13 settembre 2021

LE SFIDE CONTEMPORANEE MILANESI

Criticità e incertezze


gennai

Napoleone disse: “Quando il nemico sbaglia, non dobbiamo disturbarlo”.
Se seguissimo questo postulato della strategia militare, lasceremmo la Città in balia di un opaco futuro dominato dall’incertezza, con una conseguente fuga dall’urbe, in parte già in atto, ciò nonostante la città cresce. Certo nessuno ha la bacchetta magica, ma un futuro è pensabile se c’è capacità di progettarlo.
Negli ultimi anni Milano ha visto ben poco di quanto ci si aspettasse, in più ci siamo fermati a seguito della pandemia. La reazione del sistema di Governo Cittadino ma anche Regionale, è stata del tutto insoddisfacente è ha prodotto un aumento del disagio, un senso d’abbandono e d’insicurezza generale, uno stato di sospensione prolungata ben oltre il lock-down ma anche una presa di coscienza da parte di molti, dell’inadeguatezza della macchina governativa in tutte le declinazioni possibili.
A Milano l’economia ha reagito autonomamente, la finanza ha realizzato guadagni impressionanti, il Real Estate ha sviluppato un maggiore controllo sull’evoluzione del sistema Città in coesione con la Giunta uscente. Le grandi aziende ne hanno approfittato per sviluppare nuove strategie di utilizzo delle risorse umane, le aziende farmaceutiche hanno realizzato guadagni astronomici, la sanità è crollata su se stessa e sui cittadini, tuttavia nessuno ha pagato a parte l’unico sacrificabile Avv. Gallera. A voler essere cinici, persino le morti hanno prodotto reddito, in compenso il commercio è crollato e il sistema del commercio di prossimità ha subito il colpo finale.
Tuttavia il Sindaco uscente è stato in qualche modo salvato, forse perché capace di restare in equilibrio, chiedere scusa e andare avanti, peccato l’abbia fatto su strade sbagliate fino alla svolta ecologista, lasciando una certa sinistra con il fiato sospeso, che in lui vedeva il partigiano Johnny: ”I’m in the wrong sector of the right side“. Lui ha capito prima di molti, da quale parte andare a parare. Con lui molti hanno fatto la stessa cosa, lasciandosi aspirare dalla forza gravitazionale dell’organismo dominante sperando di entrare in orbita e restarci.
Non vedo nessun aspetto positivo in questa Amministrazione, nonostante si vanti di avere fatto di Milano un’altra città, quale? La maggior parte dei programmi di sviluppo e le grandi opere erano già stati pianificati da altri, l’unica cosa fatta è stata il controllo del bilancio a spese del sociale e non si può dire che la pandemia sia un’attenuate, anzi, è stata un crasch test che ha fatto emergere tutti i limiti e i difetti.
Da quanto si vede e si sente, questo sindaco sta spingendo una fortissima campagna promozionale a favore delle auto elettriche in car sharing, nel rispetto del progetto sharing-Cities- Horizon 2020, per il quale sono previsti finanziamenti e sicuri ritorni economici per i players che si sono garantiti gli spazi a disposizione. Un settore non ancora normato e assoggettato a una sostanziale deregulation favorevole ai gestori del mercato. Non sembra ci sia consapevolezza dei problemi e le realtà dei cittadini lontani da questa narrazione in una città del futuro in cui tutti i cittadini si muovono full electric o con i mezzi pubblici, in cui ci si dovrà assoggettare sempre di più ha un solo inacettabile obiettivo, fidelizzare il cittadino, renderlo gestibile e redditizio, escludere i divergenti, screditandoli e rendendoli out in una società veicolata alla sottomissione, partendo dagli amministratori pubblici, che devono sottomettersi alle logiche di un’immaginifica realtà mistificata che promette visibiltà e carriera.
Finché non avremo un equilibrio sociale e un’equità nelle opportunità di crescita dei cittadini, sarà difficile pensare a una città che funziona, restano dunque i temi principali tali e quali, nessun miglioramento nell’ossessione della periferia, molte scuole comunali sono state chiuse, molte attendono una ristrutturazione e sono inagibili con un aumento di disagi sociali, con le finanze e le risorse intellettuali dirottate nelle piste ciclabili e nell’urbanistica tattica tradottasi d’iniziative propagandistiche come il rilancio del decoro e una maggiore vivibilità, tuttavia nessun progetto di cambiamento radicale delle zone degradate, di ristrutturazione profonda, quando in Cina (quella comunista) si demoliscono le zone fatiscenti con la dinamite, per ricostruire nuovi quartieri popolari.
A Milano si ragiona ancora di progetti appetibili per il privato che dovrebbe finanziare l’operazione in cambio di un sicuro guadagno, un incredibile gioco di specchi grazie al quale, da una parte sono stati costruiti dei quartieri su zone classificate degradate, in realtà semplicemente zone ex industriali o ex agricole adattissime a progetto pubblico/privato in chiave investimento e rigenerazione edificando, con conseguente consumo di suolo, dall’altra si assiste all’antitesi di un sistema di crescita ecosostenibile, dove la cementificazione rappresenta l’archetipo dello sviluppo, l’estensione della Città che porta a una riduzione della capacità di assorbire calore, inquinamento, veleni, che solo un terreno libero può filtrare e restituire depurato. Su questo corto circuito sarà interessante la posizione dei Verdi.
Nulla è stato fatto per il riequilibrio idraulico, per l’invarianza, per il sistema fognario che ancora risente di una promiscuità letale, restituendo ai sistemi di depurazione un’acqua senza carica batterica da trattare perché diluita dall’acqua piovana, dunque poco adatta ai sistemi di depurazione. Città Metropolitana, in concerto con Regione Lombardia, ha dato il via ai cantieri delle vasche di laminazione del Seveso, attraverso una progettualità scontata, per niente innovativa e per lo più nel dissenso sociale dei territori, senza mettere in cantiere la ristrutturazione del sistema idraulico di contenimento a Milano da anni soggetto a sedimentazioni con sezioni ridotte, restringimenti, con le guardie idrauliche da rivedere, con un restringimento al ponte delle Gabelle che crea un imbuto non compatibile con un piano di riqualificazione idraulica generale di contenimento delle esondazioni. In questo c’è una visione parziale che difficilmente eviterà il problema in modo definitivo.
Si doveva prima di tutto lavorare sulla condotta sotterranea e pensare di separare il Seveso e la Martesana senza ricondurre un problema idraulico alla riapertura dei Navigli, altra grande questione che pare non faccia dormire la notte i nostri politici.
I temi della città sono ancora li, compresa la M4 in enorme ritardo, sospesa sull’impressionante costo raggiunto e non ancora terminata, pronta solo nel breve tratto Forlanini – Linate, ma inattivo per incompatibilità con i costi d’esercizio (aggiungerei che tecnicamente un collaudo di tratta e relativa messa in servizio andrebbe incontro a una serie di problemi anche contrattuali tra Comune e Società di gestione, la quale si troverebbe a dover gestire a vista una tratta prevista automatica, senza parlare del proseguimento del cantiere, che dovrebbe essere fatto causando ripetute sospensioni d’esercizio e ulteriori costi di fermo impianto).
San Siro sospeso sul “ni ”della Giunta, gli Scali Ferroviari sospesi e in balia dei privati, i cantieri delle Olimpiadi Invernali, fermi e in attesa del nuovo Governo della Città, il trasporto pubblico indeciso senza linee guida precise da parte del Governo, sul come riprendere in sicurezza l’esercizio alla riapertura della stagione 2021/22, i mezzi privati sempre di più tediati e disincentivati a favore delle piste ciclabili che d’inverno saranno vuote e le strade collassate, un paradosso per una politica d’abbattimento dell’inquinamento (su questo non c’è stata visione innovativa, come la pista ciclabile dinamica e semaforizzata).
Nessun progetto per parcheggi sotterranei di quartiere (sul modello Parigi dell’Anne Hidalgo musa ispiratrice), utili per eliminare i parcheggi lungo strada, dove si potrebbero fare piste ciclabili più sicure in quanto sviluppare su strade secondarie.
La maggior parte dei sistemi di riscaldamento condominiale pubblico ancora altamente inquinanti. Nessun progetto di installazione di panelli solari per generare comunità energetiche, soprattutto nei grandi condomini dove sarebbe molto conveniente.
Le sfide future di Milano sono tante, e su di esse incombe il fantasma dell’incertezza, ma anche una generale insofferenza e disorientamento dei cittadini per ogni regola di buon senso, ancor più negli insiemi giovanili, purtroppo minati dall’indifferenza e la ribellione, in questo momento il male peggiore.
Una possibilità di ripresa è data dalle votazioni comunali, dal possibile cambiamento di registro anche parziale, possibile solo se fosse fatto un innesto, un seme nuovo che possa germogliare, ma serve gente nuova, nuove idee, nuovi modi di pensare, forme di gestione insondate, facce nuove che abbiano anche la forza demiurgica di vincere la naturale inerzia del pensiero della gente, di premiare le aspettative sociali e di fare le cose che servono ai cittadini, a tutti i cittadini. Questa giunta ci ha davvero stancati di essere continuamente assoggettati alle politiche di tendenza, a un allineamento del banale, senza inventiva, senza qualità, con arrogante presunzione tale da non ascoltare quella Milano del buon senso, continuamente ridicolizzata e annoverata come antitesi alla sedicente modernità.
La sensazione è che i milanesi si siano chiusi e quando una società si chiude si rifugia nelle poche certezze e nel passato, difficilmente guarda al futuro nel cambiamento. Avremo un sindaco o una sua nuova interpretazione, tuttavia, da qualsiasi parte esso arrivi, sarà un niente di nuovo, questo è il vero pericolo.
Gianluca Gennai



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