22 febbraio 2022

TANGENTOPOLI TRA RETORICA, INADEMPIENZE, FRUSTRAZIONI

L’attualità di “resistere”


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Con una certa enfasi, neanche un mese fa, i media davano la notizia: «Corruzione, l’Italia scala la classifica Trasparency». Leggevi il seguito che precisava: «Sale al 42° posto». Un piazzamento certo migliore rispetto a quando il nostro Paese affondava nella parte bassa della graduatoria (in una materia quale l’etica non c’è la retrocessione a un girono inferiore, come nel calcio, ma qualcosa di peggio: il bollino di inaffidabilità dal punto di vista economico e istituzionale). 

Un risultato dunque confortante all’apparenza: ma, ad esempio, prima di noi si collocano Qatar, Taiwan, Costarica, Lettonia; oltre ai Paesi Ue. Rispetto a questi ci ritroviamo fuori dalla media in fatto di “reputazione internazionale”. Abbiamo raggiunto un punteggio di 56; il livello europeo si attesta quasi 10 punti più in alto: 64. 

È interessante evidenziare un paio di commenti dei responsabili di Trasparency. Il primo: «La credibilità internazionale dell’Italia si è rafforzata in questo ultimo anno anche per l’effetto degli sforzi di numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità». Trasparency, evidenziando i meriti della società civile, sembra dunque certificare che nel pubblico non figura in cima alle preoccupazioni la promozione di quei valori, altrimenti, ad esempio, la Magistratura non dovrebbe intervenire a proposito dei rapporti tra partiti e fondazioni a proposito dei finanziamenti alla politica (vedi le ultime polemiche a riguardo Renzi e di Italia Viva). La questione del finanziamento pubblico della politica resta nel limbo. Colpevolmente. 

Il secondo commento di Trasparency: «Tra le questioni rilevanti [le pecche, ndr] vi è il ritardo nella trasposizione della Direttiva Europea 2019/1937 sul tema del whistleblowing». Tradotto: nel dicembre dell’anno scorso abbiamo lasciato scadere il termine per fare nostra pienamente la normativa europea che regolamenta e tutela la segnalazione di illeciti o di irregolarità da parte di soggettivi che lavorano in imprese private ed enti pubblici. È il caso cioè di coloro che ”suonano il fischietto”, appunto whistleblowing, alla maniera di un arbitro che ferma il gioco perché ha visto un fallo commesso da colleghi: donne e uomini “segnalanti” irregolarità, comportamenti eticamente scorretti. “Spioni”, come lo spirito omertoso diffuso fa dire a molti? O cittadini e lavoratori consapevoli che mettono il “bene comune” prima delle convenienze? Del quieto vivere? Dal “a me che cosa ne viene in tasca”?

Il caso ha voluto che i dati di Trasparency siano stati diffusi alla vigilia del 30° anniversario dallo scoppio di Tangentopoli. Scaliamo le classifiche, eppure proprio 17 febbraio giornali e tg erano impegnati a parlare dei provvedimenti del Governo alla ricerca dell’ennesimo correzione alle regole dei “bonus” per facciate et similia perché su tali incentivi operatori economici, imprese, furbetti e magari qualche funzionario pubblico infedele hanno tratto profitti illeciti per miliardi, secondo la denuncia del Direttore dell’Agenzia delle entrate. 

Come dire che dopo trent’anni c’è ancora chi se ne approfitta in maniera illecita a vantaggio delle proprie tasche, contro gli interessi pubblici, a carico del bilancio dello Stato. E lo fa, come han cercato di giustificarsi alcuni esponenti politici perché i provvedimenti a favore dell’edilizia sono stati scritti male. 

Ma se la circostanza magari ha fondamento nel caso specifico (e già questo sarebbe grave, visto che il compito di chi governa è proprio quello di scrivere buone norme), più in generale è perché non si riesce ad assumere regole che vadano finalmente a riformare un Codice degli appalti. Ma sembra proprio che la politica, la burocrazia, gli attori economici principali non abbiano particolarmente a cuore che il nodo di tante questioni stia proprio nei fari da accendere su meccanismi di gare, affidamenti, requisiti, competenze, interessi di vario genere che hanno a che fare con il tornaconto di pochi, l’inefficienza del sistema, le zone opache e grigie terreno di coltura per irregolarità. Scaliamo le classifiche, ma non riusciamo a venire a capo di un coinvolgimento etico, individuale e collettivo, degli Ordini Professionali. 

L’Europa incita al whistleblowing. Ciononostante dopo trent’anni non s’è visto ancora un sussulto di dignità e di impegno civile da parte degli Organismi dai cui Albi intere categorie sono legittimate dallo Stato a svolgere un mestiere. In una visione di distribuzione di compiti e di assunzione di responsabilità condivise dovrebbero essere loro per primi ad acquistare intere partite di fischietti da dare in dotazione ad i loro iscritti. 

Infatti si tratta di migliaia di professionisti con nome, cognome, curricula che hanno rapporti con gli Enti Pubblici, con le Amministrazioni locali e centrali, con le imprese, con gli Istituti di Credito, mettono firme a progetti e ad atti, decretano conformità, attestano “tutto a posto”. Disporre di un fischietto magari li potrebbe mettere nelle condizioni di esser più tranquilli essi stessi circa la correttezza di atti e procedure. E se la normativa europea venisse attuata e implementata magari sarebbero messi anche nelle condizioni di esercitare il diritto-dovere di controllo degli atti per la loro parte con serenità, sapendo di essere coperti dalla legge, rispetto ad eventuali sgradevoli sorprese di iniziative di ritorsione nei loro confronti.

Scaliamo le classifiche, ma c’è ancora qualcosa che inceppa il nostro sistema e il Pnrr non sembra aver risvegliato una sensibilità etica all’altezza della situazione, nonostante le rassicurazioni date da Draghi all’Europa, ai mercati, al Paese. Un segnale è venuto da come media e giornali hanno celebrato il 30° di Tangentopoli. Una caccia ai protagonisti di quella stagione, Magistrati e giornalisti, politici, che è sembrata l’adempimento rituale (e stanco) d’un obbligo e, di fatto, una disarmante rinuncia a riflessioni su quanto la realtà esigerebbe in termini istituzionali, di valutazioni storiche e politiche, di impegni a cambiare davvero. 

Una pulsione depressiva farebbe dire che a molti, a troppi, va bene così e che forse l’opinione pubblica è fiaccata dal virus, dalla crisi, da un pianeta sempre meno abitabile, da una pandemia che ci ha fatto capire quanto i problemi già ci fossero e come non li avessimo affrontati: il Covid li ha resi solo ancor più evidenti; situazione cui ora si aggiungono venti di guerra. Ma un inguaribile ottimismo della volontà riporta alla mente l’uscita di un protagonista di Tangentopoli, Francesco Saverio Borrelli. 

Il Procuratore Generale pronunciò un forte, chiaro, triplice: «Resistere, resistere, resistere» pochi anni dopo i fatti, constatando come quasi nulla fosse cambiato dal 1992 e come, anzi, ai partiti populisti che avevano beneficiato di Mani Pulite (inizio del ventennio berlusconiano, affermazione della Lega che ostentò allora il cappio in Parlamento e oggi non riesce a dar conto di 49 milioni e ha alcuni commercialisti nei guai, ma nessuno più ne parla) s’era aggiunta un’opinione pubblica infastidita dal rischio che colpire partiti e imprese potesse alla lunga intaccare le piccole rendite di posizione che molti vedevano minacciate da un’eventuale rivoluzione morale. Tant’è vero che continuiamo ad essere uno dei Paesi con la più alta evasione fiscale. 

Vi fu una levata di scudi contro Borrelli, allora. Oggi non solo non c’è stato nessuno che ha incitato a “resistere”, ma un clima di rassegnazione,  impotenza, fatalistica assuefazione si sta addensando come cappa sulle istituzioni: la città con l’edilizia di pregio che tira e le periferie che restano un problema (intanto, ci si prepara alle Olimpiadi 2026!); la Regione che fa una riforma sanitaria che non risolve le principali questioni poste dalla pandemia (medicina del territorio, prevenzione, potenziamento delle strutture pubbliche) e non rimedia ai problemi fondamentali quanto a impiego delle risorse: realtà ospedale-centrica e privati sempre più protagonisti; lo Stato che non riforma la legge sulle autonomie, a partire dalla elezione diretta del Sindaco, che ha svuotato i Consigli Comunali e conferito al Primo Cittadino i poteri di un ceo in una Giunta Consiglio di Amministrazione. 

Eppure la legge era nata in risposta a Tangentopoli per avvicinare politica, amministrazione, cittadini. Un long Covid dal punto di vista etico? L’inguaribile ottimismo della volontà propizia scongiuri, viste anche le sconfortanti recenti celebrazioni del 30° di Tangentopoli. E dispone a seguire il monito di David M. Turoldo del quale in questi giorni pure si celebra un 30°: della morte. All’infinito di Borrelli “resistere” il frate poeta, che la Resistenza l’aveva fatta e ne voleva vivere lo spirito ogni giorno, preferiva la prima persona: «Io sono un resistente». Un esempio di speranza per Milano: ieri, oggi, domani.

Marco Garzonio

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  1. Mauro ValentiniMagnifico articolo, anzi, sublime! Vorrei tanto che tutti gli italiani la pensassero come lei! Desidererei solo aggiungere che basterebbe applicare l'articolo 54 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I CITTADINI CUI SONO AFFIDATE FUNZIONI PUBBLICHE HANNO IL DOVERE DI ADEMPIERLE CON DISCIPLINA E ONORE, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". Ecco, basterebbe che noi cittadini cominciassimo a muoverci all'unisono a sostegno dell'applicazione dell'articolo 54 per ripulire l'immondezzaio che staziona e imputridisce in Parlamento e nelle amministrazioni pubbliche: corrotti, corruttori, delinquenti e amici di delinquenti, evasori fiscali e amici di mafiosi, avvocati compiacenti che propongono leggi a vantaggio dei propri clienti, magistrati ed ex magistrati appartenenti a partiti che si adoperano affinché la politica penetri nella Magistratura (potere fondamentale di bilanciamento e di controllo) e la demolisca giorno dopo giorno. Ripuliamo l'Amministrazione pubblica applicando l'articolo 54 ! Comunque grazie, signor Marco Garzonio, finalmente un po' di ossigeno!
    26 febbraio 2022 • 16:34Rispondi
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