19 maggio 2021

LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZALE LORETO

Un’occasione mancata


E’ stato da poco assegnato il bando di Reinventing Cities su Piazzale Loreto. Prima di dare una valutazione sul progetto vincitore vorrei ricapitolare la storia del bando.

sacerdoti

Dopo la approvazione del PGT che aveva inserito piazzale Loreto tra quelle da riqualificare il comune aveva deciso di inserire piazzale Loreto in un bando di Reinventing Cities e aveva pubblicato il 1 novembre 2019 un avviso pubblico rivolto ad accademici ed esperti con specifica conoscenza della realtà locale milanese, cittadini singoli o riuniti in associazioni e comitati per portare contributi e suggerimenti attraverso appositi Gruppi di lavoro per definire le linee guida del bando.

Ho fatto domanda di partecipazione in quanto abitante nel quartiere ma vi sono stati problemi con gli architetti che avrebbero partecipato gratuitamente e non se ne è fatto nulla. Il bando è stato preparato dagli uffici comunali e sono poi stati raccolti suggerimenti dal Municipio 3 e da chi voleva contribuire che sono stati messi a disposizione dei partecipanti al bando nella data room.

In questa fase ho conosciuto l’ing. Sergio Valli che ha effettuato uno studio preliminare per l’interramento di tutti i percorsi di traffico che attraversano la piazza consentendo la sua totale pedonalizzazione e la creazione di una area verde molto estesa libera dalle auto e dal loro inquinamento e rumore. Lo studio era chiamato “Progetto Respiro”. Era prevista la pedonalizzazione dell’ultimo tratto di corso Buenos Aires, attualmente di minore valore commerciale rispetto al resto. Le gallerie sotterranee passavano sopra la galleria del metro con il solo rialzo di un metro della superficie. Il costo del progetto poteva essere coperto dalla vendita del palazzo del Comune in via Porpora.

Purtroppo l’ing. Valli non ha trovato un imprenditore che volesse partecipare al bando con il suo progetto in quanto il meccanismo del bando richiedeva la sistemazione della piazza e l’offerta al Comune di un minimo di 6 milioni di euro per il palazzo di via Porpora. Questo meccanismo costringeva i partecipanti a intervenire in modo minimo sulla viabilità della piazza per rientrare nei costi.

Si sono visti i risultati di questa impostazione del bando. I tre progetti finalisti si sono limitati a togliere il percorso stradale che dà l’accesso a via Padova secondo il suggerimento del bando e a stringere il percorso verso viale Monza e verso viale Brianza e viale Abruzzi tenendo il flusso delle auto in superficie. La pedonalizzazione della piazza è quindi parziale e l’inquinamento e il rumore da traffico non viene ridotto. Il bando scriveva che “l’area è interessata da un notevole inquinamento acustico dovuto al traffico, la cui riduzione deve essere considerata nelle proposte.” La notevole quantità di asfalto che rimane non diminuisce sufficientemente l’effetto “isola di calore”.

Imm.Brenna.prog Viel

La differenza con il Progetto Respiro è molto forte.

Il meccanismo del bando sembra aver privilegiato con il punteggio il progetto che prevedeva costruzioni nella piazza mentre era desiderabile non avere costruzioni in superficie che nascondono la visuale ma solo l’utilizzo degli spazi del mezzanino. Il Comune guadagna di più con la vendita dei diritti volumetrici ma la quantità di verde viene ridotta.

Il progetto vincitore prevede delle terrazze che si affacciano in gran parte sul traffico, chi starà sul tetto di queste strutture avrà la vista sulle auto e il loro rumore e respirerà i loro fumi di scarico ai semafori, che i rendering hanno minimizzato facendo vedere solo un’auto che percorre il tratto tra la nuova area pedonale e corso Buenos Aires.

Imm. Brenna prog. vincitore

Infatti i tavolini sono previsti solo sul tetto del padiglione centrale. L’attraversamento pedonale a raso tra corso Buenos Aires e l’area pedonale sarà difficoltoso a causa del ridotto tempo di attraversamento dovuto al tempo dedicato alle auto che vanno nelle varie direzioni. Basta vedere cosa succede attualmente in piazza Oberdan, analogo snodo di traffico automobilistico. La circonvallazione ha ben sei corsie e uno spartitraffico centrale da attraversare all’angolo con corso Buenos Aires. Per fortuna si potrà usare l’attuale scala di accesso al mezzanino della M1 ma senza miglioramento della situazione attuale. Il progetto preliminare dello studio Citterio-Viel aveva previsto due anni fa un ponte pedonale ma questo non è stato riproposto, probabilmente a causa del costo eccessivo a carico dei concorrenti per la notevole larghezza della strada.

Eccessivo poi aver chiamato “piccola foresta” gli alberi piantati nella parte aperta del mezzanino in mezzo alla piazza su terra piena, ho contato nei rendering due gruppi di otto alberi. Le altre piante sono sulle terrazze o sopra il mezzanino del metro. Gli alberi collocati su viale Monza sembrano essere sopra il percorso della M1. Viale Padova viene alberato e c’è da sperare che queste piante siano compatibili con i sottoservizi e non debbano essere messe in vasi di difficile irrigazione.

In prospettiva la vivibilità della nuova piazza dipende quindi dalla riduzione del traffico e dell’inquinamento relativo. Non mi aspetto una riduzione del traffico sulla circonvallazione esterna, perché anche se in futuro l’area C fosse estesa fino a questi viali, il traffico non potrà che aumentare. Via Costa assicura con quattro corsie il collegamento di Milano con le autostrade per Venezia e la tangenziale est tramite viale Palmanova e solo un rafforzamento dell’area B e una limitazione all’ingresso alle auto con un solo guidatore potrebbe ridurne il numero.

Viale Monza assicura con due corsie il collegamento con Sesto San Giovanni e Monza e il prolungamento della M1 a Monza potrebbe avere un effetto benefico. Da via Porpora con quattro corsie arriva il traffico da Segrate, dalla Brebemi e dalla tangenziale oltre che dal quartiere di Lambrate i cui abitanti stanno aumentando grazie a nuovi interventi edilizi. L’inquinamento in futuro potrebbe ridursi con il passaggio alla alimentazione elettrica dei mezzi ma questo sarà un processo lento e comunque non saranno ridotte le polveri sottili dovute ai freni e al rotolamento.

Per concludere l’aver incluso il bando in Reinventing Cities ha rispettato solo in parte gli obiettivi di questa organizzazione in termini di vivibilità della città. Piazzale Loreto migliorerà sicuramente rispetto alla caotica situazione attuale ma il bando non è stato abbastanza ambizioso. Si poteva ottenere molto di più con l’interramento delle strade. Il confronto fatto dall’assessore Maran con piazza Gae Aulenti non vale perché viale Luigi Sturzo passa sotto l’area. Si pensi anche a Times Square a New York che è stato totalmente pedonalizzato.

Michele Sacerdoti



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  1. gianniMichele , le consiglio di documentarsi di più sui progetti non vincitori . la sua idea di occasione persa per la città ne sarà ancora più rafforzata . le consiglierei anche di dedicare un po' di tempo ad analizzare i componenti dei teams partecipanti , e poi , le assicuro , potrà facilmente trarre delle conclusioni interessanti
    22 giugno 2021 • 18:40Rispondi
  2. Guido AngeliniTrovo un'idea bizzarra voler trasformare uno snodo di traffico (un piazzale) in una piazza di "socialità" giustificata dall'ecosostenibilità, che mi sembra anche questa volta essere una "scorciatoia" di progetto. Anche se la mobilità delle città non potrà più privilegiare l'uso dei mezzi privati ma offrire anche varie alternative (compreso il sharing), la soluzione viabilistica appare fragile e il progetto non ha una sintesi, mi limito a dire, geometrica ed é "fuori scala" rispetto all'intorno. Greenwashing, speculazione edilizia mascherata e cultura urbanistica velleitaria? "L'architettura è una danza di luce, acqua, trasparenza e suspense" (Renzo Piano).
    25 gennaio 2023 • 13:44Rispondi
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