23 novembre 2016

cinema – IN GUERRA PER AMORE


IN GUERRA PER AMORE
di Pif  [Italia, 2016, 99′]
con Pif, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Miriam Leone

 

cinema38fbIn guerra per amore è un film ambizioso: racconta del patto tra l’esercito americano e la mafia alla vigilia dello sbarco in Sicilia, durante la Seconda Guerra mondiale. Lo fa ricorrendo a una storia d’amore, evitando così impegnative ricostruzioni storiche. Ovviamente tutti i riferimenti storici sono documentati, come il rapporto del comandante Scotten che denuncia i rapporti dei comandi alleati con Cosa nostra.

La storia ci presenta Arturo, un nuovo Arturo, dopo il bambino protagonista di La Mafia uccide solo d’estate. Anche questo Arturo, figlio della commedia all’italiana, è un ingenuo, un semplice. Di lavoro fa il cameriere di un ristorante siciliano di Brooklyn. Nel locale conosce Flora, la nipote del proprietario, e se ne innamora. Il suo sentimento è ampiamente ricambiato, ma la ragazza è stata promessa a Carmelo, figlio del braccio destro di Lucky Luciano. Gli innamorati cercano una soluzione. Forse si potrebbe chiedere direttamente la mano della ragazza al padre. Peccato che l’uomo sia gravemente malato e residente nel paese di Crisafullo, in Sicilia. C’è, inoltre, un altro problema che ostacola la missione di Arturo: la Seconda Guerra Mondiale.

Il ragazzo è a suo modo fortunato, perché in un bar viene arruolato da un militare americano che, in vista dello sbarco in Sicilia, ha bisogno di uomini che parlino il siciliano. Arturo entra nell’esercito Usa e, nonostante la sua provata imbranataggine per la vita militare, si rivela prezioso per la conoscenza della lingua e dei costumi siciliani. Diventa, così, il traduttore del tenente Philip Catelli, un membro del servizio segreto militare statunitense di origine italiana. Il tenente, uomo specchiato, è costretto dai comandi a liberare delinquenti e ad assegnare compiti istituzionali a mafiosi. La liberazione di Crisafullo (e dell’isola) è avvenuta quasi pacificamente grazie a Cosa nostra. I capi mafiosi si sono fatti garanti presso gli alleati del passaggio pacifico dal fascismo al nuovo governo. E da un giorno all’altro i fascisti sono diventati antifascisti. Catelli è schifato e non ci sta e denuncia il patto dei comandanti con la mafia in una lettera al presidente Franklin Delano Roosevelt.

Arturo, una sorta di Forrest Gump, non partecipa al travaglio emotivo del tenente, del quale è diventato amico, pensa solo a come trovare il padre di Flora. Questa sua ricerca privata getta uno sguardo nell’umanità locale costituita, oltre che dai mafiosi, da gente umile, da personaggi insoliti come una coppia formata da un giovane zoppo e da uno cieco. La si incontra, per la prima volta, sulla Scala dei turchi impegnata ad “avvistare” gli aerei degli alleati per informare la popolazione di scendere nei rifugi. Pare che, durante il conflitto, venissero davvero usati i ciechi, nella convinzione che il loro udito raffinato potesse sentire anzitempo il rumore dei motori degli aerei nemici.

Tra i personaggi, al limite della macchietta, c’è un vecchio fascista che nel rifugio antiaereo si porta la statua di Mussolini come fosse un santo. Infine c’è un bambino che sogna il padre impegnato in guerra, del quale conserva una lettera e il vago ricordo di una canzone che parla degli asini che volano. Ne vedrà, casualmente, uno volare: sarà un segno del destino? In certi momenti il film prende una piega poetica e sembra riproporre un realismo fantastico (l’asino che vola) che ricorda quello delle opere di Roberto Benigni.

Come detto il film è ambizioso e coraggioso. Pif approccia il tema della consegna del potere alla mafia con intelligente leggerezza, ricorrendo all’ingenuo cameriere che, interessato solo alla sua vicenda amorosa, si muove con passo di danza su un terreno minato con uno sguardo aperto e più ampio di chi ne possiede uno critico.

In guerra per amore non è un film riuscito come La mafia uccide solo d’estate, ma è interessante, poetico e piacevole.

Dorothy Parker

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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