19 settembre 2021

(S)CAMPAGNA(TA) ELETTORALE

Venghino, signori, venghino!


cafiero

Ci risiamo! Ti distrai un attimo e senza quasi accorgertene, ti ritrovi ancora una volta a dover andare a votare per le amministrative. I prossimi 3 e 4 ottobre saremo chiamati ad eleggere il nuovo sindaco di Milano, senza dimenticare il consiglio comunale e i municipi. In cinque anni ne è passata di acqua sotto i ponti… dei navigli (per fortuna non si parla più di riaprirli), soprattutto negli ultimi due. Ma alla fine torniamo sempre al punto di partenza. Venghino, signori, venghino, altro giro, altra corsa… O forse no. Almeno a questo giro sembra che ci troviamo di fronte a poco più di una formalità.

Diciamocelo subito, così sgombriamo il campo dall’equivoco. Sala vince al primo turno. Lo so, in questo momento il nostro Beppe (che avidamente ci leggeva tutte le settimane ed era rimasto piuttosto triste per la momentanea chiusura di Arcipelago) si starà toccando con eleganza british le pari opportunità, ma al di là della scaramanzia, qualcuno di voi nutre dei dubbi su chi sarà il prossimo sindaco di Milano? Suvvia…

Tutto ciò è talmente ovvio e scontato che la campagna elettorale non esiste. Il sindaco uscente non la fa nemmeno per finta. Non ne ha bisogno. Ha un programma di 19 pagine, giusto per poter dire che c’è. Ma si tratta di poco più di un proforma.  Il suo “avversario” ha scritto (non lui, ovvio) 72 pagine che avremo letto in pochi (e visti gli errori e le ripetizioni, forse nemmeno i suoi correttori di bozze lo hanno fatto), solo per far vedere che lui ce l’ha più lungo. Il programma…

Ho scritto avversario tra virgolette, perché anche questo fa parte dell’equivoco di cui sopra. Il centro-destra poteva avere delle chance (non so quante) di vittoria con Albertini, ma visto come lo hanno trattato i partiti della sua parte, ha pensato giustamente, da persona dotata di intelletto e dignità, di sfilarsi da quei beceri giochetti. E quindi Salvini e compagnia hanno alla fine trovato un signor nessuno (politicamente parlando, si intende, non si offenda il caro Bernardo) disposto a sacrificarsi.

Nemmeno un presenzialista come Lupi ha voluto bruciarsi in una singolar tenzone dal risultato già scritto (ho avuto modo di leggere in anteprima il titolo di apertura del Corriere del 5 ottobre). A ulteriore dimostrazione di quanto la macchina elettorale del Dott. Bernardo non funzioni, fate una prova. Googolate (scusate il termine) “Bernardo sindaco Milano”, “Bernardo sindaco sito” o “Bernardo sindaco programma”. Nella prima pagina dei risultati, del sito del candidato nemmeno l’ombra. Solo link che riportano alle notizie sui vari quotidiani. Con un po’ di fantasia e di inventiva alla fine ho trovato il sito. Ho digitato le tre “W” seguite dal nome e cognome del candidato e dall’estensione “.it”. Semplice, no? No. A quel punto sono finito su una pagina fissa che rimandava al vero sito: stesso dominio, ma estensione “.eu”. Devo dire che il suo team addetto alla comunicazione ha fatto un ottimo lavoro. Non sono riusciti nemmeno a far indicizzare il sito da Google.

Ma forse il problema è che si tratta di volontari, non pagati, visto, anzi sentito l’audio che subdolamente hanno fatto trapelare i suoi sodali (o mi date i soldi per la campagna elettorale o mi ritiro). Ho provato quasi un moto di tenerezza ad ascoltare l’accorato (e teoricamente privato) appello del primario ai partiti che all’apparenza dovrebbero sostenerlo e supportarlo.  Quasi.

L’unico che sta veramente facendo campagna elettorale è il nostro assessore preferito: “#Piermaran”. Se ci fate caso è il solo esponente politico del centrosinistra che organizza incontri, si muove sul territorio, e pubblicizza su tutti i suoi social ogni singola iniziativa. Neanche fosse lui il candidato sindaco. Forse sta facendo le prove generali per quello che succederà tra 5 anni. Chi lo sa… Intanto immagino che potrebbe essere lui il prossimo vicesindaco. Comunque, caro Maran, se tra 5 anni ti serve un assessore all’urbanistica, sai dove trovarmi.

Questo è ciò che sta succedendo nel capoluogo meneghino, la capitale economica, la città del “Modello Milano”, la città più europea d’Italia, l’urbe a cui tutti (ma sarà vero?) guardano per copiarne le best practice di governo del territorio. Certo, se paragoniamo la situazione attuale allo scenario elettorale che attende i romani, potremmo anche pensare di consolarci. Cinque anni di 5 Stelle hanno lasciato il segno, tanto da rendere non impossibile la vittoria di un candidato di centro-destra piuttosto discutibile, per usare un eufemismo. Ma non può passare il concetto che rispetto ad altre realtà tutto sommato non siamo messi così male.

Non è un segreto che la maggior parte dei lettori di Arcipelago sia politicamente affine al sindaco uscente, Beppe Sala. E che quindi lo voterà, magari anche “turandosi il naso”. Quindi perché crucciarsi?

Io penso che, a prescindere dalle proprie posizioni politiche, non ci sia nulla di sano in uno scenario in cui non c’è competizione, democraticamente parlando. Trovo detestabile che l’attuale opposizione non sia stata in grado di trovare un candidato autorevole e credibile per competere nelle elezioni del sindaco di una delle città più importanti di Italia. Non c’era realmente un candidato forte o le forze politiche (Lega e Fratelli d’Italia, perché per il resto siamo agli zero virgola o quasi) erano troppo impegnate a farsi la guerra tra di loro?

La mia risposta non coincide perfettamente con la domanda, nonostante io sia l’autore di entrambe. Ad oggi una persona valida che non si riconosca nell’attuale maggioranza di centro-sinistra, un conservatore, liberale e liberista non potrebbe mai in tutta coscienza accompagnarsi con i personaggi che comandano nell’attuale centro-destra. Tutto ciò è molto triste ed anche preoccupante.

E quindi? Va a vedere che alla fine voto anche io per Sala….

O tempora, o mores!



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