16 maggio 2023

A QUARTO OGGIARO OGGI SI VIVE BENE

L'uscita dal degrado e l'instancabile attività di Antonio Iosa


 Copia di Copia di rification (3)

Quei 4 ponti e poi Quarto Oggiaro. Inizia così questo racconto di un quartiere abusato; evitato; discriminato, è questo un fatto. Con l’aggregazione del Comune di Musocco nel 1923 il Comune di Milano si appropria di un borgo che viveva di sé, della sua economia prevalentemente agricola. Poi arriva la guerra e il dopo guerra. Inizia l’edilizia popolare, il quartiere viene completamente trasformato, resta il borgo di Quarto Uglerio (antico nome di Quarto Oggiaro) di via Aldini. Il quartiere viene usato per rilocare i tanti sfollati del centro di Milano che doveva essere ricostruito. Arrivano anche le braccia della ricostruzione, il sud stremato dalla guerra e da molti altri problemi. Si fugge dalla miseria.

Arrivano paesi interi e anche i confinati della mafia con le loro comunità di affiliati e familiari.

Il sud che lavora, il sud che non lavora e vive di altro. Un intreccio di disagi e vuoti, ombre e miseria ma anche dignità nelle tante famiglie che danno tutto a quella Milano da ricostruire, anche la propria vita, vita di un Terun si dirà.

Il quartiere scivola nel disagio sociale, l’essere isolato da Milano geograficamente è fatale,  manca tutto, qui si dorme e si lavora ma si fanno anche figli, e questi figli crescono in un contesto di degrado, di vacuità che li pervade ma loro non lo percepiscono, sono infondo felici nella loro innocenza e spensieratezza dell’infanzia, tra un mucchio di sassi e i cantieri che intanto proliferano, i palazzoni spuntano come funghi, tanti ambiscono a un appartamento nuovo, moderno e dopo qualche anno e la grande crescita economica, si sentono di dare fiducia a questa Milano del lavoro, del futuro, della modernità, cosi chiamano i familiari e portano a Milano i genitori, gli zii, gli amici. Peccato che Milano è lontana, troppo lontana e ben presto finisce quel sogno e si presenta la realtà di una periferia, cruda, spietata, cannibale.

Il quartiere è un fortino della malavita (P.zza Capuana), ma anche un crogiuolo di protesta, di politica estrema di destra e di sinistra. Nascono le prime associazioni che si affiancano alle realtà cattoliche che non hanno mai abbandonato la gente, i bimbi e le loro mamme. Sono gli anni 70, gli anni delle pistole, anni di forti contrasti e in questo contesto c’è un uomo che sente di dover fare qualcosa, è  Antonio Iosa, pugliese come tanti nel quartiere.

Il Sig. Antonio Iosa è un uomo che si interessa, s’informa e capisce che in quel quartiere bisogna fare la propria parte, c’è troppo degrado, disagio, analfabetismo, furia giovanile, rabbia, le famiglie lavorano, sono assenti, i figli intanto crescono e sfogano la rabbia che hanno dentro in qualche modo. Alcuni sono deboli e non ce la fanno, scivolano. Terreno fertile per le forze estreme e le tenebre della malavita che intanto si organizza per gestire il nuovo paradiso, la droga.

Antonio Iosa è un democristiano, cattolico, ma anche sensibile alle problematiche del popolo dei quartieri. Nel 1962 apre un circolo culturale, il circolo Carlo Perini (Carlo Perini Esponente della DC della prima ora che aderì alla Resistenza contro il fascismo, presidente di Azione Cattolica, nativo del quartiere Cagnola, vicino a Vialba e Quarto Oggiaro), in cui si fa il necessario per affrontare gli argomenti e le problematiche dell’epoca, per intervenire dove ci sia bisogno, si cerca di recuperare i giovani in forma laica e si crea dialogo in un quartiere operaio.

Una forma di dialogo, assolutamente vocato ad andare incontro alla classe operaia, alla povertà, ai disagi, non piacque né all’estrema destra (attentato fascista al circolo nel 1970) né all’estrema sinistra che nel 1980, con le BR della colonna Walter Alasia, irruppe presso la sede della DC di via Mottarone sparando e gambizzando i quattro condannati tra i quali il Sig. Iosa. Restò nelle loro mani il classico volantino con la rivendicazione: “Siete rei di ingannate le masse popolari”.

A Quarto Oggiaro intanto, la droga inghiotte vite, troppe vite, il quartiere sprofonda nel più profondo girone infernale dal quale difficilmente si risale. Erano gli anni 80. Trascorre un decennio di buio ma anche di grande fermento in cui nascono tantissime associazioni che cercano di contrastare questo cannibalismo di quartiere, fino alle retate del 1992 e del 1995 grazie alle quali il quartiere inizia ad uscire dal tunnel e proliferano le associazioni, tra queste l’Associazione Volontaria Lotta alla droga, fondata da Dante Cicora ma anche l’associazione Quarto Oggiaro Vivibile oggi gestito da Pino Lopez.

Intanto Antonio Iosa, va avanti con la sua testimonianza, tuttavia con fatica per via delle innumerevoli operazioni che subisce per non perdere le gambe, si arriva al 2003 quando il Circolo Perini diventa Fondazione Carlo Perini.

Fondazione Perini eredita la forza di Antonio Iosa (insignito dell’Ambrogino d’oro), le idee di un uomo della periferia, che ha speso la vita per portare la luce in quei luoghi dove è mancata per tanti, troppi anni. Il leitmotiv di Fondazione Perini è il decentramento di una cultura di qualità o di eccellenza lontano dai salotti buoni, promuovendo iniziative appoggiate da diverse personalità, intellettuali, politici, personaggi del mondo dell’istruzione, della letteratura, del teatro.

A Quarto, grazie all’impegno di Fondazione Perini e delle altre realtà del territorio, il quartiere si riprende anche alcuni luoghi del bello come Villa Scheibler (casa di caccia degli Sforza), oggi sede della Casa delle Associazioni, luogo in cui il Comune di Milano, celebra matrimoni, e le varie associazioni organizzano incontri culturali, musicali e teatrali. Il quartiere rinasce e il Comune di Milano si attiva, nascono e vengono rigenerati parchi immensi (Parco Verga, Parco dei 600, Parco Villa Scheibler), Quarto diventa un quartiere molto seguito, i palazzi popolari vengono ristrutturati, le strade, le scuole.

Così si arriva ai giorni nostri, dal 2010 in poi. Fondazione Perini ha una struttura ben consolidata, la presidenza è di Christian Iosa, uno dei due figli di Antonio Iosa, purtroppo venuto a mancare il 29 agosto del 2019.

Oggi Fondazione Perini non tradisce le proprie radici, si occupa delle periferie di Milano nell’ambito della divulgazione di un messaggio culturale, fatto anche di riscoperte della storia dei quartieri, di iniziative culturali di altro profilo ma anche di respiro popolare, di grande impegno verso il recupero di tutte quelle realtà ancora sepolte nel degrado e l’oblio, un tempo simboli delle diverse Comunità.

Il quartiere invece, assolutamente ormai lontano dagli stereotipi che lo assimilano al peggio che si possa pensare a Milano, è rinato, gode di tantissimo verde, da anni non subisce più situazioni di stallo (l’ultima nel 2013 con omicidi in ambito mafioso) e soprattutto pullula di associazioni che si occupano di seguire, recuperare i giovani, le loro famiglie e i disagi che ancora pesano sulla comunità. A Quarto Oggiaro si può vivere comodamente, godere di luoghi recuperati e di una grande solidarietà tipica della gente di queste parti, per lo più di provenienza meridionale ma anche milanese, rimasta dopo essere sfollata nel periodo del dopo guerra.

Non bisogna certo negare le problematiche date da una residua presenza di figure malavitose tuttavia inattive nel quartiere, e dalla disoccupazione oltre che a un complicato recupero della scolarizzazione sia di ragazzi provenienti da famiglie indigenti che da famiglie con diverse complessità; tuttavia un problema marginale e certo non percettibile da chi volesse prendere casa nel quartiere, purtroppo ancora poco connesso con la città ma inserito nel programma di potenziamento delle metrotranvie di Milano (linea metropolitana M6 e la metrotranvia 7).

La Fondazione Perini oggi ha una sede in Via Aldini 72, offre una biblioteca eccellente, specializzata sullo sviluppo storico-urbanistico delle periferie, ed un archivio dichiarato dalla Soprintendenza d’importanza storica dotato d’importanti testimonianze sull’attività storica, con lettere manoscritte, documenti storici e una imponente presenza di immagini storiche dei quartieri della periferia Milanese, annessi dopo il 1923. Fondazione Perini ha iniziative in tutta Milano, là dove ci sia da divulgare cultura e storia, compresi i luoghi importanti e la storia di questa nostra grande Città. Una bella realtà che fa ben sperare in una controproposta a modelli di sviluppo oggi davvero lontani dalle idee di integrazione e convergenza d’intenti.

Tra le belle realtà del quartiere, figura anche la Fondazione Arché, un importante realtà a livello nazionale che si occupa di bambini sieropositivi e di sostegno alle Famiglie vulnerabili, purtroppo avvolte nella nebbia della tossicodipendenza.

Quarto Oggiaro, un nome che oggi rappresenta uno dei maggiori punti di riferimento della Milano che guarda agli ultimi, ai più lontani, per molti un paradosso, per i più un riscatto di quartiere e di una Città che da sempre incarna l’accoglienza e il sostegno di chi resta indietro, antitesi della Milano da bere, di una Milano che non si ferma, e forse nemesi di una città che oggi volta le spalle ai non conformi.

Gianluca Gennai

Riferimenti web:

https://www.fondazioneperini.org/la-fondazione/

https://www.dietrolangolo.city/droga

http://quartooggiaro.vivibile.com/p/blog-page.html?m=1

https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/anagrafe/matrimoni-e-unioni-civili/villa-scheibler

https://www.milanotoday.it/cronaca/inaugurazione-parco-franco-verga.html

http://luceepensieri.altervista.org/parco-dei-600-il-murale-per-denunciare-la-violenza-sulle-donne/

https://moovitapp.com/index/it/mezzi_pubblici-Quarto_Oggiaro-Milano_e_Lombardia-site_22837857-223

https://www.milanoalquadrato.com/2016/10/19/villa-scheibler/

https://arche.it/contatti/

P.S. Ringrazio Christian Iosa; Presidente di Fondazione Perini, per il fondamentale supporto.



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  1. Gianluca GennaiNel pezzo, cito Fondazione Arché, senza approfondire sull'importante lavoro che svolge. Lo faccio adesso. Fondata nel 1991 da padre Giuseppe Bettoni, Fondazione Arché Onlus si prende cura di bambini e famiglie vulnerabili nella costruzione dell’autonomia sociale, abitativa e lavorativa offrendo servizi di supporto e cura a Milano, a Roma e a San Benedetto del Tronto. A Milano, attraverso Casa Carla a Porta Venezia e Casa Adriana a Quarto Oggiaro, ospita mamme e bambini con problematiche legate a maltrattamenti, immigrazione, disagio sociale e fragilità personale e offre alloggio temporaneo a nuclei familiari in difficoltà attraverso i suoi appartamenti. Per chi volesse maggiori informazioni: www.arche.it Ringrazio il Responsabile della comunicazione di Arché, Alessandro Pirovano, per le preziose informazioni. Gianluca Gennai
    18 maggio 2023 • 13:18Rispondi
    • Fondazione ArchéGrazie Gianluca per l'interessante pezzo su Quarto Oggiaro. Essere citati tra le realtà protagoniste della rinascita di un quartiere che ha tanto da dire ancora ci fa piacere ed è un ulteriore motivo per continuare le nostre attività sul territorio.
      19 maggio 2023 • 12:29
  2. Annalisa FerrarioArticolo bello e interessante, che mostra come le realtà anche più bistrattate si possano riscattare. Quarto Oggiaro da simbolo del degrado a quartiere da vivere. Bravi
    18 maggio 2023 • 20:11Rispondi
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