossigeno di materiali residui di origine organica, animale e vegetale. “Una parte di produzione di biogas verrà destinata al biometano, che venderemo e verrà messo in rete, e sarà biometano avanzato per autotrazione” ha spiegato Crivelli. “Per far questo dobbiamo alternare un raccolto food con un raccolto energy, un programma fattibile perché abbiamo una stalla con 15 mila suini a ciclo chiuso. Utilizzeremo il primo raccolto per l’alimentazione dei suini e il secondo raccolto verrà destinato all’energia”. C’è anche chi, come Gloria Andretta della Società Agricola Andretta e Bizzotto di Marcon (VE) che ha realizzato il primo impianto di biogas attivo in Veneto, vuole destinare il biometano per il funzionamento dei traghetti a Venezia. Le idee ci sono e sono tante.

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Più giovani e più voglia di investire. Gli oltre 1200 impianti di biogas agricolo in Italia costituiscono un presidio ambientale irrinunciabile per il nostro Paese, “perché laddove c’è un digestore per biogas c’è anche una gestione virtuosa dei sottoprodotti agroindustriali e dei reflui da allevamento”, precisa Piero Gattoni, Presidente del Consorzio Italiano Biogas. “Il biogas è un supporto economico fondamentale per i nostri allevatori e agricoltori, che sono riusciti negli ultimi anni a mitigare gli effetti della crisi e hanno reinvestito nelle loro aziende, innovando”.

In Commissione Agricoltura Senato si parla di biogas, ha confermato Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione, sia come esempio di economia circolare sia come fonte di reddito per l’agricoltura. “A livello normativo europeo” ha spiegato l’europarlamentare Simona Bonafè (PD), relatrice del pacchetto economia circolare “abbiamo stabilito le direttive quadro, ora spetta ai decreti nazionali andare fino in fondo”. Nella legge di bilancio 2019, che è stata licenziata a fine dicembre, ci sono due commi – il 954 e il 957 – che prevedono la proroga degli incentivi per impianti di biogas, fino a riordino della materia. Ma “gli incentivi non saranno per sempre” ha dichiarato Gianni Girotto (M5S), Presidente della Commissione Industria Senato. E fa male al cuore sentirlo dire. Anche se sappiamo che l’incentivo per sua stessa definizione “è tale perché consente una spinta iniziale a una tecnologia non ancora matura, che potenzialmente può dare grossi benefici sociali, ma poi dovrà avere una curva decrescente nel momento in cui la tecnologia avrà fatto quei passi sufficienti alla green quality” ha poi spiegato Girotto.

Gli incentivi sono stati prorogati, hanno dichiarato un una punta di orgoglio Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, e Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, ma è un settore dove è necessario dare una prospettiva. “Gli incentivi più forti vanno dati a chi aiuta a combattere il mutamento climatico, il nostro più grande nemico. Questo, il criterio da cui partire” ha suggerito Rossella Muroni, Deputato (LeU) ed ex Presidente della Lega Ambiente. “Inizierei a rivedere i 16 miliardi di euro di incentivi che vengono dati a fonti ben mature, ad esempio i fossili, il petrolio e le loro estrazioni. Abbiamo bisogno di certezza, di stabilità e un piano generale da qui al 2050.”

Siamo troppo abituati a rimandare le cose, l’agenda delle urgenze è dettata dalla scadenza elettorale e la frase più comune è diventata “se ne parla dopo le elezioni europee”, dimenticando che dopo inizierà il balletto di quanto durerà il Governo. L’agricoltura visto il tema dei mutamenti climatici, dell’abbandono delle terre, anche delle difficoltà che incontra a causa di un vecchio sistema che stenta a cambiare, ha bisogno di un sistema che si autoalimenti e si sovvenzioni per essere competitiva.

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Protagonisti dello sviluppo del futuro sono gli aggregatori, i principali driver del cambiamento tecnologico. Potranno compensare le altre fonti rinnovabili, tipicamente non programmabili, come l’eolico e il fotovoltaico, “per cui io comincio già a ipotizzare che una fonte di remunerazione ulteriore, rispetto all’incentivo classico statale, possa essere la partecipazione a questi mercati di servizi, cosiddetti ancillari, che in questo momento vedono le rinnovabili ancora tagliate fuori” ha affermato Gianni Girotto.

“Il nostro obiettivo” ha rassicurato il Ministro Gian Marco Centinaio “è che gli agricoltori possano beneficiare della scelta di investire in un impianto di biogas per poter avere una forma di reddito alternativo.” Anche Vannia Gava, Sottosegretario Ministero Ambiente e della tutela del territorio e del mare, è d’accordo, tanto da mettersi a disposizione insieme al Ministero dell’Agricoltura e al Ministero dello Sviluppo Economico “perché dobbiamo trovare una sintesi e portare avanti tutti insieme questa richiesta per produrre energia pulita.”

Cristina Bellon

 

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