12 aprile 2016

sipario – L’‘ALTRO’ E IL ‘PASSATO’ PER GLI ALLIEVI DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA


 L’‘ALTRO’ E IL ‘PASSATO’ PER GLI ALLIEVI DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Présentation. Musica di Carl Czerny. Idea di Frédéric Olivieri.
Tarantella. Musica di Louis Moreau Gottschalk. Coreografia di George Balanchine, ripresa da Patricia Neary (The George Balachine Trust).
La Stravaganza. Musiche di Antonio Vivaldi, Evelyn Ficarra, Serge Morand, Robert Normandeau, Ãke Parmerud. Coreografia di Angelin Preljocaj, ripresa da Claudia De Smet (Pavillon Noir – Ballet Preljocaj).
Theme and Variations. Musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Coreografia di George Balanchine, ripresa da Patricia Neary (The George Balanchine Trust).

Quando ho letto il programma scelto dal Mº Olivieri per lo spettacolo di metà anno degli allievi della sua scuola di ballo, ho pensato «Il maestro dev’essere diventato matto!». Dopo aver scherzato con lui di persona su questo, ammetto di continuare simpaticamente a pensarlo.

sipario13FBIl direttore ha scelto un repertorio importante del Novecento esplicitamente creato dal ’47 al ’97 per il New York City Ballet fondato da George Balanchine, con danzatori perfezionatisi e formatisi nel suo stile e tecnica neoclassici. I tre titoli sono tributi a tre realtà coreiche e sociali differenti: Tarantella è un tributo al carattere italiano della danza accademica, portato sulla scena del teatro d’opera dopo gli anni di viaggio nell’Italia centromeridionale dal danese Bournonville con i suoi balletti come Napoli e Infiorata di Genzano, ancora oggi repertorio del Kongelige Ballet di Copenhagen; tributo alla tradizione zarina degli anni d’oro di Petipa è Theme and Variations, che insieme a Diamonds appartiene al cosiddetto ‘ciclo russo’, forse nostalgico di Balanchine. Al tema attualissimo dell’altro e dell’accoglienza è, invece, dedicata La Stravaganza di Angelin Preljocaj, nata da un bisogno emotivo e autobiografico del coreografo francoalbanese.

Gli allievi dei corsi più avanzati (6º, 7º e 8º) della scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala hanno affrontato con tenacia e passione questi difficili titoli, mostrando la volontà di autoverificarsi su prove complesse, al di là in alcuni casi del richiesto. Il risultato è stato una serata gradevole con alcuni esempi notevoli di agio, sicurezza sul palco e qualità di movimento tra i giovani danzatori.

Il lavoro principale ‘scolastico’, nel senso proprio ‘da scuola’, per titoli come questi si concentra sul concetto di assimilazione e superamento: assimilazione dei principi fondanti della tecnica accademica, consapevolezza della storia che ha portato alla danza da rappresentare e, infine, superamento della tecnica stessa con Balanchine e introspezione, intenzione e spirito per il tema dei migranti di Preljocaj. Theme and Variations, basato per l’appunto su un tema principale (Leitmotiv) e ‘variazioni sul tema’ (in senso musicale), è un balletto di contrappunti e riprese che nella coreografia diventano contretemps e geometrie scanditi: la linea pura e l’armonia sono l’elemento estetico finale.

Il balletto di Preljocaj mostra una sapiente costruzione drammaturgica spostando il piano della differenza geografica sul piano temporale: tre coppie ‘moderne’ danzano morbide sulle note barocche di Vivaldi e tre coppie ‘antiche’, che sembrano uscite da un quadro fiammingo del Seicento con le gonne a campana e i colletti inamidati, danzano invece scattose e fratte nel silenzio o su una base di musica elettronica; si mescolano in una palude (la società) creando nuove danze e un nuovo unico gruppo, ma tutto alla fine sfuma per ricominciare ad anello come è cominciato, forse in un sogno. La Stravaganza è stata la difficoltà maggiore per gli allievi, perché ancora non hanno l’esperienza di interiorizzare un’intenzione così partecipata come quella di Preljocaj nel tema complesso dell’immigrazione, assolvendo la responsabilità così ardua di soluzione al problema, che solo l’arte e la cultura possono dare.

Il passo a due della Tarantella è il titolo meglio riuscito per la vitalità tutta giovanile e adolescenziale molto vicina al vissuto degli allievi: complimenti ai due interpreti! Il ballo della tarantella nasce nel Suditalia per dare occasione di corteggiare ed essere corteggiati senza ‘scandalo’, perché confusi dai salti e ritmi veloci. Un bacio rubato a suon di tamburello, un virtuosismo che si fa notare più degli altri, una gonna-tutù che si solleva più del concesso … un bel connubio festoso per uno spettacolo di giovanissimi professionisti!

Adeguata, essenziale, precisa ed elegante l’idea della Présentation, disegnata come una lezione al centro che a partire dall’adagio gradualmente cresce in difficoltà attraversando le punte, la tecnica maschile, i rudimenti di pas de deux fino al grande salto, al virtuosismo, al galop e alla révérence. Come una pagella del secondo trimestre, la presentazione del Mº Frédéric Olivieri dà una visione generale del lavoro svolto dagli allievi dal 1º all’8º corso insieme con i loro insegnanti prima dell’esame di fine anno o del diploma per gli allievi più grandi.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Piccolo Teatro Strehler di Milano, recita del 18 marzo 2016

Foto di Benedetta Folena (Tarantella)

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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