12 luglio 2017

cinema – RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA


RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA
di Hirokazu Kore-eda [Giappone, 2016, 117’]
con Hiroshi Abe, Yoko Maki, Kirin Kiki, Lily Franky

cinema26FBRitratto di famiglia con tempesta di Hirokazu Kore-eda è ambientato nei quartieri popolari dell’Asahigaoka House Complex di Kiyose, Tokyo. Qui vive Yoshiko, vedova da poco, finalmente dedita a se stessa, dopo aver tentato per buona parte della vita di rimediare ai disastri del marito, giocatore d’azzardo e frequentatore del banco dei pegni.

Ora può godersi il suo tempo, seguendo lezioni di musica classica con altre coetanee e apprezzando Beethoven, eppure viene coinvolta nella vita dei figli. È soprattutto il figlio Ryota a preoccuparla con i suoi problemi con l’ex moglie. L’uomo, dopo un brillante avvio di carriera come scrittore (ha ricevuto anche un premio), non è riuscito a produrre più nulla, lavoricchia per un’agenzia di investigazione ricattando i clienti e spreca gran parte dei suoi soldi scommettendo alle corse. Non riesce così a pagare l’assegno di mantenimento del figlio e rischia di non vederlo più. Ne inventa sempre una per riuscire ad accreditarsi agli occhi del ragazzino (e della ex moglie, purtroppo per lui, felicemente fidanzata) e, complice un tifone, organizza un incontro con l’ex proprio dalla madre … .

Hirokazu Kore-eda affronta ancora una volta il tema della famiglia come in Father and Son e Little Sister e del rapporto col passato. Un po’ come il suo maestro Ozu, il regista è abile a rendere significanti i gesti quotidiani (il cibo gioca un grande ruolo nel legare le persone), a contenere i sentimenti, spostando la loro carica simbolica su oggetti.

Ottimamente interpretato, il film genera nello spettatore uno strano sentimento di normalità: il racconto di una vita che ci scorre a fianco e che è stata estratta dal flusso e riproposta senza una forma precisa, una struttura forte narrativa. Quello che accade a Ryota, e a moltissimi, è proprio quello che vediamo intorno a noi e così il distacco tra noi e il film sembra ridursi moltissimo.

Forse è questa sensazione di vicinanza che genera un sentimento di leggera malinconia che accompagna l’intera proiezione. Si ride, soprattutto per merito della vecchia madre, ci si ritrova nei maldestri tentativi di Ryota di tener fede ai propri progetti, sapendo che non ne verrà mai a capo, se per andare avanti non accetta di “essere il passato di qualcuno”.

Dorothy Parker

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcieplagomilano.org



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