7 dicembre 2021

L’ARCIVESCOVO, IL SINDACO DUE VISIONI DELLA PARTECIPAZIONE

La partita su San Siro tra regolamenti e leggi


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Il Discorso alla Città dell’Arcivescovo in occasione di Sant’Ambrogio è stato una esortazione «… con gentilezza – Virtù e stile per il bene comune». Secondo Monsignor Delpini ‘Noi che siamo grati per il bene che si compie e fieri della nostra tradizione ambrosiana abbiamo anche la responsabilità di promuovere la partecipazione di tutti alla vita delle comunità e dell’intera società civile.’ Perché ‘La scarsa partecipazione degli elettori nelle elezioni amministrative da poco celebrate in alcuni comuni è un segnale allarmante e l’opera educativa e la sensibilità sociale di molti devono essere un invito, una sollecitazione per tutti.’. 

Gentilezza, Bene Comune, partecipazione… chissà cosa ha pensato il sindaco Sala, seduto nelle prime file con fascia tricolore. Scarsa partecipazione? Subito dopo le elezioni ha detto: “Ho preso il 25% di voti in più. Ora al lavoro per il futuro di Milano” “Sul nuovo stadio di Milano decido io” “Moratti può comprare San Siro se vuole salvarlo” “sono disponibile a discutere sul come, e quindi per esempio di come utilizzare gli oneri di urbanizzazione, ma non su stadio sì o stadio no”. Eppure saputa la notizia sulle Olimpiadi Invernali aveva detto “La cerimonia nel 2026 sarà a San Siro, spero ci sia ancora” se decidi tu sindaco… 

La dimensione di una icona storica, quale è San Siro per gli appassionati dell’arte pedatoria come di quella musicale, è tale che non è bastato non menzionarla in campagna elettorale. Né hanno retto le ragioni pretestuose per giustificare la speculazione finanziaria e immobiliare. 

La rigenerazione del quartiere San Siro è stata invocata come giustificazione per il nuovo stadio e per la speculazione annessa. Falso, perché è finanziata con fondi specifici. Si è detto che Milan e Inter andrebbero via, a San Donato piuttosto che a Sesto San Giovanni. Assolutamente falso perché improponibile. Allora si è detto che Milan e Inter senza nuovo stadio e speculazione annessa non sarebbero competitive in Europa perché San Siro è da abbattere. Falso, non è per nulla da abbattere, né da ristrutturare, come è stato dimostrato può essere ulteriormente qualificato nella sua multifunzionalità. 

Perché non dovrebbe esserci se l’UEFA ci ha tenuto la Finale Champions League 2016, se il 6 ottobre scorso si è disputata Italia-Spagna. Se Inter e Milan non avessero vietato a Bruce Springsteen di suonare come sempre a San Siro nella tappa italiana del suo tour 2022. Bruce, che insieme a Little Steven sta con chi vuole salvare lo stadio Meazza. San Siro è più robusto che mai e non richiede la demolizione con nuova cementificazione, bensì una qualificazione socialmente partecipata e ambientalmente sostenibile, quindi bella, dell’area pubblica circostante. 

Così stanno fiorendo le ipotesi più disparate: dalla costruzione di un secondo stadio nelle vicinanze, alla costituzione di una società mista pubblico/privata con Milan e Inter, cioè con i fondi proprietari oggi, del doman … . I Verdi hanno proposto il Dibattito Pubblico (DP) ma gli uffici hanno detto che era improponibile. Nel guazzabuglio di corte il Principe, che si è incoronato con l’elezione al primo turno, se la ride, ma troppo presto. Il Comitato Colibrì ha depositato una “istanza a provvedere”, protocollata il 1 dicembre. Nell’istanza si sostiene che l’ultima delibera approvata dalla Giunta a inizio novembre 2021 risulta viziata per violazione di legge e che, per sanare questa mancanza, è necessario che il Comune provveda subito a dare avvio al Dibattito Pubblico. 

Riguardo alla “Legge Stadi” si osserva come il Comune abbia avviato il procedimento seguendo la normativa del 2013, ma nemmeno in quella approvata nel 2021 (dopo l’introduzione del Dibattito Pubblico), è prevista una deroga all’obbligo. Il Comitato ha interessato la Commissione Nazionale Dibattito Pubblico e la Presidente Caterina Cittadino ha confermato che l’opera rientra nelle tipologie per le quali il procedimento risulta obbligatorio.  

Il Dibattito Pubblico è stato introdotto nell’ordinamento italiano con l’art. 22 d.lgs. 50/2016 (nuovo Codice degli appalti) e prevede la partecipazione dei soggetti privati alle scelte delle istituzioni consentendo, di fatto, una notevole riduzione delle distanze tra decisore pubblico e soggetto destinatario della decisione stessa. 

Sia chiaro: il DP non è uno strumento decisionale. La decisione spetta all’amministrazione proponente. Il DP è uno strumento di trasparenza e di partecipazione, per questo occorre garantire l’accesso agli studi e alle valutazioni che sono alla base delle decisioni. È necessario che il DP venga aperto quando sono ancora disponibili alternative su aspetti realizzativi non marginali (ad esempio le scelte localizzative) e la decisione di realizzare l’opera non sia ancora stata presa in modo definitivo. 

Per questo il nuovo Codice degli Appalti1 prevede che il DP si inserisca nella prima fase del progetto di fattibilità di un’opera, quella in cui si analizzano le alternative progettuali al fine di individuare la soluzione ottimale. Il DP deve essere gestito e organizzato da un soggetto indipendente dall’amministrazione aggiudicatrice, dalla società di progettazione, dagli enti locali e da eventuali altri portatori di interesse. 

Il fatto è che il sindaco Sala e la sua Giunta hanno già deciso la conferma della dichiarazione di pubblico interesse per il pacchetto ‘demolizione San Siro-nuovo stadio-edilizia commerciale’. Se si vuole salvare il Meazza, se si vuole qualificare l’area pubblica oltre il rendering di propaganda, il processo del confronto pubblico partecipato va rovesciato: prima valutare l’adeguatezza del Meazza e decidere come qualificarlo ulteriormente, insieme all’area circostante, quindi ragionare sui fondi necessari. Non costituiscono un problema della comunità milanese, quindi della sua Amministrazione, i bilanci dei fondi attualmente proprietari di Milan e Inter.  

Per questo appaiono più funzionali ad inquadrare la questione Meazza-San Siro degli istituti di partecipazione presenti nello Statuto Comunale, appositamente regolati. 

L’Udienza Pubblica è convocata su argomenti o proposte relative a varianti e ad interventi che incidono in modo rilevante sull’economia, sull’assetto del territorio, sulla tutela della salute e dell’ambiente, qualora la richiesta sia sottoscritta da 1000 cittadini. Durante l’udienza pubblica è possibile illustrare rilievi scritti, sottoscritti da più di 500 cittadini, anche attraverso la piattaforma digitale per la partecipazione. 

Il Sindaco o un Assessore da lui designato presenta in Consiglio Comunale una relazione riassuntiva delle risultanze dell’udienza pubblica. Il Consiglio o la Giunta Comunale, in base alle rispettive competenze, forniscono adeguata motivazione delle deliberazioni che non abbiano recepito i rilievi. All’udienza pubblica si applicano le norme relative al funzionamento del Consiglio Comunale, anche per quanto riguarda la partecipazione del pubblico durante la seduta. Con una istanza sottoscritta da 5000 cittadini è prevista l’Istruttoria Pubblica, che ha quattro fasi:  

– indizione: l’istruttoria viene presentata insieme agli elementi fondamentali oggetto di discussione; 

– dibattimento. Consiste nella raccolta di contributi, aperti al confronto fra cittadini, mirato all’elaborazione di proposte di modifica puntuale da applicare al testo del provvedimento. Partecipano anche gli organi tecnici comunali competenti per materia, con funzione di approfondimento e valutazione tecnica contestuale delle proposte. Possono essere attivati tavoli di dibattimento dedicati ad esperti esterni all’Amministrazione comunale e a portatori di interesse, individuati con riguardo al massimo pluralismo; 

– valutazione: le proposte di modifica da recare al testo del provvedimento possono essere sottoposte, attraverso le funzioni della piattaforma digitale per la partecipazione, al gradimento da parte dei partecipanti, con modalità analogica o digitale, sia mediante sistemi di votazione; in questo caso la deliberazione avviene a maggioranza semplice.  

– conclusione: l’ufficio comunale competente per la partecipazione riassume in un documento conclusivo una sintesi che dia conto del percorso, delle opinioni emerse e delle osservazioni ricevute, raccogliendo dagli organi comunali competenti per materia un’indicazione favorevole o contraria all’accoglimento delle proposte, e in caso di diniego con motivazione scritta individuale o sintetica, che sarà trasmessa ai proponenti e all’organo competente all’approvazione in via definitiva. 

Sono quindi disponibili gli strumenti per un confronto effettivo e non evocativo sullo stadio Meazza e sull’area pubblica circostante, un confronto all’insegna della partecipazione informata al processo deliberativo. 

Alla luce di questo svolgimento trasparente, effettuato sulla concretezza delle cose, dei costi, dei benefici per la comunità e dei bilanci, laddove non si ritenga soddisfacente l’esito lo Statuto Comunale prevede un ulteriore strumento. Anzi tre: il Referendum abrogativo per l’eliminazione totale o parziale, dall’ordinamento comunale, di deliberazioni adottate dal Consiglio o dalla Giunta comunale; il Referendum consultivo con cui viene espresso un orientamento o una scelta in merito a temi, iniziative, programmi e progetti di competenza del Consiglio o della Giunta comunale; il Referendum propositivo per l’adozione di un atto, di un provvedimento o di un parere su materie di competenza del Consiglio o della Giunta. 

Nella sua disconnessione Sala se ne è uscito con questa esortazione «I club convincano i nostalgici di San Siro». Qualcuno gli comunichi che il San Siro Meazza c’è, la nostalgia la proviamo per una politica capace di una soggettività propria e non al servizio di questo o quel fondo finanziario o immobiliare che sia. Una politica pubblica che risponda agli interessi generali delle attuali e delle future generazioni capace di “offrire ai giovani buoni ragioni per desiderare di diventare adulti” come ha esortato Delpini. 

 

Fiorello Cortiana 

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