24 gennaio 2020

SCALI FERROVIARI: TRE NUOVI MASTERPLAN

Terza puntata


PER COMINCIARE: Ultima puntata dell’analisi dei progetti per gli ex Scali Ferroviari (Farini, San Cristoforo, Greco-Breda) di Emilio Battisti. In questo articolo si ripercorrono le varie fasi del progetto per lo scalo di Greco-Breda, secondo l’autore il più riuscito tra i tre.

Il masterplan dello scalo di San Cristoforo si presenta anch’esso come un parco lineare compreso tra la ferrovia e il Naviglio Grande. Trovandosi nel territorio irriguo intercetta le acque inquinate con un articolato sistema di rogge e bacini di depurazione che, prima di andare a irrigare il Parco Sud, alimentano una lunga vasca balneabile.

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Funzionamento ambientale del nuovo parco dello scalo San Cristoforo

Funzionamento ambientale del nuovo parco dello scalo San Cristoforo

 

Si verrà così a creare un ambiente per mettere in contatto uomo, flora e fauna, favorendo attività sportive e ricreative attuando al contempo un dispositivo ecologico dove le zone umide a flusso superficiale funzionano come un reattore biologico la cui efficienza dovrà essere controllata da un centro di monitoraggio.

Ma si deve osservare che il ricorso all’acqua come risorsa per la climatizzazione estiva andrebbe molto limitata come evaporazione diretta perché è vero che il calore latente dell’evaporazione raffresca un po’ l’aria, ma aumenta molto l’umidità relativa nel pessimo clima estivo caldo-umido di Milano, che non va peggiorato con flussi consistenti di acqua vaporizzata.

All’interno di questo bacino saranno realizzate vasche di depurazione, una piscina interspecie (= una piscina che ha al suo interno un ambiente acquatico vivente) e balneabile per una lunghezza complessiva di oltre 1500 m. La Collina del Loisir realizzata con i materiali di scavo proteggerà le abitazioni dal rumore della ferrovia e offrirà anche qui un punto di osservazione panoramico.

 

Vista generale di progetto dello scalo San Cristoforo

Vista generale di progetto dello scalo San Cristoforo

Altre attrezzature e servizi sono costituiti da un nuovo ponte pedonale che collega la piazza della Stazione con il versante Sud, in corrispondenza del quale è prevista l’alzaia del mercato che interrompe la continuità delle nuove piscine. C’è poi da considerare il recupero della struttura del terminal auto-cuccette mai ultimato, progettato da Aldo Rossi negli anni ’80, che i progettisti propongono di avvolgere in una pellicola trasparente per ricavareuna grande stanza all’aperto a disposizione del parco e della città.

 

Recupero della struttura del terminal auto-cuccette di Aldo Rossi

Recupero della struttura del terminal auto-cuccette di Aldo Rossi

La non usuale soluzione fa parte di un repertorio di proposte architettoniche dalle quali, per quanto non incoraggiati dal committente, i progettisti non si sono esentati. Ne fanno parte la piazza e l’alzaia dei mercati di Farini e San Cristoforo, i landbridge pedonali ma soprattutto gli spazi pubblici e il recupero per specifiche funzioni, anche pubbliche, di alcuni edifici esistenti nello scalo Farini.

 

Piazza del mercato scalo Farini Mercato dello scalo San Crostoforo

Piazza del mercato scalo Farini Mercato dello scalo San Crostoforo

Piazza del mercato scalo Farini Mercato dello scalo San Crostoforo

Piazza del mercato scalo Farini Mercato dello scalo San Crostoforo

Nulla si dice, a parte la ripetuta sottolineatura dei criteri di flessibilità e resilienza, a proposito delle caratteristiche degli interventi privati di urbanizzazione che saranno, in particolare nello scalo Farini, gli elementi di caratterizzazione architettonica la cui consistenza e qualità sembrano soprattutto affidate alla ciclicità degli scenari macroeconomici, dai cui effetti non si potrà prescindere. Molto più che dai requisiti morfo-tipologici in grado di migliorare le condizioni ambientali.

Va osservato che il progetto Agenti Climatici per il recupero in chiave ambientale degli scali di Farini e San Cristoforo, costituisce sostanzialmente un auspicio rispetto al quale non sussiste alcuna certezza, non solo per l’evidente inadeguatezza delle risorse a disposizione per realizzare le opere di urbanizzazione, il cui conto economico non è stato reso pubblico, ma soprattutto per l’assenza di una strumentazione urbanistica che possa dare esecuzione a contenuti e proposte mediante una specifica procedura attuativa.

PROGETTO DELLO SCALO GRECO-BREDA

Per il masterplan dello scalo di Greco-Breda si è fatto ricorso all’iniziativa lanciata nell’ambito dell’organizzazione internazionale C40 Climate Leadership Group, che raccoglie oltre 90 città del mondo una ventina delle quali hanno aderito a Reinventing Cities, indicando aree e immobili da riqualificare con interventi caratterizzati da sostenibilità ambientale.

Nel bando sono indicate dieci sfide ambientali riportate in tutti i bandi a prescindere dai temi progettuali e dalla scala degli interventi: efficienza energetica, uso di materiali sostenibili ed economia circolare, mobilità verde, resilienza e adattamento, nuovi servizi ecologici, crescita verde, gestione idrica sostenibile, rivegetazione urbana e agricoltura, inclusione e benefici per la comunità, architettura e design urbano innovativi.

E’ risultato vincitore L’INNESTO, progetto eseguito da un team multidisciplinare rappresentato dal Fondo Immobiliare Lombardia (FIL) gestito da InvestiRE SGR e Fondazione Housing Sociale (FHS), con lo studio Barreca e La Varra per il progetto paesaggistico-architettonico e Arup Italia per il progetto urbanistico-ambientale.

 

Spazi pubblici del nuovo insediamento Greco-Breda

Spazi pubblici del nuovo insediamento Greco-Breda

Anche in questo caso l’approccio progettuale ambientalista si è posto tre obiettivi fondamentali: realizzare “il primo Housing Sociale Zero Carbon in Italia, la gestione responsabile e resiliente delle risorse, degli spazi e della comunità nel lungo periodo, e la creazione di una Human Adaptive Zone, un quartiere collaborativo con un cuore agricolo.” L’intervento è stato progettato per raggiungere un bilancio della CO2 pari a zero lungo tutto il ciclo di vita.

L’area di 62.000 metri quadri, pari a circa un decimo dello scalo Farini, è composta dall’ex scalo ferroviario accanto alla stazione Greco-Pirelli, da un’area verde su via Breda e da un binario dismesso che si affaccia a ovest sul quartiere Bicocca, lungo via Sesto San Giovanni.

 

Vista generale del nuovo insediamento Greco-Breda

Vista generale del nuovo insediamento Greco-Breda

Il progetto del masterplan prevede aree verdi attrezzate per il 72%, con l’introduzione di 700 nuovi alberi. Un sistema di connessioni verdi, orti privati e didattici, un frutteto, serre e un giardino comunitario completano l’offerta di verde, che arriverà a 38 mq per abitante. Il nuovo insediamento presenta una relativa regolarità delle forme architettoniche, con una varietà e fluidità degli spazi pubblici raccordati con la piazza, a quota più bassa, che immette alla stazione.

 

Planimetria del nuovo insediamento Greco-Breda

Planimetria del nuovo insediamento Greco-Breda

Saranno realizzati circa 400 nuovi alloggi di housing sociale, 300 posti letto per studenti. Tutti gli edifici dovranno essere Nearly Zero Energy Buildings integrati con sistemi costruttivi e tecnologici prefabbricati con un mix ottimale di materiali sostenibili, ai fini di minimizzare la produzione di CO2 e rifiuti, consentendo di smantellare e riciclare al 100% le strutture a fine vita.

L’ottimizzazione e la flessibilità degli spazi abitativi hanno caratterizzato la progettazione architettonica di Barreca & La Varra: rapidità ed efficienza costruttiva, flessibilità spaziale e tipologica, dimensione morfologica e metrica compositiva, così come il contenimento delle quantità dei materiali necessari alla costruzione, sono alla base della scelta tecnologica della “industrializzazione del prodotto edilizio”.

 

Sezione tipo edificio-contesto e sistema delle energie rinnovabili

Sezione tipo edificio-contesto e sistema delle energie rinnovabili

L’articolazione dell’area in tre zone separate ha rappresentato uno degli aspetti problematici che i progettisti hanno dovuto affrontare e saputo risolvere assegnando a ciascuna di esse un ruolo ben preciso assecondando in parte le attuali destinazioni. Sul binario dismesso è stata prevista una pista ciclabile che porta fino all’Hangar Bicocca e un lungo vivaio comunale. Il comparto lungo via Rucellai è stato confermato in parte a orti e verde pubblico, mentre l’impianto più propriamente urbano è stato previsto in prevalenza sulle aree sottratte allo scalo, liberando via Breda dal traffico veicolare di attraversamento, portato a ridosso dei binari. Individuando anche la piazza ribassata di accesso alla stazione, come elemento di centralità del quartiere nel quale edifici e verde architettonico interagiscono a formare strade e spazi pubblici di un insediamento urbano riconoscibile.

 

Spazi pubblici e sezione sulla piazza di accesso alla stazione

Spazi pubblici e sezione sulla piazza di accesso alla stazione

Nel progetto di Barreca e La Varra gli aspetti architettonici sono particolarmente definiti sia dal punto di vista morfologico-insediativo che tipologico perché il bando prevede che il concessionario, oltre a presentare l’offerta economica per acquisire le aree, si impegni a realizzare il progetto che l’accompagna e mettere in atto la gestione attiva della Human Adaptive Zone che rappresenta un primo significativo esperimento per Milano.

La procedura adottata per Greco-Breda sembrerebbe quindi in grado di garantire non soltanto la concreta realizzazione del progetto ma anche il risultato sociale e urbanistico dell’intervento. Meglio di quanto s’immagina possa avvenire per i masterplan di Farini e San Cristoforo.

Agli elaborati grafici è allegata una dettagliatissima relazione che illustra le soluzioni da adottare per far fronte alle dieci “sfide” del bando, che costituisce un vero e proprio manuale per progettare, realizzare e gestire gli interventi di scala urbana in chiave ambientale.

Ma anche in questo caso resta da valutare quale soggetto potrà controllare l’osservanza degli impegni assunti non solo in fase di realizzazione ma soprattutto durante la futura gestione del nuovo insediamento.

Tra novembre e dicembre sono stati lanciati il concorso AAArchitetti cercasi sullo scalo di Rogoredo riservato a giovani colleghi e la seconda edizione di Reinventing Cities sullo scalo di Lambrate che sarà quindi recuperato con la medesima procedura adottata per lo scalo Greco-Breda per il quale ha dato, almeno a livello progettuale, buoni risultati.

Il 20 gennaio in occasione di un incontro pubblico intitolatoDagli scali, la nuova città. Tre anni dopo alla presenza di centinaia di persone e con la partecipazione ufficiale di Giuseppe Sala e Attilio Fontana, è stato presentato lo stato di avanzamento dell’operazione scali. Ed è stata in particolare annunciata l’imminente pubblicazione del bando per la “vendita” di 187.300 mq dello scalo di Porta Romana che comporterà, da parte di chi se li aggiudicherà, la realizzazione del Villaggio olimpico per ospitare gli atleti nel 2026.

E’ dunque inevitabile che si debba tornare sull’argomento.

Emilio Battisti



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  1. Andrea PassarellaHo letto il suo reportage con interesse, come precedentemente commentato il recupero degli scali senza interramento dei binari non convince. Bisogna far pressione su FS Sistemi urbani affinché garantisca l'interramento in modo da recuperare verde e rompere l'isolamento dei quartieri. A chi si potrebbero rivolgere le proprie osservazioni?
    28 gennaio 2020 • 20:09Rispondi
  2. Elio... in ogni ambito di ipotesi.. siamo nel campo delle 'mille pertiche' milanesi... meno male che c'è necessità di implementare lavoro.. per una Rinascita socio-economica...
    29 gennaio 2020 • 07:55Rispondi
  3. Cesare PrevediniÉ ormai passato il concetto che le aree degli scali sono private: di proprietà delle Ferrovie ora Spa. Mi sembra una cosa senza senso. Il sedime ferroviario dovrebbe essere pubblico e le la Spa avrebbe dovuto anzi pagarne l’uso. In Italia passa questo « realismo » e chi lo contesta, come me, anche se da sempre liberale diventa « comunista ». Governi liberali invece fanno il contrario: a Madrid é stato realizzato il « Parco Rio »: sono 700ha in mezzo alla città sul fiume Manzanarre: totalmente pubblico.
    29 gennaio 2020 • 10:48Rispondi
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