17 novembre 2015

cinema – SPECTRE – 007


SPECTRE – 007

di Sam Mendes [USA, 2015, 148′]

con Daniel Craig, Cristoph Waltz, Lea Seydoux, Ralph Fiennes

 

cinema40FBQuando si è cresciuti con una predilezione per le Spy Story, ammirando da adolescenti l’eleganza di Sean Connery e l’ironia beffarda di Roger Moore, conquistati dal ritmo dell’azione e dalla rappresentazione della guerra fredda condotta da pochi uomini scaltri e a volte diabolici, ogni nuovo film su 007 è un richiamo irresistibile. E ogni volta si desidera ripetere quell’esperienza di assoluta immersione nel mondo dello spionaggio, spesso condivisa da piccoli con il proprio padre o con i compagni di scuola.

Poco importa che sia verosimile o improbabile quello in cui ci si trova avvolti, resta comunque un misto di ammirazione per le strategie e le trovate ingegnose di eroi o geni del male e il desiderio di tornare a sentirsi quasi protagonisti di inseguimenti spettacolari e fughe rocambolesche. Dalle prime immagini, accompagnate dalle inconfondibili note del ‘James Bond Theme’ che resistono dal ‘Doctor No’ del1962, ci si ritrova come per incanto in un mondo familiare con una sensazione di piacevole amarcord.

Spectre”, dopo la caratteristica sequenza grafica visionaria e psichedelica dei titoli di testa (questa volta più barocchi del solito, troppo didascalici e meno essenziali dei primi capolavori di Maurice Binder), inizia con il nostro amato 007 in missione a Città del Mexico. La macchina da presa lo segue per le strade, gli alberghi, i tetti, del centro storico affollatissimo durante il giorno dei Morti, con una spettacolare ripresa in piano sequenza. Come da copione: inseguimento a piedi mozzafiato, distruzione finale di edificio, ovviamente con il nostro eroe che vi esce incolume con il vestito neanche tanto spiegazzato, e elicottero che lo porta lontano.

Ambientazioni varie come in ogni film: dai paesaggi innevati delle montagne austriache, alla Roma notturna scenario per inseguimenti di auto potenti tra vicoli e lungotevere, dal deserto alla Londra che mischia torri di cristallo e edifici fatiscenti per rese dei conti finali.

Il film, diretto come Skyfall da Sam Mendes, ricostruisce vicende personali pescando nelle storie passate del protagonista e degli antagonisti, tutti legati a un filo di affetti familiari. La trama fa leva sulla minaccia della fine di quel mondo, con la ventilata prospettiva di cancellazione delle missioni degli uomini con il doppio zero davanti, a favore dei più affidabili droni moderni, e il mondo criminale globale che è l’atra faccia della medaglia dei servizi segreti.

Ben girato e ricco di citazioni: di hitchcockiana memoria – il deserto la bond girl, bionda, delicata e raffinata, come le protagoniste di Marnie, Caccia al ladro e Intrigo Internazionale– con tracce dell’ultimo Kubrick nella scena ambientata nel palazzo romano dove i capi dell’organizzazione criminale si incontrano in segreto dopo la morte del boss.

Ritornano i buoni e i cattivi del passato: la passata M (Judy Dench in video,) e Mr. White già nemico in Casinò Royale, alcuni con sembianze differenti e aggiornate ai tempi (MoneyPenny e Q) e ritorna la vecchia Aston Martin, recuperata e messa a nuovo per un finale molto alla Hitchcock.

Un buon action movie, non all’altezza del precedente SkyFall, con un protagonista, Daniel Craig che chi scrive non riesce ancora a vedere come l’erede migliore di Sean Connery, probabilmente troppo vintage per le nuove generazioni, ma ancora indiscutibilmente insuperato campione di eleganza.

Adele H.

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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