6 ottobre 2021

IL 57,73% DEL 47,69%

Un commento a caldo


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Una reazione a caldo sul risultato elettorale. Scontato, come un paio di bermuda a fine stagione. Tutto come previsto. Quindi potremmo anche chiudere qui. E rimandarvi alle riflessioni del mio precedente articolo.

E invece no.

Perché il fatto più eclatante non è la vittoria di Sala al primo turno, ma il dato sull’astensione, che ci sferza il viso, come un sano ceffone, con cruda realtà: più della metà dei milanesi è rimasta a casa. E non vale nemmeno la fuga per il week end, visto il brutto tempo e la pioggia. Nemmeno il 48% degli aventi diritto ha votato. Il peggior dato di sempre per il capoluogo lombardo. Il rinnovato sindaco esulta per il risultato storico (mai nessun sindaco di sinistra era passato al primo turno, ma non è che ballottaggi esistono dall’800…). Ditemi voi se è meglio darsi le pacche sulle spalle per una vittoria in stile rubar le caramelle ai bambini o preoccuparsi per la crisi di democrazia che un tale deficit di partecipazione denuncia.

I motivi dell’astensionismo? Due quelli più facili. Perché scomodarsi e andare a votare quando il risultato è già scritto? Ma anche il comprensibile (e non necessariamente condivisibile) voto di protesta attraverso l’astensione.

Il vincitore afferma di aver preso 40 mila voti in più rispetto al 2016 e che quindi il fenomeno non lo riguarda. Se così fosse, allora questo vuol dire che la maggior parte dell’astensionismo arriva da destra e sembra assai probabile, viste anche le lacrime di coccodrillo del Capitano (“i nostri candidati scelti tardi”). Ma implica anche che tra quei 40 mila in più ci sono probabilmente, anzi sicuramente (lo so per certo), voti che arrivano da destra. Voti di chi ha scelto di protestare non con l’astensione, ma premiando il sindaco uscente, per mandare un segnale forte a casa propria.

Che poi, diciamocelo, non è proprio così difficile per un elettore di centro-destra dare il proprio voto al sindaco uscente. Uno che non ha nel suo curriculum un passato di mangiatore di bambini o la tessera della FGCI (da non confondersi con la FIGC, mi raccomando). Uno che il comune lo conosceva bene anche prima di diventar sindaco, grazie alla Moratti. Uno che fa “manager” di secondo nome. Urca! Stai a vedere che per 5 anni abbiamo avuto un infiltrato a Palazzo Marino. Effettivamente non ci sarebbe da stupirsi visto che appena candidato aveva dichiarato “io non sono Pisapia”.

Comunque sia, mi permetto una riflessione da girare al nostro Beppe Sala.

Caro Sindaco, visto che sei stato eletto con una maggioranza così schiacciante che ti ha permesso di passare al primo turno, ma pur sempre una maggioranza di una minoranza dei milanesi, ti pregherei di governare tenendo sempre presente questo punto. Dovrai sforzarti ancora di più considerare sia chi non ti ha votato (che rappresenta matematicamente la maggioranza dei milanesi), sia chi ti ha votato, magari per protesta, ma non appartiene alla tua parte politica. Hai detto che sarai sindaco di tutti. Dichiarazione di facciata o dettata dalla consapevolezza di un risultato numericamente debole? Vedremo e speriamo.

Ti hanno ridato la bicicletta e quindi non ti resta che pedalare, ma ti consiglio di evitare la ciclabile di viale Monza, progettata probabilmente con quella parte che soavemente si poggia sulla sella…

Pietro Cafiero



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