6 dicembre 2018

CHI PUÒ UCCIDERE SUA MADRE?

«Elektra» di Strauss e von Hofmannsthal alla Scala di Milano


Di tutte le saghe familiari, quella degli Atridi è la più tremenda. Nessuna soap opera moderna ne potrà mai eguagliare la profondità degli intrighi e i grovigli della trama. È una vicenda che ha meritato l’approfondimento dei tre più grandi tragediografi dell’antichità: Eschilo, Sofocle ed Euripide.

181206_Muscianisi-01La domanda di fondo s’interroga su chi possa legittimamente uccidere la propria madre. «Nessuno» risponde Eschilo: solo la pietà degli dèi che interrompa un’eterna catena di sangue col perdono. «Criminali assetati di sangue», secondo Euripide, lo possono fare cercando un’impunità con il ricatto e altri delitti d’innocenti. «E se la madre fosse una non-madre?», si chiede Sofocle. Se, cioè, lo fosse di sangue, ma non di cuore? Questo legittimerebbe un ‘omicidio giusto’, là dove tutto sovverte la natura.

La poesia tragica del librettista Hugo von Hofmannsthal scritta agli inizi del Novecento ha uno sviluppo originale suo proprio, ma prende molti spunti dai tre grandi tragici attici. Dalle Coefore di Eschilo prende il grande valore dato all’omicidio e la corrispondenza di un castigo a una colpa: infatti, i cadaveri di Clitemnestra e di Egisto restano come carogne sulla scena. Dall’Elettra e dall’Oreste di Euripide viene l’uccisione a tradimento della madre e dell’amante. Da Sofocle riemerge l’impianto drammaturgico generale della sua Elettra: la protagonista non esce mai di scena, è la vera eroina della vicenda in contrasto tra il suo animo nobile e la sua vita dileggiata persino dalle schiave.

181206_Muscianisi-02Strauss ha composto una musica sulla pièce teatrale già esistente. Ha dato un sapore quasi cinematografico alla sua partitura, come una colonna sonora che segua la drammaturgia. Ogni personaggio ha un proprio “tema”, accordi particolari con note specifiche per ciascuno: gli accordi chiave. Importanti quelli di Elettra e di Clitemnestra, che non s’incrociano mai armonicamente, e che risultano drammaturgicamente funzionali nei momenti di contrasto tra i due personaggi, non solo nelle arie, ma anche nei recitativi, come la scena in cui Clitemnestra vuole raccontare il proprio incubo alla figlia e da lei lo vuole spiegato.

Waltraud Meier è un’eccellente Clitemnestra, mezzosoprano dalle notevoli capacità attoriali, abile nell’esternazione vocale e mimica delle paure, gioie e odi del personaggio forse più tormentato della vicenda di von Hofmannsthal. È una «madre non-madre» come in Sofocle, che non si preoccupa dell’abiezione della vita della figlia, anzi preferisce che resti umiliata e soffocata; ma allo stesso tempo chiede il consiglio e il conforto di Elettra, quasi come se i ruoli di madre e figlia fossero invertiti.

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Il soprano Ricarda Merbeth presenta un’Elettra visionaria, un po’ vestale e un po’ baccante, ritirata nella sua solitudine e allo stesso tempo bisognosa di urlare al mondo la sua profezia di sciagura, in cui tanto credo, che lei stessa si vuole fare attrice protagonista della vendetta. Elettra è guidata dall’odio e nel suo stesso odio estatico muore alla fine del dramma. La madre che le ha dato la vita è la stessa madre che la vita gliel’ha tolta: Elettra viveva solo con lo scopo di vendicarsi sulla madre e una volta ottenuta la vendetta, la sua stessa vita non ha più senso. È una riflessione sull’odio come fuoco che alimenta e consuma allo stesso tempo l’anima.

Molto buone la prestazioni del tenore Roberto Saccà (Egisto) e del soprano Regine Hangler (Crisotemide, sorella di Elettra), capaci di catturare anche sul piano drammaturgico l’idea di personaggi importanti e passivi. Meno incisiva ho trovato la presenza di Michael Volle, il baritono che veste i panni di Oreste, senza Elettra forse non avrebbe ottenuto la stessa efficacia. Splendida nel canto, nelle parole e nella mimica la scena del riconoscimento dei fratelli.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano (Teatro alla Scala): 1. Elektra con l’arma che la madre Clitemnestra usò per uccidere il padre Agamennone; 2. Clitemnestra ed Elettra nella scena del racconto dell’incubo; 3. Elettra mostra a Egisto il cadavere di Clitemnestra.



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