13 febbraio 2018

cinema – 50 PRIMAVERE


Anno: 2017
Regia: Blandine Lenoir
Attori: Agnes Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot, Lou Roy-Lecollinet, Samir Guesmi
Paese: Francia
Durata: 89′
Distribuzione: BIM

cinema06FBAurore (una splendida Agnès Jaoui) ha cinquant’anni, è tormentata da vampate di calore che la imbarazzano, è separata, ha una figlia incinta e una che è intenzionata a mollare la scuola per seguire un amore fatuo. Vive in una piccola città francese. Fa la cameriera e, mentre le cambia la vita personale, cambia anche il gestore del suo locale: arriva un giovane “sotuttoio” che decide persino di cambiarle il nome nel più comune Samanta (forse con l’acca) e che la costringe a licenziarsi.

Cinquant’anni possono essere un disastro (fisico che cambia, difficoltà a trovare lavoro, le figlie che se ne vanno), possono anche essere una ripartenza (c’è tempo per se stesse e una certa libertà), specie se si incontra, casualmente, il vecchio amore del liceo. Chissà come sarebbe stato se, mentre faceva il militare, quest’amato non fosse stato sostituito nel cuore di Aurore dal suo migliore amico, divenuto anche padre delle sue figlie. Per di più il sostituto si è rivelato anche indegno e nemmeno un buon padre e ora è incastrato in una nuova famiglia con una compagna giovane e due figlie piccole.

Il vecchio amore, invece, è single e fa l’ecografo, giusto quello che ci vuole per una figlia incinta e per vedere se, accompagnandola alla visita, può rinascere un antico sentimento. L’amore è ancora possibile, certo sembra lo sia soprattutto per gli uomini che in genere cambiano la moglie per una nuova compagna più giovane, ma la sua migliore amica (quella che fa scenate per strada agli uomini accompagnati da “lolite”) dimostra che si può vivere una vita sbarazzina. Si può essere sbarazzine, fare sesso anche con la menopausa (è un messaggio alle spettatrici?) e si può osare anche l’amore e persino recuperare un rapporto sfilacciato con le figlie, riconoscendo empaticamente i disastri di ciascuna per poi superarli.

Cinquanta primavere (sarebbe stato migliore il titolo originario “Aurore” che circoscrive l’esperienza a una persona e non evoca titoli con altre “Cinquanta”) è una commedia un po’ prevedibile, leggera, che non manca di profondità ed è soprattutto molto al femminile, se non solidale, con le donne della stessa età della protagonista.

Le incertezze della narrazione sono compensate dalla bravura di Agnès Jaoui che aderisce al personaggio Aurore con sensibilità, empatia e allo stesso tempo senza fare sconti alle sue debolezze.

Dorothy Parker

Questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org



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