13 giugno 2017

TANTO RUMORE PER NULLA

Scali: le commissioni consiliari e la mozione di indirizzo in discussione


Bisogna dare atto che le Commissioni consiliari congiunte presiedute da Bruno Ceccarelli e Carlo Monguzzi hanno svolto la frenetica attività del Percorso di partecipazione sull’Accordo di Programma per la riqualificazione degli scali ferroviari milanesi con l’intento di precisarne i contenuti e per fissare le condizioni imprescindibili che il l’assessore Maran dovrebbe porre nella trattativa in atto con FS Sistemi Urbani.

09battisti22FBCiò è avvenuto mettendo in discussione “i temi […] della scala di pianificazione metropolitana, della mobilità e del trasporto pubblico, dell’abitare e degli usi temporanei”, ma omettendone altri sicuramente fondamentali quali l’indice di fabbricazione, la conseguente superficie lorda di pavimento (Slp) complessiva, i criteri per la definizione delle plusvalenze e la loro ripartizione tra FS Sistemi Urbani e Comune di Milano. Tutti aspetti già definiti nel precedente Accordo di Programma (considerato un ottimo accordo per quanto non approvato dal Consiglio comunale) che non sembra possano essere rinegoziati.

Anche nel Tavolo Tecnico si è faticato a far accettare la discussione sugli aspetti economico-finanziari dell’operazione scali e a riportarla all’interno delle Commissioni Consiliari. Ma nella nuova mozione presentata ai Consiglieri, per un’ulteriore discussione e approvazione, di questi aspetti non si fa proprio cenno.

Il documento depositato per la discussione (in questi giorni in consiglio comunale a fronte dei 47 emendamenti presentati N.d. R.), nella sua stesura finale, si articola in 18 punti e 5 sottopunti che è difficile capire in che termini si pongono rispetto ai 19 punti della delibera consiliare di indirizzo dell’ottobre scorso che già fissava le condizioni per portare avanti la trattativa con FS Sistemi Urbani.

Non comprendo infatti la logica con la quale è stato redatto un altro documento da votare nuovamente, invece di dare riscontro alla delibera di indirizzo già approvata, verificandone punto per punto attendibilità e fattibilità. A meno che le reiterate votazioni servano a scongiurare il rischio di una mancata approvazione finale da parte del Consiglio stesso. Le prescrizioni che la nuova delibera enuncia in modo tassativo sono queste:

1 – “La quota di aree cedute per la realizzazione di grandi aree a verde deve essere almeno pari a due terzi del totale della superficie oggetto dell’Accordo di Programma, anche se la quota potrà essere differenziata nei diversi scali”. E questa possibilità di distribuire in modo differente il verde andrebbe quantomeno messa a confronto con la facoltà di trasferire le volumetrie dagli scali minori agli scali di Farini e Romana, senza variare la quantità complessiva.

2 – “Almeno il 30% del totale della slp […] deve essere riservato a residenza in forma convenzionata e sociale, eventualmente comprendendo anche forme di edilizia in convenzione ordinaria (in affitto e in vendita). Almeno un terzo della residenza in forma convenzionata e sociale, deve essere destinata all’affitto”. E qui va osservato che non si fa riferimento alcuno all’edilizia residenziale pubblica (ERP) ma a tipi di edilizia (ERS) che hanno comunque un mercato assai remunerativo (vedi l’articolo di Gabriele Mariani pubblicato oggi su ArcipelagoMilano ).

3 – Inoltre, “tutti gli interventi di carattere residenziale devono essere guidati da principi di progettazione ecologica e di sostenibilità energetica”. Requisito, questo, che comporta forme di premialità, ai sensi dell’art. 138 e 139 del Regolamento edilizio con incremento delle Slp dal 3% al 5%, con un ulteriore sottaciuto aumento di circa 30.000 mq che porta il totale a oltre 700.000 mq. Quando sempre secondo i nostri calcoli sarebbe, in linea di principio, sufficiente realizzare soltanto 180.000 mq per finanziare le opere necessarie a rendere agibili gli scali da parte dei cittadini.

4 – Infine, al punto g) “si impegna la Giunta ad analizzare la possibilità di concentrare gli uffici comunali in una sede unica”. Al punto m) si conferma anche la necessità di realizzare “un grande parco […] sull’area di San Cristoforo; funzioni legate alle filiere della moda, del design, […] nello scalo di Porta Genova; un grande parco unitario sullo Scalo Farini, che potrebbe anche ospitare […] grandi funzioni pubbliche; attività connesse alla prossimità con sedi universitarie negli scali di Lambrate e di Greco; attività di natura culturale e […] connesse al distretto dell’agricoltura sostenibile sullo scalo di Porta Romana”.

Tutte le altre indicazioni sono variamente enunciate come auspicio, riferite a istanze qualitative o a competenze disciplinari i cui esiti si potranno verificare solo a seguito di ipotizzate future attività progettuali per le quali non è indicato alcun obbligo di trasparenza e il ricorso a procedure di evidenza pubblica.

Il nuovo documento, per quanto possa essere interpretato come l’assolvimento di quanto richiesto al punto n) della delibera di indirizzo del novembre 2016, e si affermi che i suoi “contenuti […] dovranno rappresentare elementi essenziali per il miglioramento dei contenuti dell’Accordo di programma”, limita fortemente lo scenario di riferimento in quanto non considera affatto alcuni aspetti fondamentali della prima delibera quali:
(d) la logistica della distribuzione urbana delle merci;
(e) la sostenibilità integrata dei nuovi interventi;
(g) il completamento infrastrutturale della circle-line;
(j) la disponibilità di risorse aggiuntive rispetto agli oneri dovuti per legge.

Quest’ultimo punto in particolare rimanda necessariamente agli accordi economici della trattativa con FS Sistemi Urbani che non sembra sia possibile rimettere in discussione rispetto a quanto definito nel precedente Accordo di Programma. Neppure a fronte dei clamorosi risultati dei nostri calcoli, che, sottoposti a successive verifiche e affinamenti, assegnano circa un miliardo a FS Sistemi Urbani e poco più di cento milioni in opere pubbliche al Comune (si veda anche Mariani del 31 maggio 2017).

Calcoli che l’assessore Maran ha tentato di contestare nella sua ultima intervista al Corriere della Sera del 4 giugno 2017, affermando che avremmo ridotto l’importo previsto per la bonifica delle aree ferroviarie dismesse, accusandoci quindi di scarsa attenzione per le problematiche ambientali. Ma i nostri calcoli riportano puntualmente i dati del precedente Accordo di Programma, senza alcuna riduzione del costo delle bonifiche che è pari a 149,1 milioni di euro.

Le sei paginette della mozione distribuite ai consiglieri comunali, come risultato del percorso di partecipazione, dei dibattiti in Commissione, delle delibere dei Municipi, delle ricerche del Politecnico e dei documenti di lavoro del Tavolo tecnico sembrano proprio una presa in giro.

Carlo Monguzzi ha un bel dire che tutti hanno avuto la possibilità di esprimere le proprie idee e fare proposte. Ma se poi non si tiene alcun conto di ciò che si è discusso e se a valle del lavoro svolto non ci si impegna a confrontare le differenti posizioni in base a verifiche di opportunità e fattibilità, è chiaro che tutta quella frenetica attività è stato fatta al solo scopo di creare un generico consenso su decisioni già prese altrove.

Per questo la raccolta di mille firme, lanciata dall’associazione Lombardia Sostenibile per imporre al Comune di indire una Udienza Pubblica sugli scali utilizzando l’articolo 28 dello Statuto comunale, si propone di ovviare dal basso all’assenza di una vera consultazione. E soprattutto che sia meno fantasiosa del Modello Milano di débat public evocato a conclusione della mozione.

Con tutto il rispetto per Ceccarelli e Monguzzi non penso proprio che abbiano la competenza per tirare le somme di un’attività tanto complessa e impegnativa. Forse tale incombenza avrebbe potuto essere assegnata a un organo collegiale come il Tavolo Tecnico il cui compito avrebbe dovuto essere di coadiuvare le Commissioni consiliari nel monitorare l’iter della trattativa dell’Accordo di Programma avendo impegnato l’Assessore all’Urbanistica a relazionare con scadenza almeno mensile in Commissione congiunta.

Ma Maran dell’avanzamento della trattativa in corso non ci ha riferito un bel niente, ha continuato a ripetere che l’ Accordo di Programma non approvato è un ottimo accordo e che il nuovo Accordo di Programma verrà portato alla discussione del Consiglio entro giugno e all’approvazione finale entro luglio. Proprio a rotta di collo!

Emilio Battisti
membro designato del Tavolo Tecnico

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