20 dicembre 2016

cinema – CAPTAIN FANTASTIC / FREE STATE OF JONES  


 CAPTAIN FANTASTIC
di Matt Ross [USA, 2016, 120′]
con Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton

cinema42fb2Captain Fantastic di Matt Ross racconta le vicende di Ben, un padre che cresce i propri sei figli in una foresta, isolato dal mondo. Il suo compito è renderli sani, indipendenti e dotati di un sapere critico. Così i ragazzi fin da piccoli maneggiano armi, cacciano selvaggina, raccolgono bacche, scalano montagne e leggono e discutono su libri di storia, filosofia, letteratura; parlano sette lingue e anziché le feste comandate festeggiano il compleanno di Noam Chomsky, il linguista che per loro incarna la protesta antisistema e il sapere critico.

Nella vita quotidiana strutturata da una tabella di marcia faticosissima, che alterna esercizio fisico a studio, ascolto della musica (i pezzi preferiti dai ragazzi sono le variazioni Goldberg di Bach suonate da Glenn Gould) si avverte la mancanza della figura materna. La madre è ricoverata in una struttura sanitaria per malati psichici. Poi accade il dramma, la madre muore e marito e figli decidono di sottrarla ai riti e alla cerimonie previste dalla famiglia di origine. Si imbarcano sul loro pullman e coloriti e colorati, dotati di scarpe, si avviano, dopo un lungo viaggio, a incontrare un parentado che la madre aveva respinto ma che detiene il suo corpo. La loro missione è eseguire le volontà della madre e fare del suo corpo un mucchio di ceneri da versare nel cesso.

L’incontro/scontro con un mondo diverso crea curiosità e perplessità nei ragazzi che cominciano anche a dubitare del loro mondo. I rapporti tra i figli e il padre subiscono forti scossoni e momenti di profonda vicinanza … .

Il film, che vuole essere una critica sia a coloro che scappano nei boschi inseguendo il mito del buon selvaggio e di Henry David Thoreau, sia agli integrati si regge sulla bravura degli attori e specialmente di Viggo Mortensen. Quello che sembra un po’ mancare in una storia interessante è l’ironia, che potrebbe scaturire dagli incontri tra questi hippies fuori tempo e i supporter del sistema.
Captain Fantastic ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard dell’ultimo Festival di Cannes e quello del pubblico alla Festa del Cinema di Roma 2016.

Dorothy Parker

 

FREE STATE OF JONES
di Gary Ross [USA, 2016, 139′]
con Matthew McConaughey, Gugu Mbatha Raw, Mahershala Ali, Keri Russell, Brian Lee Franklin
cinema42fb1Free State of Jones racconta attraverso le vicende di Newton Knight il razzismo dopo la guerra Civile Americana (1861) e l’abolizione della schiavitù. Un tema ancora molto caldo oggi, come dimostrano le recenti uccisioni di numerosi afroamericani.

Protagonista è un infermiere, Newton Knight, che si trova suo malgrado a combattere. È nell’esercito sudista, è un uomo del sud, è abituato a vivere in un mondo popolato da schiavi che gli appare “normale”. La violenza e la crudeltà gratuita della guerra (vede morire un nipote bambino) e la legge dei “20 negri”, che esentava i proprietari di 20 o più schiavi dal servizio militare, lo inducono a disertare. Newton è ricercato e organizza la resistenza delle donne rimaste nelle fattorie contro le requisizioni di beni che affamano la popolazione e si unisce a ex schiavi fuggiti e a disertori. Vive nelle paludi del Mississippi dove l’esercito non riesce a penetrare. Il gruppo attrae tutti gli scontenti, si organizza militarmente e dà vita alla resistenza contro le angherie dell’esercito sudista.

La compagnia di Knight, davvero esistita, contava più di un centinaio di persone e godeva della simpatia dei proprietari di fattorie. Riuscirono persino a liberare una porzione di territorio che chiamarono, appunto, Free State of Jones. Nessuno dei cittadini che parteciparono al gruppo di Knight, una comunità pre-socialista che predicava l’uguaglianza dei cittadini e una equa distribuzione delle ricchezze, trasse alcun vantaggio personale dalla lotta.

A guerra finita gli uomini tornarono alle loro fattorie, mentre i vecchi proprietari terrieri e di schiavi e il klu klux klan riuscirono ad aggirare le leggi e a riprendere la vita che precedeva la guerra. E, addirittura, diversi anni dopo la guerra, vediamo un pronipote di Knight dall’aspetto totalmente bianco imputato in tribunale. Il suo ottavo di sangue nero lo costringe a divorziare dalla moglie, bianca, perché lo stato vieta i matrimoni misti!

Il regista, Gary Ross, usa la vicenda di Knight per un racconto attualissimo sugli Usa, specie gli stati del sud, che abbiamo visto votare in massa Donald Trump, e che continuano a coltivare l’orgoglio nazionale e quello bianco.

La storia che potrebbe suscitare grande interesse è, però, narrata in modo piano e piatto con tempi lunghi, un’atmosfera cupa e troppo politicamente corretta. Il film si basa, quasi totalmente, sulla bravura di Matthew McConaughey.

Dorothy Parker

 

 questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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