28 settembre 2016
MA LOUTE
di Bruno Dumont [Germania Francia, 2016, 122′]
con Fabrice Luchini, Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, Jean-Luc Vincent, Didier Desprès
È l’estate del 1910 e una famiglia allargata dell’alta borghesia trascorre un periodo in una villa in stile egizio che domina la baia de La Slack, nel nord della Francia. Nelle spiagge sottostanti la famiglia Brufort, abitante del luogo, vive cercando mitili e offre un servizio di traghetto alle persone che si spostano da una parte all’altra della laguna.
Miseria e ricchezza si fronteggiano in quella landa, ma accade anche che alcune persone spariscano e che, nei pressi della spiaggia, si ritrovino effetti personali a esse appartenute. A indagare sulle sparizioni è chiamato uno strano e obeso ispettore, Machin, accompagnato dal fido aiutante Malfoy.
Tutto è paradossale dall’ispettore oversize che rotola in alcune posizioni per osservare tracce e viene issato sui piedi dall’aiutante e da un poliziotto, alla famiglia dei pescatori Brufort, che presenta tratti animaleschi (confermati da una particolare dieta che non riveliamo), a quella altoborghese connotata dalle tare dovute a matrimoni tra consanguinei. C’è quasi un clima di eccessi che ricordano quelli pre Rivoluzione francese.
Ma cosa lega i pescatori ai ricchi Van Peteghem? Cosa può mettere in contatto i due mondi, che si incontrano solo quando i primi chiedono di essere traghettati (a braccia quando la marea è bassa o in barca quando sale)? Li avvicina la passione tra due adolescenti. Il ruvido e inquietante Ma Loute, della famiglia dei pescatori, e l’equivoca Billie, della famiglia Van Peteghem, che si veste da maschio (o è il contrario?) decidono di unire, per un po’, i loro destini. Vivranno anche un’avventura in mare aperto (con una bellissima operazione di salvataggio), ma l’unione non può durare. Le due famiglie (due classi sociali agli antipodi) non possono mescolarsi e sono destinate a nascondere i terribili segreti che le caratterizzano e che l’obeso ispettore (l’istituzione) ci fa scoprire senza rendersene conto.
Il regista descrive la società brutale e marcia che di lì a pochi anni sarà travolta dalla prima Guerra mondiale con tratti paradossali e grotteschi. Gli attori sono chiamati a recitare sopra le righe, a muoversi come nel muto, esagerando espressioni e gesti. Fabrice Luchini, Valeria Bruni Tedeschi e Juliette Binoche aderiscono pienamente alle richieste del regista, mostrando tratti inediti nella loro recitazione.
E per finire: Ma Loute è un film spiazzante, inquietante e divertente allo stesso tempo, in cui si mescolano tragedia e comicità. Il giallo non è risolto, ma lo spettatore ne conosce le ragioni, e tutti sono destinati a rivestire il proprio ruolo. Di certo anche questa opera di Bruno Dumont, regista ma anche professore di filosofia, divide sia il pubblico sia la critica.
Dorothy Parker
in programmazione al cinema Mexico
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi