7 dicembre 2016

cinema – IL CITTADINO ILLUSTRE


IL CITTADINO ILLUSTRE
di Gastón Duprat, Mariano Cohn [Argentina Spagna, 2016, 118′]
con Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Belén Chavanne, Nora Navas.

cinema40fbQuando uno scrittore riceve il Nobel vuol dire che è diventato un artista conveniente. Il premio segna il suo declino. È quanto afferma l’argentino Daniel Mantovani nel suo discorso a Stoccolma mentre ritira il prestigioso premio. La consacrazione del Nobel rende lo scrittore sempre più burbero e refrattario alla vita sociale e mondana. Lo vediamo nella sua raffinata abitazione di Barcellona rifiutare i continui inviti che la sua segretaria gli propone. Finché un giorno arriva una busta da Salas, il paesino che gli ha dato i natali, da cui è fuggito e che è stato fonte di ispirazione dei suoi romanzi.

Dopo 40 anni decide di farvi ritorno. È lusingato che i suoi concittadini, immersi nella grande provincia, lontani dal suo nuovo mondo, vogliano attribuirgli un riconoscimento. Forse, in un lungo periodo di inattività, cerca stimoli ed è curioso di misurarsi con il ritorno. L’accoglienza è rocambolesca, caciarona, trionfale e anche ridicola.

Dopo una notte bloccato su un’automobile guasta, in mezzo alla campagna, e con l’autista che si serve delle pagine di un suo romanzo per i bisogni corporali, Daniel raggiunge il Municipio issato su un camion dei pompieri, accanto alla reginetta di bellezza locale. Ad attenderlo c’è un filmato sulla sua vita, dove accanto alle sue foto da bambino appaiono, appoggiati su nuvole come i meritevoli del paradiso, i suoi genitori. L’uomo abbozza: partecipa a una trasmissione televisiva e il conduttore lo costringe a bere la bevanda dello sponsor.

Lo scrittore, normalmente schivo e ruvido, sembra piegarsi ai sentimenti dei compaesani. Tutti lo omaggiano, lo fotografano, qualcuno addirittura riconosce tra i personaggi dei romanzi un famigliare. Daniel riceve inviti su inviti e la sua agenda è piena di iniziative: lezioni sulla narrazione, l’inaugurazione di un suo busto, è persino previsto che sia il presidente della giuria di un concorso locale di pittura.

Di giorno in giorno lo scrittore tenta di sottrarsi al ruolo di eroe locale, precisa le sue opinioni, spesso in contrasto col sentire comune, cerca di non compiacere i potenti locali. Così, pian piano, il pubblico dei fan si assottiglia (le lezioni si riducono a incontri per pochi) e un boss locale che si ritiene offeso per il rifiuto della sua opera passa alle minacce fisiche. Ma non vogliamo svelare troppo di questa commedia che si trasforma in noir e che gioca sull’ambivalenza tra chi è rimasto e chi se ne è andato e ha fatto fortuna criticando nelle sue opere i suoi concittadini.

La vicenda si costruisce senza colpi di scena, ma pian piano, di giorno in giorno con piccoli incidenti. Daniel è ormai un corpo estraneo a Salas, ma comprende i comportamenti, non li condivide e forse talvolta mostra un atteggiamento di superiorità. Sente che la libertà che si è conquistato lontano da Salas è preziosa, non è apprezzata dai suoi concittadini che preferiscono il quieto vivere. D’altra parte nel suo discorso davanti ai reali di Svezia lo scrittore aveva sostenuto che l’artista deve essere un disturbatore. Così in un evento pubblico in cui il sindaco non fa che parlare di cultura Daniel riprende il ruolo di disturbatore e ridicolizza l’autorità sostenendo che: “la cultura non va nominata, mai, non ha bisogno di essere pronunciata, ma di esistere, come la parola libertà“.

Il cittadino illustre è davvero un bel film, lo è per la sceneggiatura per nulla scontata, per la recitazione, soprattutto quella dell’attore protagonista Oscar Martinez, Coppa Volpi nella scorsa Mostra del Cinema di Venezia.

Potere delle coincidenze, il film è stato distribuito nelle sale poche settimane dopo l’assegnazione del premio a Bob Dylan, che restio come Daniel accetta sia il premio sia l’assegno, ma a differenza del protagonista del film non va a ritirarlo davanti alla giuria e ai regnanti svedesi. In qualche modo il film di Gastón Duprat, Mariano Cohn con l’invenzione dello scrittore Daniel Mantovani vuole anche “riparare” una ingiustizia sentita da molti argentini che non hanno mai visto uno dei loro grandi scrittori, a partire da Borges, premiato dall’Accademia svedese.

Dorothy Parker

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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