12 aprile 2017

cinema – LIBERE DISOBBEDIENTI DISOCCUPATE


LIBERE, DISOBBEDIENTI, INNAMORATE – IN BETWEEN
di Maysaloun Hamoud [Israele – Francia, 2016, 96’]
con Mouna Hawa, Shaden Kanboura, Sana Jammelieh, Mahmoud Shalaby, Riyad Sliman

cinema14FBTre giovani donne palestinesi a Tel Aviv. Vengono da cittadine dei dintorni e in città cercano di vivere libere, al riparo dalla cultura patriarcale. Vivono tra la terra e il mare, sospese, lontano dalle rigide regole della famiglia che hanno rifiutato e in un paese in cui si sentono diverse.

Laila è avvocato penalista, la vediamo vincitrice in una discussione con un collega ebreo; Salma è una dj che per arrotondare lavora in ristoranti e bar; Nour una studentessa di informatica in prossimità di laurea e matrimonio. 

Laila preferisce la solitudine a un partner che non si riveli alla fine conservatore e maschilista. Salma è lesbica e di tanto in tanto asseconda i genitori che le organizzano una cena per trovarle un degno marito. Nour è l’unica velata, ma il suo velo non significa di per sé che debba subire le imposizioni del promesso sposo, ultrareligioso in pubblico e violento nel privato.

Tutte e tre resistono alle pressioni culturali di un mondo che di fronte ai cambiamenti si rivela ancor più rigido e prescrittivo. Eppure si tratta di un mondo che è sfaccettato e composito. Le giovani vengono da famiglie diverse per cultura e religione.

Della famiglia di Laila sappiamo solo che è di Nazareth. Salma, invece, ha una famiglia cristiana, che attende solo che la figlia si sposi e che, quando scopre l’orientamento sessuale di Salma, la costringe a fuggire. Nour che, apparentemente, viene da un ambiente più rurale e chiuso, Umm al-Fahm, città conservatrice e bastione in Israele del Movimento islamico, trova nel padre un aiuto contro il fidanzato ricco, ma violento.

A Tel Aviv Laila e Selma hanno una vita notturna intensa, accompagnata da fumo, alcol e sostanze varie. Nour fa la sua vita ritirata, non giudica e non viene giudicata. Ognuna sa come sia difficile andare contro corrente. Ciascuna solidarizza con le altre.

Premiata all’Haifa International Film Festival, l’opera prima di Maysaloun Hamoud si basa, come ha detto la regista, su esperienze reali e sulla voglia di vivere di giovani donne in un luogo dove a loro è concesso solo sopravvivere.

Da notare la colonna sonora, che va dall’hip hop della band palestinese dei Dam alle canzoni di Yasmine Hamdan, già autrice di musiche per Jim Jarmush.

E infine: il titolo originale Bar Bahr in arabo ‘tra terra e mare’, in ebraico ‘né qui né altrove’, traduce bene il disorientamento della generazione dei giovani arabo-israeliani (1/5 di tutti i giovani del paese), che si è affrancata dalla cultura di origine per sostituirla con una occidentale. Una generazione che è sospesa tra terra e mare, che ha scelto di essere libera.

Dorothy Parker

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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