30 settembre 2015
Prossimamente sugli schermi italiani, forse, visti in anteprima per voi alle Vie del Cinema
EL DESCONOCIDO
di Dani De La Torre [Spagna, 2015, 102′]
con Luis Tosar, Goya Toledo, Pedro Alonso
Opera prima di Dani de la Torre, autore spagnolo che ha fatto pratica con i cortometraggi, El desconocido ha inaugurato la sezione veneziana Orizzonti portando una scossa di adrenalina nella rassegna. Il titolo, molto azzeccato nella versione originale (incomprensibilmente svilito invece dalla, speriamo provvisoria, traduzione italiana che lo trasforma in un poco accattivante Retribuito), richiama la scritta che appare sul cellulare quando il numero di chi chiama è sconosciuto o protetto. Intorno a questo ignoto, che resta tale per gran parte del film, si sviluppa il racconto della vicenda da incubo che coinvolge un direttore di una banca e i suoi figli in auto nell’ora di punta del mattino.
Azione e tensione sono gli ingredienti principali di questa storia ambientata in Galizia, e raccontata in unità di tempo, dove il protagonista, sempre in scena nella sua auto in cui è nascosta una bomba a orologeria, cerca di salvare se stesso e i propri figli in una sfrenata corsa contro il tempo attraverso strade cittadine ingolfate di traffico e di folla brulicante e sobborghi a picco sul mare.
Un soggetto che farà gola al cinema americano per un remake e che inevitabilmente richiamerà al pubblico altri film uno su tutti Locke, che ugualmente aveva un uomo in auto costantemente al telefono, alle prese con una scelta drammatica per la propria vita e quella della sua famiglia,
Manca lo spessore introspettivo di Locke, ma il protagonista Luis Tosar ben regge le due ore di un film veloce, che ha qualche caduta di ritmo e credibilità nella seconda parte e che, per alimentare la suspense, introduce continuamente nella storia nuovi ingredienti e nuove complicazioni, forse troppe, compreso un attacco neanche troppo indiretto, ma un po’ tirato via, all’avidità del mondo bancario.
Non raccontiamo per intero la trama e non riveliamo particolari perché non gioverebbe allo spettatore che si immerge a freddo in una vicenda palpitante.
Anche se Dani de La Torre è la dimostrazione che un discreto Istant Movie d’azione si può fare anche in Europa, restiamo in attesa di un probabile remake in stile Hollywood con attori di richiamo.
Adele H.
THE ENDLESS RIVER
di Oliver Hermanus [Sud Africa – Francia, 2015, 108′]
con Nicolas Duvanchelle, Crystal-Donna Roberts, Denise Newman
Ambientato e girato in Sud Africa, presentato a Venezia e selezionato anche per il Festival di Toronto, questo film di Oliver Hermanus è costituito da tre episodi ciascuno dedicato a uno dei tre protagonisti. Bellissimi i paesaggi, belle le prime inquadrature che fanno pensare quasi a un’ambientazione anni ’50.
Un francese vive in una fattoria isolata con la sua famiglia che, in un momento di sua assenza, viene brutalmente sterminata. Una giovane cameriera va a prendere il proprio marito che ha scontato quattro anni di prigione. Sia la coppia francese, sia la cameriera col marito non sembrano coppie felici.
Il film è giocato sulla sete di giustizia o forse vendetta del francese, sul dubbio che l’ex galeotto sia uno dei criminali che ha sterminato la sua famiglia e sull’attrazione/empatia che il francese e la cameriera provano l’uno per l’altra.
Quella che potrebbe essere una storia di disvelamenti passa dal thriller al feuilleton, l’ultimo episodio è non solo inverosimile, ma del tutto insensato, lo si capisce solo ragionando, a posteriori, grazie al titolo del film stesso. Gli attori sono bravi e capaci, è la sceneggiatura a mancare di spessore. Peccato perché il titolo e l’incipit lasciavano spazio per grandi speranze.
Tootsie
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi