20 dicembre 2022
DOPO LA FRANA ELETTORALE E MORALE
Il propizio ritorno di Arcipelago
La montagna di sconcerto e indignazione che ha sommerso l’ultimo scandalo corruttivo, questa volta a livello euro-parlamentare, ha partorito – nei livelli alti del partito maggiormente coinvolto – qualche topolino di riscossa per rimediare e recuperare una soglia minima di attendibilità e fiducia.
Per il vice-segretario PD Giuseppe Provenzano nonché per l’ormai maturo ideologo Gianni Cuperlo, che hanno speso parole non reticenti al riguardo, la critica all’attuale fenomenologia politica comporterebbe tuttavia un’improbabile ritorno al passato: per vigilare sulla selezione dei candidati e prevenirne eventuali comportamenti scorretti “servono Partiti solidi e strutturati”.
Purtroppo tale rimedio appare oggi pressoché impraticabile. Si tratterebbe del tentativo di reintrodurre il dentifricio nel tubetto, per altro proprio ad opera di chi si è prodigato per farlo schizzare fuori!
Tuttavia le responsabilità non sono solo riscontrabili a livello soggettivo. I partiti si sono liquefatti essenzialmente a seguito del mutamento strutturale verso una “società liquida”, come spiegato dal sociologo Zygmnd Bauman, al termine di un ben diverso “secolo breve” come narrato altrettanto efficacemente dallo storico Eric Hobsbawm.
Difficile pertanto riconoscere le basi materiali di rappresentanze politiche “solide e strutturate” in un contesto paludoso, ove per altro imperversano voraci alligatori, privo, con la fine delle ideologie, di sentieri sicuri e orientati.
Non c’è più niente da fare dunque? L’emergere di clamorosi episodi di doppiezza e malafede demolisce la fiducia collettiva nella concezione stessa della democrazia? (Permettendomi una citazione più terra-terra delle precedenti ricordo che dietro il banco del tabaccaio del quartiere stava scritto a caratteri cubitali “per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”!).
Pertanto una via d’uscita va ricercata fuori dai partiti o pseudo-tali, col rischio calcolato di incontrare strade impervie ed incerte. Tornando alla nostra dimensione milanese-metropolitana credo che l’esperienza di ArcipelagoMilano sia al riguardo indicativa e significativa.
Per più di un decennio lo sforzo generoso e gratuito di offrire critica costruttiva e proposta concreta nei confronti delle amministrazioni comunale, provinciale e regionale è stato costante e rigoroso, libero ed appropriato.
Tuttavia il riscontro da parte delle relative autorità e responsabilità politiche e istituzionali è stato pressoché nullo! Se un tempo, quello appunto dei partiti solidi e strutturati, rispondere alle critiche per respingerle e confutarle era un punto d’onore – ne andava di mezzo il disdoro personale e della propria bandiera – ora la pratica corrente è fare “orecchio da mercante”.
Mi permetto a titolo di esempio di citare il mio caso: dal primo intervento (giusto il 22 dicembre 2009, dal titolo “inquinamento uno e trino” rivolto alla santa trinità Moratti-Penati-Formigoni) attraverso un centinaio di articoli fino alla farsesca epopea di Sala sindaco “anche” metropolitano, non ho mai avuto il bene di appurare di aver avuto torto e pertanto non insistere negli errori.
La proposta organica di riordino istituzionale del livello locale e intermedio, variamente motivata e condivisa da pochi ma qualificati interlocutori, è semplicemente caduta nel vuoto. E temo che altrettanto sia accaduto per gli altri numerosi autori che, a cominciare dalla perseveranza e lucidità di Luca Beltrami Gadola, si sono prodigati con passione nell’avventura di questo originale periodico di “politica e cultura”. E tuttavia la libera tribuna di Arcipelago non ha pressoché mai avuto l’opportunità di ospitare risposte e controproposte di politici gallonati ed autorità in carica.
Non si tratta allora di mettere in politica la “società civile”, cosa già provata con risultati sconfortanti, ma di individuare linee di comunicazione, punti di ascolto e retro-azione tra politica attiva ed esperienze e idee maturate nel mondo reale, volontarie ed estranee allo scambio mercantile.
Ancora utopia? Però la ripresa di Arcipelago autorizza, dopo le ultime frane elettorali e morali, qualche spiraglio di speranza!
Valentino Ballabio