22 gennaio 2019

ATM E IL SOGNO DELL’INTEGRAZIONE TARIFFARIA

Mezzi pubblici, Milano ultima metropoli priva di un ticket unico


L’ultima barriera che ostacola Milano nel raggiungimento della posizione di vera area metropolitana è l’adozione di tariffe integrate nel trasporto pubblico, con la conseguente cessione delle funzioni di pianificazione e di coordinamento di tutti i sistemi di trasporto, autobus, treni, tram e metropolitana all’Agenzia di Bacino (ovvero l’Authority dei trasporti). Milano è la sola area metropolitana europea senza il ticket unico adottato con successo, da oltre un trentennio, in tutte le grandi città del vecchio continente.

190122_Balotta-01In questi giorni assistiamo all’ennesimo rinvio della riforma e quindi all’adozione di un vero biglietto unico. Infatti non c’è il via libera della Regione per l’eccessivo aumento del 33% delle tariffe di ATM giustificato dalla futura integrazione. La Regione a sua volta dovrebbe cedere la sua competenza sulle tariffe anche ferroviarie all’agenzia di Bacino. Se la Regione non vuole approvare, e quindi avallare, il maxi-aumento tariffario, il Comune di Milano ne ha bisogno anche per far quadrare il suo bilancio, con un aumento delle entrate annuali di 50 milioni di euro.

ATM ha sempre tratto vantaggio dal vecchio sistema tariffario provinciale (SITAM), con ricavi maggiori rispetto alle altre aziende di trasporto che operano sull’area. Un complesso meccanismo di «aree», «zone» e «semizone» che rendeva difficile anche l’acquisto del giusto biglietto per cittadini e pendolari. Tale sistema tariffario “piratesco” ha anche penalizzato, con tariffe maggiorate, la prima fascia dell’hinterland milanese.

L’entità dell’aumento è spropositata anche in ragione del fatto che dopo diversi rinvii è ancora lontana la gara per l’affidamento dei servizi nell’area metropolitana ( il contratto scade nel 2020) e il Comune si è anche premurato di escludere in futuro  i servizi accessori connessi: la sosta a pagamento, la rimozione e la custodia delle auto, la gestione dei sistemi di accesso ad Area C, la manutenzione e la gestione del Sistema integrato di controllo del traffico e del territorio, il car e il bike sharing.

190122_Balotta-02Se a Milano gli standard di servizio soddisfano il 50% della domanda di mobilità, non è così per l’area metropolitana dove la quota frana al 10%, dove frequenze e qualità dei servizi si fanno proprio desiderare. Assente il servizio nei giorni festivi e nelle ore serali, esso sembra più un sistema di solo scuolabus.

La riforma tariffaria è dunque indispensabile per riequilibrare i servizi tra Milano e fuori Milano cioè nell’area dove Giuseppe Sala (spesso se lo scorda) è pure il Sindaco metropolitano oltre che di Milano. Il rilancio del trasporto pubblico è una necessità non solo per ridurre le emissioni nocive di pm 10 nell’aria causate dalla congestione del traffico veicolare, ma anche per assicurare maggiore coesione sociale tra centro e periferia grazie a servizi capillari con l’hinterland.

Dario Balotta



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  1. valentino ballabioGiusta conferma di quanto osservato dalla ricerca internazionale che dà Milano al 16° posto per il trasporto urbano ed al 104° per la qualità della governance complessiva, che dunque comprende la mobilità interurbana. Il sogno dell'integrazione tariffaria corrisponde al rifiuto politico di una vera istituzione metropolitana, malamente surrogata da una finta omologa “città”, in realtà ex-provincia residuale, e da una Agenzia di Bacino quale tardivo e parziale rimedio all'improvvida scissione di Monza e sud-Brianza. Tale “Authority dei trasporti” risulta infatti assai poco autorevole, schiacciata dalla diarchia Comune capoluogo/Regione, a discapito di ogni istituzione intermedia e dei Comuni piccoli e medi dell'area centrale della Lombardia.
    23 gennaio 2019 • 09:26Rispondi
  2. luigi gennariSo che è utopia, benché in qualche stato estero sia stato già adottato, ma se fosse gratis sarebbe veramente una rivoluzione! Sociale ed ambientale. Mi piace almeno immaginarlo. #wgreta
    24 marzo 2019 • 12:22Rispondi
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