7 novembre 2017

sipario – “CARMEN” DEL SUD


Teatro Carcano di Milano, recita del 5 novembre 2017.
Carmen. Balletto in due atti e sei scene dal racconto di Proper Mérimée. Coreografia di Fredy Franzutti. Musiche di Georges Bizet, Emmanuel Chabrier, Isaac Alméniz, Jules Massenet. Scene di Francesco Palma. Produzione del Balletto del Sud.
Nuria Salado Fusté (Carmen, una zingara), Carlos Montalván (Don José, un soldato), Aleksandr Jakovlev (Zuniga, il tenente), Tsetso Gergiev Ivanov (Escamillo, il torero), Martina Minniti (Micaela, la fidanzata di José).

Da Lecce arriva in tournée milanese il Balletto del Sud di Fredy Franzutti. I circa venti danzatori della compagnia sono stati ospitati dal Teatro Carcano, un palco molto usato nella danza a Milano, forse un po’ stretto per la compagnia leccese. Il Balletto del Sud ha messo in scena il balletto Carmen dalla storia ampiamente usata nel balletto e nell’opera, da Bizet a Roland Petit, nella coreografia del suo direttore e fondatore Fredy Franzutti.

È bello vedere come un realtà professionale della danza viva e sopravviva nel nostro Mezzogiorno, che – all’infuori della compagnie del Teatro San Carlo di Napoli e del Teatro Massimo di Palermo – non ha molti altri esempi. È lodevole infatti che la compagnia sia internazionale, infatti molti componenti non sono italiani; ma è lodevole anche che molti danzatori locali pugliesi ne facciano parte. Il Balletto del Sud è una realtà coreica radicata sul territorio in cui è nata, ma con un anelito itinerante, che ben si intona con la volontà di farsi conoscere.

La storia di Carmen e Don José è una storia che parla di amore e morte, una klimax ascendente di seduzione, passione, gelosie e delitti. Perfetta per l’opera, perfetta per il balletto. Le ambientazioni della Spagna, o meglio, dell’Andalusia gitana, selvaggia ed esotica offrono lo spunto per sensuali danze e passioni forti.

La coreografia di Franzutti mostra una volontà ben viva di raccontare e meravigliare insieme. La meraviglia si evince dalla ricerca del virtuosismo per gli uomini – molti tours en l’air, sauts de basque e pirouettes – e della linea estrema per le donne – doti di gambe a 180°, arabesques e penchés svettanti. Tuttavia, alcuni elementi coreografici ideati troppo en face senza geometrie dello spazio e quindi delle coppie o dei singoli danzatori conferivano al balletto un assetto un po’ ripetitivo.

Le scene e i costumi, molto belli e preziosi. Ispirati ai bozzetti e alle litografie dell’opera lirica originaria del 1845, li ho trovati a tratti scomodi per i danzatori (soprattutto per i passi a due) e per la danza, che di solito preferisce costumi più essenziali con meno balze e meno ampiezze – lo stesso degas romantico è il più ampio, ma risulta leggero alla vista.

Montalván è stato il danzatore che meglio ha espresso gli stati d’animo di José anche col gesto; la sua Carmen è una danzatrice che la Spagna la sente sua, essendo di Barcelona, mostra un buon lavoro di centro e spirito di seduzione. Virtuoso Jakovlev e presente capo corrotto della polizia, come virtuosa è stata Minniti nei panni della fidanzata di José; un po’ meno scenicamente presente, ma prestante, il personaggio di Escamillo.

Per la compagnia ci vorrebbe un maggiore studio del mimo e dell’aspetto attoriale dei ruoli, nonché del controllo del centro per sostenere le doti e il virtuosismo fisico. Ma il Balletto del Sud ha mostrato una notevole capacità di reggere lo spettacolo e la coreografia del direttore.

 

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

Foto (1) di Francesco Sciolti per concessione del Teatro Carcano: Carmen nel atto I; (2) di Monica Bragagnoli: José e Carmen nella scena finale.



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