15 maggio 2018

cinema – L’ISOLA DEI CANI di Wes Anderson


Data di uscita: 1 Maggio 2018
Genere: Animazione
Regia: Wes Anderson
Attori (voci): Bryan Cranston, Edward Norton, Bill Murray
Paese: USA
Durata: 101′

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Nel Giappone del 2038 la popolazione di cani è cresciuta a dismisura e sta diventando veicolo di pericolose infezioni. La strenua opposizione di una minoranza non impedisce l’approvazione dell’iniziativa del sindaco della futuristica città di Megasaki, che prevede la quarantena su un’immensa isola di rifiuti per tutti i cani della nazione. Dopo cinque mesi di isolamento, un gruppo di cinque cani, da tempo stanco della vita difficile, incontra il dodicenne Atari, precipitato con il suo piccolo velivolo tra le montagne di immondizia. Un po’ confuso, il giovane riesce a far capire di essere in cerca del suo cane Spots e convince gli animali ad aiutarlo nella sua missione, senza sapere se il migliore amico sia davvero ancora vivo …

 

Già dalla sinossi si capisce come quest’anno Wes Anderson abbia prestato il suo bizzarro e acclamato stile a una creatura altrettanto originale. Le tinte pastello, le inquadrature simmetriche e i personaggi stravaganti ma mai piatti, caratteristici del cinema del regista di “Grand Budapest Hotel” sono gli ingredienti di un film visivamente unico. I colori e le luci, curati nei minimi dettagli, contribuiscono ad avvicinare lo spettatore ancora di più ai protagonisti, il cui pelo sembra più tangibile che mai grazie a una stop-motion di altissimo livello. Grazie allo studio dei comportamenti canini gli animatori rendono estremamente realistici i movimenti degli animali e le loro illustri voci (originali) attribuiscono loro un’umanità non così scontata per personaggi artificiali.

cinema18FB2Come nel precedente “Fantastic Mr. Fox”, i protagonisti sono animali in lotta con l’uomo e quest’ultimo, ne “L’isola dei cani”, non vede soluzioni ai problemi se non l’isolamento o l’annientamento di ciò che è diverso e apparentemente inconciliabile con la sicurezza di una nazione. Vi ricorda qualcosa?

Con la leggerezza che lo caratterizza, Anderson costruisce un’avvincente e semplice allegoria della modernità, in cui il bene è impersonato dagli emarginati e il cambiamento è provocato da chi, come la studentessa americana Tracy Walker, è diverso dalla massa. Dipingendo un oriente distopico nel pieno rispetto della cultura e della lingua giapponese, il regista texano critica, neanche troppo velatamente, una società fondata sul pregiudizio e sulla paura, che di questi tempi stanno prepotentemente diventando le leggi dei rapporti umani. Su questo sfondo emergono i valori della famiglia e della lealtà, che aiutano i protagonisti a restare uniti e sono essi stessi il motore di una storia semplice ma ricca di possibili interpretazioni. Tra viaggi in cabinovia e lunghe camminate nell’immondizia, c’è chi una famiglia la trova, chi la costruisce e chi la rinnega, mentre due popolazioni tentano di riavvicinarsi ribellandosi a un potere ingiusto.

“L’isola dei cani” ha la particolarità dei grandi film d’animazione: può essere visto sia con gli occhi sognanti di un bambino, disposto a lasciarsi affascinare da una fiaba lontana, sia con gli occhi di chi la fiaba la sente vicina ed è alla ricerca di una storia profonda e di un capolavoro di tecnica.

Questa rubrica è a cura di Giovanni Carosio
rubriche@arcipelagomilano.org

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