7 marzo 2023

ALLA FACCIA DEL NON CONSUMO DI SUOLO E DEL VERDE

ll nuovo stadio nell’ippodromo del trotto La Maura


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Il sindaco di Milano Beppe Sala è “amareggiato perché il Meazza non lo vuole più nessuno” e perché sta passando l’idea che il Milan realizzi un suo nuovo stadio nell’ippodromo del trotto Snai La Maura e l’Inter vada a farsene un altro da qualche parte ma non a Milano. Alla faccia del non consumo di suolo e del verde.

Nel frattempo è successo di tutto e il contrario di tutto. Ci mancava che anche il Consiglio di Stato s’interessasse di San Siro, che otto consiglieri della maggioranza si dichiarassero contrari al progetto di Inter e Milan; che Sgarbi come sottosegretario alla Cultura si mettesse di traverso minacciando l’imposizione di vincoli, prontamente smentito da Salvini e La Russa e dallo stesso ministro Sangiuliano. E come se non bastasse, nella già caotica situazione sono stati chiamati a esprimersi anche i ministri dell’ambiente Pichetto Frattin e della salute Schillaci aumentando ancor più la confusione delle competenze e dei pareri.

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Ma Sala è andato avanti a testa bassa, confermando, con l’aiuto di qualche consigliere dell’opposizione, la dichiarazione di Pubblico Interesse della speculazione edilizia delle squadre, legittimandola con la delibera del Consiglio comunale del 19 gennaio e con il controverso Dossier Conclusivo del Dibattito Pubblico che, se l’ipotesi di fare due stadi separati va avanti, diventa carta straccia costata ai contribuenti quasi duecento milioni.

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Ma sull’ippodromo del trotto La Maura, per quanto sia di proprietà privata, grava fin dal 2004 il vincolo della Soprintendenza che ha dichiarato un interesse storico artistico particolarmente importante del “Quartiere Ippico di San Siro” che fa parte del Parco Sud e oltre a La Maura comprende anche la pista di allenamento di Trenno e l’Ippodromo del Galoppo con le annesse scuderie.

Tuttavia la prospettiva di realizzare il nuovo stadio del Milan a La Maura è densa di incognite e, a fronte del tempo chiesto per le necessarie verifiche, Sala ha concesso solo due o tre settimane. Dal punto di vista urbanistico, secondo il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco degli Ippodromi appare impossibile che si possa costruire uno stadio, anche se l’area è destinata a funzioni sportive. Ma uno stadio, come quello proposto dalle squadre, è incompatibile perché le funzioni ammesse devono essere coerenti con il paesaggio agrario e costituire occasione di una miglior fruizione del Parco.

In effetti anche l’Ippodromo del Trotto adiacente allo stadio Meazza era stato dichiarato di interesse culturale storico-artistico particolarmente importante in base al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Quindi avrebbe dovuto essere sottoposto a tutte le disposizioni di tutela attraverso un “vincolo indiretto”. Che vuol dire tutto e niente.

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Infatti sappiamo come è andata a finire. Perché è bastata, fin dal 2014, la semplice determina dirigenziale di un funzionario comunale, per rendere edificabile un’are verde di oltre 13 ettari e consentire la realizzazione di un nuovo quartiere residenziale. E un’altra determina nel 2021 è servita ad avviare l’approvazione del progetto di Hines che per la vicinanza al Meazza è tra i motivi, forse il più importante, della sua demolizione.

Ma se le squadre se ne vanno da San Siro, che ne sarà del Meazza? C’è chi sostiene che il vecchio stadio, opportunamente ristrutturato potrà ospitare le partite di rugby, oltre a concerti, esposizioni, musical, spettacoli teatrali e fiere. Basterebbe completare la copertura per consentire di usare lo stadio anche con freddo e pioggia. Asm Global che gestisce decine di stadi è ancora in attesa della documentazione tecnico-legale dal Comune per presentare la sua proposta.

mm4E’ comunque esclusa la possibilità di costruire edifici destinati ad altre funzioni, come centri commerciali, alberghi, uffici e musei, che sono invece previste dal programma immobiliare delle squadre. Per realizzare quindi il nuovo Stadio con le annesse funzioni di valorizzazione immobiliare, La Maura dovrebbe essere stralciato dal Parco degli Ippodromi, con l’approvazione di una variante da parte Consiglio regionale.  Ma andrebbe approvata anche una variante urbanistica al PGT comunale relativa all’area stralciata.

La procedura da seguire appare molto complessa e non si comprende come potrà essere rispettata, a meno di trucchi e arbitrarie semplificazioni di cui le nostre amministrazioni sono maestre. Come il ricorso strumentale all’Accordo di Programma che consentirebbe di annullare i vincoli di tutela e eseguire le varianti automatiche sui rispettivi piani urbanistici.

Emilio Battisti

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