17 marzo 2021

L’AFFITTO DEL SIG. G E LA CITTÀ SMART

Storie di ordinaria burocrazia


Il Sig. G vive a Milano che come ogni grande città, soffre di molti mali, ma quello del Sig. G è uno di quei mali che non uccide, lentamente indebolisce il morale e poi il fisico, perché uno dopo un po’ non gliel’a fa più, si arrende e si lascia andare.

Gennai

Il Sig. G vive in un appartamento, uno dei tanti condomini nel Comune di Milano, patrimonio immobiliare MM o Aler o qualcun altro. Nel suo caso, il condominio è gestito da MM, un tempo era Aler e qualcun altro. Un condominio dignitoso, un buon quartiere di periferia della città, affitto calmierato in base al reddito, insomma non c’era da lamentarsi.

Un figlio, una moglie, un buon lavoro, stipendio sicuro, una famiglia come si dice? Perbene. I figli crescono e poi si sa, escono da casa e fanno la loro vita, dunque il Sig. G resta da solo in quella casa che aveva un contratto di affitto intestato al figlio, forse perché pensava di andarsene Lui un giorno con la moglie, magari da qualche altra parte nel mondo, progetti di vita che cambiano perché non sempre le cose vanno come vorremmo.

Il Sig. G, cittadino modello, sa che cosa deve fare per restare in quell’appartamento, dunque intraprende l’iter burocratico necessario, la voltura del contratto di affitto per passare l’intestazione dal figlio al padre, niente di più semplice, soprattutto quando siamo tra persone perbene.

Telefona, parla ora con uno ora con l’altro, tutto bene, sembra tutto a posto, ma non è cosi. Il tempo passa e non arriva quella voltura, cosi decadono i benefici previsti dalle regole in cui si stabiliscono i tempi di gestione, parte la pratica d’irregolarità e il Sig. G in meno che se dica si ritrova a essere non in regola, dunque non più un inquilino modello, con relativa messa in mora e un aumento del canone di affitto che passa da essere calmierato su base reddituale, a 1370 euro al mese come da normativa.

Il Sig. G, ha un lavoro di tutto rispetto, un salario medio, ma 1370 euro al mese per un affitto non può permetterselo. Il tempo passa e si accumula il debito con l’ente, perché nel frattempo il Sig. G deve anche mangiare, pagare le bollette, vivere, e quel canone non può onorarlo. Quale problema c’è? Dopo qualche mese in cui una pratica annulla l’altra, il debito raggiunge cifre ragguardevoli, 7Mila, 10Mila euro, cosi il Sig.G deve concordare un rientro, perché nel frattempo arriva la pratica della voltura, dunque ritorna a essere un buon inquilino, ma nei mesi in cui è stato un irregolare, non per colpa sua, ha accumulato un debito con MM che deve essere onorato.

La società è pronta ad andare in contro un bravo cittadino, infatti, per Lui, è già pronto un bel piano di rientro, scritto da un “avvocatone” del foro milanese, con tanto d’interessi e cavilli vari. Il Sig. G è contento, paga il suo affitto e le sue rate di rientro, resta nel suo appartamento a fianco ai suoi coinquilini che come lui, da bravi cittadini, pagano l’affitto e le rate di rientro del debito, anche se disabili, anche se indigenti, anche sé (?).

Resta l’amara verità, quanti bravi cittadini sono costretti a piegarsi a questa pratica che oggi è una prassi, in certi casi. Quelle situazioni burocratiche gestite con piglio machiavellico, con una logica del più forte, forse perché qualcuno faccia dei bei guadagni proprio grazie a questo modus operandi, in cui si lascia la pratica di voltura dormiente per qualche mese, il caso vuole che sia circa un tempo stesso, giusto per raggiungere quelle somme a debito, per garantire quei certi interessi a un certo qualcuno e tenere sotto scacco i tanti Sig. G. Anche quest’anno è stato di un’ottima annata, aspettando Godot.

Gianluca Gennai

P.S. fatti e personaggi non sono immaginari, si ringrazia il Sig.G della testimonianza confortata da documentazione della quale ho preso visione personalmente. Quanto necessario per testimoniare cosa accade nel mondo reale, alla gente reale, in un assurdo, quell’assurdo che fà di questi luoghi una cloaca nella quale nessuno vuole entrare se non restando ai bordi, ad ululare qualche voto, spargendo illusioni e promesse, regolarmente disattese. Su questi temi ci si aspetta un’assunzione di responsabilità dalla politica e dal Governo della Città, qualsiasi esso sia, fin oggi candidamente mancante, nella speranza che MM e Aler facciano qualcosa per porre fine a questi, come vogliamo chiamarli? Chiamiamoli come si deve: abusi. A questa intollerabile mancanza di umanità, perché questi sono i cittadini più vulnerabili, quelli che non solo devono convivere nel degrado sociale fatto di occupazioni abusive, di spaccio nei corridoi o nelle cantine, di presenze poco edificanti, ma devono anche confrontarsi con i mali della Società.



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