4 aprile 2023
DISCONTINUITÀ, COERENZA, CREDIBILITÀ
Il dramma dei rifiuti solidi urbani
Discontinuità, coerenza, credibilità sono le parole chiave del nuovo Partito Democratico: con Elly segretaria, il PD ha finalmente l’occasione di andare a prendere i tanti che in questi anni non sono andati più a votare. Ed è esattamente quello che successo con le primarie del 26 febbraio.
Alle ultime regionali della Lombardia il PD ha perso un’occasione per essere davvero credibile. E questo nonostante un buon candidato come Majorino che si è battuto a “mani nude” contro il centro destra. Un esempio per tutti: l’ambiente.
La Lombardia è una delle regioni più inquinate d’Europa e, nello stesso tempo, è diventata la pattumiera d’Italia. Milioni di tonnellate di rifiuti arrivano con ogni mezzo solo perché la nostra regione è dotata di 11 termovalorizzatori, alleanza con i 5 stelle si è fondata proprio sull’esempio di quello che stato fatto a Sesto: un vecchio inceneritore di rifiuti indifferenziati è stato riconvertito per valorizzare i fanghi dei depuratori. Termovalorizzatori andrebbero fatti altrove per evitare il “turismo dei rifiuti”.
L’ideale sarebbe farne a meno ma per raggiungere questo obiettivo è necessario arrivare al 100% del riciclo di tutte le materie prodotte. Si sarebbe potuto attaccare con più determinazione la destra che difende l’importazione di questi rifiuti per un fattore puramente di business pur sapendo che questo attacco avrebbe dato fastidio ad A2A, la multi utility che smaltisce più dei 2/3 dei rifiuti in Lombardia compresi quelli che arrivano da fuori regione. Certo, A2A ogni anno distribuisce utili importanti ai comuni di Milano Brescia ma non dimentichiamo che il 50% di questi utili va a investitori privati.
Questo risultato non può essere accettato a danno dell’ambiente, altrimenti non si realizza la credibilità di una forza che vuole definirsi ambientalista e di sinistra. Ecco la discontinuità che occorre nelle politiche del PD sui beni pubblici. Non è possibile lasciarne il controllo al mercato. L’ambiente è un bene comune che va tutelato. Pensiamo soltanto al fatto che l’inquinamento fa aumentare la spesa sanitaria che lo svolgono non possono privilegiare i profitti se non per migliorare il servizio stesso e tenere basse le tariffe per i cittadini.
Non si tratta di un discorso ideologico tra pubblico e privato ma, più semplicemente, si tratta di avere il controllo pubblico sulla erogazione dei servizi. La legge Madia, figlia dell’antipolitica, ha azzoppato le aziende in house nell’illusione che, per combattere la corruzione e la mala gestio, occorre aprire al mercato. Nessuno vuole violare le norme sulla concorrenza, certo è che una gara non può essere fatta tra una Ferrari e una 500. Come ha scritto Walter Marossi in un articolo dal titolo ‘Le municipalizzate, il riformismo e i funerali‘, pubblicato su ‘Arcipelago’ il 17 maggio 2022, “la privatizzazione sistemica dei servizi pubblici finirebbe per piegare alla logica del profitto servizi essenziali, pregiudicando i diritti primari delle persone e delle comunità locali che solo un’oculata gestione pubblica può garantire”.
Secondo un rapporto del MEF il 51% dei consiglieri nelle partecipate comunali non riceve un compenso. Non è retribuito anche il 29% dei presidenti e il 18% di AD e amministratori. In sostanza, il rapporto dimostra che vi è una capacità di autoregolazione delle amministrazioni locali in tema di indennità. Nelle partecipate degli enti locali i compensino possono superare l’80% delle somme erogate nel 2013. Un tetto.
Marco Cipriano
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