22 maggio 2020

ORE DISPERATE. MILANO MEDAGLIA D’ORO PER L’APERESISTENZA

Sala firma il suo suicidio politico con la decisione più difficile della sua vita


La Settimana Enigmistica ha ancora una rubrichetta di storielle che si chiama “Per rinfrancar lo spirito tra un enigma e l’altro”. Anche noi “tra un enigma – quando finirà? – e l’altro – Come?”

alkaseltzer

Un popolo, che ha assistito attonito e sgomento alla calata del morbo e ha patito senza battere ciglio i bollettini delle sconfitte, spacciate per vittorie, dagli sciagurati e impassibili generali regionali Gallera e Fontana (la cui stravagante retorica del Fieraospedale avrebbe fatto chiudere i battenti anche l’istituto Luce), si raccoglie e si stringe intorno al suo leader carismatico, cui chiede affamato il benefico balsamo della parola, il più potente dei medicinali, capace di curare, se non i corpi, almeno gli spiriti come vuole il vangelo di Giovanni “ Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”.

Il miracolo terapeutico della parola riesce solo a un grande leader della sinistra che, prodigiosa sintesi tra Berlinguer e Kennedy, è riuscito a conciliare Casa Pound e Lotta Continua, Compagnia delle Opere e Gesuiti, Massoneria e Azione cattolica, ebrei praticanti e palestinesi, CIA e KGB, Via Monte Napoleone e Viale Ripamonti, Carlo Cracco e Cardinal Ferrari, intellettuali sofisticati e curva sud. La sua lungimiranza ha reso inutile e sterile ogni confronto politico e ogni opposizione, l’intelligenza politica, l’audace pragmatismo degno di un Bismarck e la sottigliezza di un Richelieu lo rendono amato nonostante la straordinaria capacità di mostrarsi sempre debole con i forti e forte con i deboli.

Anche gli avversari gli riconoscono la dote di spiazzare i nemici quanto gli amici con spregiudicate e audaci manovre impopolari, come quando, giurando davanti al quadro di Pellizza da Volpedo e citando Gramsci e i benefici del carcere (vera e propria anticipazione del moderno lockdown), impose a tutti vacanze autarchiche all’idroscalo, pronunciando il fatidico discorso mentre io gioco un difficile campo da golf con 155 di slope rating in Engadina, voi andate all’idroscalo ad arrostire i zanzari sulla griglia con gli extracom, così c’è finalmente più mixitè, ma mi raccomando solo col bicisharing, non andateci col suv, cosi il filippino lo può lavare con comodo a mano in garage…

O altre indimenticabili uscite coraggiose e controcorrente, come quando a chi lo implorava in ginocchio di un gesto, anche simbolico, di presa di distanza dalle tragiche vicende sanitarie regionali, raggelò i facinorosi e mise tutti a tacere ispirandosi all’insegnamento di Don Abbondio, ricordando a tutti le sfide epocali che ci attendono dietro l’angolo, perché criticare la sanità lombarda, potrebbe essere un pericolosissimo autogol, proprio in questo momento in cui l’esigenza principale della città è dotarsi di un nuovo e moderno stadio di calcio, mentre siamo impegnati con tutti i nostri uomini a dipingere le strisce delle nuove piste ciclabili per sostenere la mobilita dolce e il bici sharing! Vogliamo tornare, come siamo sempre stati riconosciuti, anche in ambito internazionale, primi sulle piste, e non solo su quelle da sci!!!! Milano non si ferma e non si addormenta sugli allori!!.

E ora, nonostante queste difficilissime prove superate, quando il tempo della Storia chiama, tocca solo ad alcuni eletti rispondere e questa risposta a volte è dura, dolorosa come la sfida cui si è chiamati…

Solo una cosa univa hipster e manager, intellettuali antagonisti e dirigenti di Accenture, sindacalisti CGL e agenzie di lavoro interinale, milanisti e interisti, juventini e resto del mondo, immobiliaristi e urbanisti di sinistra, maggioranza e correnti PD, carbonara con la panna e senza: L’APERITIVO.

Prendendo la decisione più difficile della sua vita, Sala firmava il suo suicidio politico: non sono lo Sceriffo di Nottingham, men che meno Robin Hood, è ora di porre fine una volta per tutte all’aperitivo selvaggio.

Con lo straordinario coraggio di un’inaudita ordinanza, il nostro sindaco si scaglia contro l’orda degli aperitivi selvaggi per porre fine a questo scempio, facendo sua quella che, prima che una battaglia politica, è l’affermazione e la conquista di un sacrosanto principio di igiene e giustizia sociale. Senza una dura presa di posizione contro la bibìta (con l’accento sulla seconda i come scandiva Ollio allo sgomento Stanlio) è finalmente lotta senza quartiere contro l’aperitivo selvaggio.

Quelli dell’Isola hanno le ore contate, si parla di rastrellamenti e della costruzione di un muro per il confinamento come a Praga, e d’ora in poi, altre al tasso alcolemico obbligatorio, porteranno lo stemma dell’Aperol bene in vista sulla giacca. È quella che passerà alla storia come la tristemente famosa “soluzione finale” contro il subdolo nemico invisibile.

Pronte le divise verde carciofo per la famigerata divisione Cynar, le spietate guardie civiche incaricate di far rispettare il coprifuoco senza guardare in faccia a nessuno, bianchi, neri, migranti, delivery. Il popolo delle birrette sgomento prepara il ritiro nella clandestinità. Brucia il Bar Basso, simbolo della resistenza, distrutte le vetrine del Bar Magenta. Campari agli arresti domiciliare mentre tentava di sfuggire in Svizzera, lancia l’allarme e sussurra ai sodali che teme per la sua incolumità.

Proibito il Negroni sbagliato su tutto il territorio nazionale, mentre per un moscow mule si può addirittura rischiare la vita. Bartolo Nardini chiamando i suoi a raccolta dalla clandestinità fa filtrare la parola d’ordine: ritirata sulle nostre montagne, dovranno venirci a prendere. I Berlucchi e i Ferrari dalla Francia preparano la resistenza, accolti come fratelli dagli amici dello champagne.

Al bar Jamaica a Brera, agenti della alcolici travestiti da Bartender e sommelier hanno arrestato cinquanta persone: turisti cinesi, americani e russi travestiti da Hemingway e da artisti dell’avanguardia italiana del 900′, tra cui, rilasciati poi anche tre intellettuali di sinistra. Non si ricordava niente di simile dai tempi del proibizionismo di Al Capone in America.

La comunità internazionale, preoccupata per le ritorsioni contro i piccoli negozi di prossimità, assiste sgomenta al tracollo di quel che resta di una grande civiltà. Bruciati in Piazza Duomo tutti i libri di Veronelli e del Gambero Rosso, mentre non si hanno più notizie dei Fontanafredda e dei Marchesi di Barolo, sembra precipitosamente riparati in America. I fratelli Branca, colti sul fatto mentre fuggivano nella notte con un convoglio di camion carichi di casse di Brancamenta per affrontare la durissima campagna estiva, sono stati passati per le armi dopo un processo sommario.

Sempre e ora aperesistenza! No pasaran e evitiamo socialismo … pardon socialità.

Alka Seltzer

 



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  1. LucianaTroppo divertente.
    28 maggio 2020 • 00:35Rispondi
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