27 settembre 2021
LA RESPONSABILITÀ DI RAPPRESENTARE UN’ALTERNATIVA
Il voto utile alla coalizione rosso-verde
27 settembre 2021
Il voto utile alla coalizione rosso-verde
Amministrative milanesi 2021: 28 liste per 13 candidati sindaco. Disquisire sulle frammentazioni a sinistra o sui calcoli elettorali del sindaco uscente che si accompagna a ben 8 (otto) liste, a mio parere ci porterebbe subito fuori strada.
Più semplicemente direi: l’emergenza sanitaria, riducendo ad un terzo le firme necessarie per la presentazione di una lista, ha consentito a molti di questi candidati sindaco e a molte di queste liste di sfruttare l’occasione per porsi sotto i riflettori delle amministrative, una opportunità per loro per fare una testimonianza più o meno autoreferenziale.
Una cosa è certa: sul palco allestito da Confcommercio il 24 settembre, di candidati a Sindaco di Milano in rappresentanza di forze politiche già presenti a Palazzo Marino eravamo solo quattro: Sala per il centro-sinistra, Bernardo per il centro-destra, Pavone per il Movimento 5 Stelle ed il sottoscritto per Milano In Comune.
E da qui, dopo questa debita “pulizia” di buone intenzioni, molte con probabile esito da prefisso telefonico, partirei per ragionare insieme sulle condizioni al contorno della coalizione che rappresento, obiettivi e programma.
Innanzitutto tre considerazioni:
Tranquillizzati dunque dalle difficoltà della destra, si apre una opzione di voto che credo possa interessare un’ampia platea di elettrici ed elettori democratici milanesi con molte insoddisfazioni per il lavoro della giunta uscente.
Questa opzione può dunque essere ben rappresentata proprio dalla coalizione “rosso-verde” di Milano In Comune e CivicAmbientalista, che, ereditando anni di costante e coerente impegno critico di Basilio Rizzo in aula consiliare, si ri-presenta agli elettori milanesi tramite il sottoscritto che ne prende il testimone.
Un contributo importante è arrivato anche dal sostegno di Patrizia Bedori, capogruppo in questi cinque anni a Palazzo Marino del Movimento 5 Stelle, compagna di molte battaglie in questi anni sui territori, candidata con noi con Milano in Comune.
Come ha scritto Gianni Barbacetto in un recente articolo sul Fatto Quotidiano, “al candidato civico e ambientalista Gabriele Mariani resta tutto il peso di rappresentare da solo e da posizioni verdi e di sinistra, l’opposizione intransigente ai progetti urbanistici e immobiliari di Sala”.
In questi cinque anni ho avuto modo di scrivere su ArcipelagoMilano molti articoli sui temi della città: sugli Scali Ferroviari, sullo stadio di San Siro, sulla riapertura dei Navigli, sul rapporto fra interesse pubblico ed interesse privato nelle grandi trasformazioni urbane programmate ed in divenire. Spesso si è trattato di un lavoro collettivo al quale sono onorato di aver qui dato il mio contributo. Abbiamo trattato questi temi sempre con un pensiero critico, attento alla tutela dei beni comuni dei milanesi. Beni comuni oggetto dell’interesse di investitori internazionali che hanno portato e porteranno forti investimenti privati in una città il cui governo ha optato per abdicare ad agire quella forte regia pubblica che sarebbe invece necessaria, demandando ad essi masterplan, sviluppo e promozione degli interventi.
Tale abdicazione, in molti casi (gli Scali Ferroviari sono l’esempio più evidente), è stata pure avallata in aula consiliare col voto bipartisan sia del centro-sinistra sia del centro-destra.
Lo constata Manfredi Catella, re del mattone di Milano e non solo, definito da taluni il “sindaco ombra” che così si è recentemente espresso: “Milano ha avuto una visione. Merito del sindaco Albertini che ha identificato nella rigenerazione urbana una risorsa. Poi altre tre amministrazioni di diverso orientamento politico hanno agito in continuità”.
Per inciso, mentre sulla città piovevano decine di miliardi di investimenti privati, mentre quella “visione” si concretizzava indisturbata dall’alternarsi di giunte di centro-destra e centro-sinistra, i dati della Prefettura ci hanno informato che le case popolari del Comune in attesa di ristrutturazione a settembre 2020 erano 3356 e quelle sfitte 627. Praticamente lo stesso numero di dieci anni fa.
Tornando alla constatazione iniziale, come rappresentare dunque posizioni verdi e di sinistra in questo contesto?
Ci impegniamo innanzitutto a mantenere quella coerenza che ha contraddistinto il nostro impegno dentro e fuori dalle istituzioni.
Ci batteremo per una città più uguale, con un giusto rapporto fra ricchezza prodotta e sua redistribuzione.
Quanto all’urbanistica lo faremo proponendo la revisione del Piano di Governo del Territorio e del Regolamento Edilizio, un più equo (per la collettività) rapporto fra plusvalenze ed oneri di urbanizzazione con un netto incremento di questi ultimi per gli interventi esclusivi, criteri di maggiore trasparenza nella nomina della Commissione paesaggio, confermando infine il primato della legge nazionale che determina gli standard urbanistici minimi rispetto ai locali Accordi di Programma, legge nazionale che a Milano è sostanzialmente disattesa.
Ci opporremo con fermezza al progetto di demolizione dello Stadio Meazza (lo andiamo dicendo da ottobre 2019, nel silenzio di tutte le altre forze politiche).
Quanto all’ambiente, dopo la clamorosa debacle di ForestaMi, vittima di un appalto del verde devastante, proponiamo l’internalizzazione dei servizi di manutenzione, tutela ed implementazione del verde; norme più stringenti per azzerare veramente il consumo di suolo introducendo il valore ecosistemico dei suoli interessati.
Vogliamo portare risorse verso il trasporto pubblico disincentivando quello privato: va ripreso in considerazione il referendum del 2011 sull’estensione di area C votato dalla stragrande maggioranza dei milanesi che parteciparono.
Bisogna affrontare il tema dell’edilizia popolare che, non affrontato in questi anni, sta determinando l’espulsione dei ceti meno abbienti. Si deve applicare la legge 167: costruire case popolari in affitto calmierato.
Quanto al PNRR cito un tema fra i molti: destinare 500 mln € per il teleriscaldamento dalla centrale a gas di Cassano, è un grave errore, butteremo soldi su una tecnologia dall’orizzonte limitato perché basata sul fossile, entro il 2050 andrà comunque dismessa.
Impossibile esporre in una sintesi esaustiva il nostro programma, lo trovate comunque sul sito www.milanoincomune.it.
Il 3-4 ottobre mi auguro che quelle elettrici e quegli elettori milanesi democratici e insoddisfatti del lavoro della giunta uscente possano darci una mano col loro voto: basta una croce su uno dei due simboli della nostra coalizione, terza dall’alto sulla scheda elettorale.
Gabriele Mariani
Candidato Sindaco al Comune di Milano per la coalizione di Milano In comune e CivicAmbientaLista.
6 commenti