24 gennaio 2023

LAVORO. IL DIBATTITO: INNOVARE!

Il digitale funziona solo con Reti di ingaggiati, liberi, entusiasti, sicuri e accompagnati


Progetto senza titolo (11) (2) 

L’innovazione è il nostro futuro. E non solo digitale. Anche di offerta: prodotti e servizi. Sui prodotti ci siamo grazie a Pmi che fanno Reti determinate tra loro e con professionisti e dipendenti. Sui servizi no. Serve un indirizzo politico e una fiscalità di vantaggio.

E sono ottimista: il fare soldi facile, tipico dei servizi statici, ingessati, è al capolinea, per sovrabbondanza di soldi e carenza di progetti d’uso (dei soldi). Se scarseggiano i progetti affidabili, chi investe? Chi si fida? Ci sono più soldi che progetti di cui ci si possa fidare. Lo sanno bene gli Assicuratori, impegnati dalla Ue a mettere in sicurezza i loro bilanci con “investimenti infrastrutturali prospettici” (materiali e sociali), fondamentali per il nostro sofisticato rischiare. Geniale Europa! O ci limitiamo a tenere su i ponti, a uno a uno, prima che crollino?

Innovare (digitale, prodotti e servizi) richiede che si focalizzi il tema Lavoro in Rete, Formazione, produttività. Altrimenti, tra un po’, restiamo indietro, spiazzati dalla complessità di cose, relazioni e processi che non dominiamo. E fin qui quasi ci siamo. Ma, i temi sono due: di conoscenze attive e di ruolo del lavoro. Si tratta di tenere in mano (gestire, controllare) i sistemi e i processi (e non è tanto ovvio: vedi aeroporti Usa in tilt per ore nei giorni scorsi) e trovare la giusta collocazione, di mercato, libera e responsabile, del lavoratore, dipendente e autonomo.

Insomma, lo status dei collaboratori può passare da quello di merce (con diritti) a quello di libero attore, ingaggiato, che concorre (imprenditore con tutele). Dico può perché sono possibili altre scelte: la Germania ha una partecipazione intruppata ed efficiente. Occorre creare l’Istituzione e i servizi ad hoc. Tra cui, per inciso, forme assicurative (individuali e collettive) per la solidarietà sociale impersonale, libera. Polizze facili, importanti, a premi leggeri.

In particolare, però: i servizi al Lavoro che si sente ingaggiato e sta in Rete liberamente, responsabilmente (e così raddoppia il tasso di produttività e concorrenza del nostro sistema, con tanti saluti a Xi e Putin) non basta che si limitino alla Formazione. Il percorso logico ha un prima (l’Orientamento, la consapevolezza) su cui siamo a zero, e un dopo (l’Accompagnamento, che un po’ pareggi le chance, come faceva un grande santo, don Bosco) su cui pure siamo a zero.

Ora, si può fare questo lavoro se Confindustria, Sindacati e le Istituzioni esistenti (AFOL a Milano) stanno in ruoli separati, non comunicanti? Non si può, e questo è il primo problema, mi pare. Ma, non c’è parte che ci abbia messo la testa. Potrebbe, dovrebbe, la Lombardia con Milano. Lo faccia!

Politica. un modo nuovo di farla!

Serve, alla Sinistra, un modo nuovo di far Politica: che agganci “le forze vive del Paese”, crei consenso e si differenzi rispetto al “latente spirito antiscientifico” della destra (Mario Lavia su Linkiesta del 10 cm).

Lo aveva intuito, e sofferto, Bruno Trentin (La libertà viene prima, Ediesse, 2017, p. 118):

“Dare corpo a un nuovo modo di fare politica e a una competizione progettuale”, contro “la politica intesa come scienza dell’occupazione dello Stato, come alchimia di schieramenti o al meglio come tattica di transizione”.

In attesa di una bella Destra, serve una Sinistra amica della scienza, che guardi con entrambi gli occhi: sia atlantista ed europeista, per l’economia di mercato e la giustizia sociale, garantista e rispettosa delle diversità, in ricerca e radicata nella pratica. Per rinnovare la Politica, pensiamo prima ai contenuti, al merito scientifico (idee e proposte) e dopo alle alleanze e alle tattiche. Non il contrario, com’è da sempre. Diciamolo.

Se la Sinistra aggancia la realtà delle cose, giunge facilmente a “una forte proposta di governo, unitaria, moderna, nazionale”, capace di convincere sia a Sinistra sia tra i conservatori più attenti, dice Lavia (idem).

Qual è il nodo? L’organizzazione, ci sembra. Dare ruolo e poteri a strutture di parte politica (di Partito) in ricerca parziale, specialistica. Ovviamente, con un progetto, un indirizzo, un lavoro trasparente e uno stretto render conto. Non fare lobby; fare Politica. Una Politica all’altezza delle lobby, della ricchezza, complessità e autonomia della società.

Francesco Bizzotto



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