8 dicembre 2018

MOTO CHE PASSIONE! E CHE RISCHI!


L’équipe di medici dell’Unità Operativa e Cattedra di Chirurgia Maxillo Facciale dell’ASST Monza, Ospedale San Gerardo, ha organizzato lo scorso 22 novembre l’incontro “Scuole in moto-L’ospedale incontra le scuole”, dedicato agli studenti dei licei classico statale “Bartolomeo Zucchi” di Monza, artistico statale “Amedeo Modigliani” di Giussano e scientifico statale “Marie Curie” di Meda.
L’obiettivo era sensibilizzare i giovani alla prevenzione dei traumi da incidente motociclistico attraverso comportamenti di guida corretti e l’utilizzo dei sistemi protettivi.

I medici hanno spiegato che quando si circola in moto occorre proteggere anche il volto e il sorriso indossando un casco integrale perché in caso di incidente l’integrale, contrariamente al jet, protegge dai traumi anche queste parti della testa. Hanno spiegato che il trauma facciale provoca non soltanto conseguenze estetiche sul volto, ma ripercussioni sull’apparato stomatognatico con alterazione della masticazione, del gusto e dell’alimentazione in generale, danni agli occhi, a nervi sensitivi e motori, alle vie lacrimali, al naso e alla qualità della respirazione.

181209_Guiso-02Hanno spiegato che la guida della moto richiede buone condizioni psicofisiche, addestramento, alimentazione e idratazioni ottimali, riposo regolare, una buona postura in sella, la lettura della strada per individuare gli ostacoli, l’uso consapevole del veicolo e del rispetto delle norme del Codice della strada, per evitare sanzioni e acquisire quel senso civico che deve far parte di ognuno.
Hanno anche spiegato che alcol e droghe vanno banditi perché alterano la percezione del mondo esterno, abbassano le difese e mettono a rischio la vita.

All’incontro sono intervenuti la Federazione Motociclistica Italiana Comitato Regionale Lombardia nella persona che firma questo articolo, e l’istruttore di guida sicura, il medico traumatologo Marco Guidarini, presidente dell’Associazione Motociclisti Incolumi onlus, i quali hanno parlato di strade mal progettate e mal tenute, cause di lesioni anche gravi, e mostrato il funzionamento dell’airbag per motociclisti.

Ospiti i piloti Lorenzo Zanetti, Lorenzo Mauri, Lorenzo Gandola, Stefano Mango e Manuel Rocca presentati dal giornalista Alberto Porta, i quali hanno raccontato la propria esperienza nel mondo delle competizioni e affermato che le velleità sportive vanno provate solo in circuito e non sulla strada dove i pericoli sono innumerevoli.
L’idea di organizzare l’incontro con gli studenti è stata del dott. Giorgio Novelli dell’Unità Operativa e Cattedra di Chirurgia Maxillo Facciale del San Gerardo, un’unità che è un’eccellenza nel settore perché ha sviluppato e ampliato l’utilizzo della navigazione chirurgica e dei software di pianificazione virtuale per il trattamento e la ricostruzione dei volti nella traumatologia, ed è stata la prima in Italia a utilizzare la navigazione chirurgica nella ricostruzione delle orbite e a integrarla con le tecnologie virtuali ricostruttive già presenti. Novelli ha analizzato i dati clinici di oltre 1900 pazienti sottoposti alle cure ospedaliere e ha dedotto che il trauma cranio-facciale costituisce il 34% dei traumatismi facciali di cui circa il 70% è da trauma motociclistico. Ha osservato che più del 65% dei pazienti operati per trauma facciale, indossava un casco aperto, che le lesioni riportate usando caschi non integrali sono mediamente più gravi e aumentano il rischio di danni irreversibili agli organi di senso. Ha osservato inoltre che i pazienti operati con fratture facciali nonostante l’uso del casco integrale, molto probabilmente con un casco aperto avrebbero perso la vita.

«Nel trauma motociclistico la causa più frequente di decesso sono le complicanze craniche e cranio-facciali» ha affermato Novelli. «Per rendersene conto è sufficiente guardare i video dei crash-test motociclistici: la faccia e il complesso cranio-facciale sono i primi a essere coinvolti nel trauma motociclistico stradale. Il casco integrale è una conquista importante della società perché ha permesso di ridurre drasticamente le morti per trauma cranico».

L’attività quotidiana di Novelli e dei chirurghi dell’Unità Operativa comprende anche la personalizzazione delle ricostruzioni dei volti traumatizzati per dare ai pazienti la possibilità di vivere una vita degna di questo nome. Sono interventi chirurgici complessi, che durano molte ore e richiedono strumenti, tecnologie e materiali costosi, e che hanno un elevato costo per pazienti e Sanità.
Per ridurre questi costi occorre insistere sulla prevenzione.

«I motociclisti non sono solo quelli che utilizzano la moto per passione o per una gita fuori porta – ha sottolineato Novelli – ma sono anche lavoratori e studenti che ogni giorno utilizzano un veicolo meraviglioso per spostarsi. È un dovere proteggerli. Noi siamo per il casco integrale o comunque con protezione facciale: non potrebbe essere altrimenti». E se lo dice un chirurgo che è anche un appassionato motociclista…

Giovanna Guiso

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