10 aprile 2020

ESTOTE PARATI. COMINCIAMO DA MILANO  

Perché tutto non sia come prima: la città trovi il coraggio di andare contro corrente


Si vis pacem para bellum: se vuoi la pace preparati alla guerra. Non hanno evidentemente adottato questo motto i nostri politici e amministratori, colti impreparati dall’emergenza Covid-19. Un errore imperdonabile, che è possibile e doveroso non ripetere.

Foto di Nicolò Maraz (dettaglio)

Foto di Nicolò Maraz (dettaglio)

Non è necessario essere stati Scout per apprezzare la saggezza di questo motto, di origine evangelica ma senz’altro applicabile anche nel contesto attuale. Oggi che, come in tanti altri Paesi, siamo stati colti impreparati da un terribile evento non nuovo nella storia dell’umanità e certamente non imprevisto, se non nel tempo e nelle dimensioni, dal mondo scientifico, lo stiamo affrontando in fretta e furia, tra errori certo, ma anche con grandi prove di coraggio, resilienza, abnegazione e competenze scoperte o riscoperte a tutti i livelli.

Voglio evitare il consueto sfoggio di senno di poi e dare un piccolo contributo a quel senno di prima che ci consentirà di non essere presi del tutto alla sprovvista nell’eventualità di nuove emergenze. Mi riferisco a quel patrimonio di strutture, competenze umane, innovazioni scientifiche, capacità organizzative, reti di solidarietà pubbliche e private, al volontariato, all’attenzione per i più deboli per età, condizioni materiali e di salute, meccanismi attivati con sforzi immani per far fronte alla furia della pandemia.

Una volta passata la tempesta è il momento della ricostruzione a partire da quanto – dal tanto – di buono che è emerso in questi mesi. Si continua solennemente a ripetere, come ho constatato nella mia lunga vita, che “nulla sarà come prima”. Posso testimoniare che non c’è prova che anche gli eventi più disastrosi, guerre, epidemie, persecuzioni e pulizie etniche, sfruttamento economico, terremoti e altre calamità naturali, abbiano sempre e radicalmente cambiato il nostro modo di stare al mondo. Il pericolo sempre in agguato è la mancanza di memoria, anche quella a breve termine, che ci impedisce di essere preparati a quel tanto di ignoto che fa parte della condizione umana.

Milano deve andare contro corrente e fare ogni sforzo perché tutto non sia come prima. Il primo passo è tradurre in un impegno civile il motto militaresco si vis pacem para bellum traducendolo liberamente in preparati per tempo ad affrontare l’imprevisto e perfino l’imprevedibile. A questo scopo:

  • Rivalutiamo e sosteniamo, anche contro l’invadenza di politici impreparati e il diffondersi di pericolose posizioni antiscientifiche, il ruolo del pensiero e della ricerca scientifica e non scopriamola soltanto quando siamo nei guai.

  • Rivalutiamo e sosteniamo il sistema sanitario in ogni sua componente senza aspettare di accorgerci (perché mancano o sono essi stessi vittime delle calamità) di quanto siano necessari medici, infermieri e personale ausiliario competenti, aggiornati, remunerati adeguatamente.

  • Utilizziamo, conserviamo e manteniamo in modo che siano sempre pronte all’uso, quando si renderà necessario, tutte le strutture ospedaliere, le organizzazioni pubbliche e private di intervento, aiuto e sostegno ai cittadini in difficoltà che hanno dato buona prova in questo periodo. In particolare certe strutture sorte come “provvisorie” per far fronte alle emergenze, adeguatamente conservate e/o trasferite in luoghi più idonei dovranno restare potenzialmente pronte all’uso se necessario.

  • Le scorte di materiale di protezione e le dotazioni mediche di emergenza dovranno rimanere sempre conservate, mantenute o sostituite se deteriorate, in quantità necessaria da far fronte a nuove emergenze.

  • L’educazione in tema di salute e di igiene dovrà essere un leitmotiv in famiglia, a scuola, nel lavoro. Anche in questo caso, eviteremo di scoprire perché e come lavarci le mani o a prevenire le infezioni soltanto quando arriva un virus difficilmente controllabile. Usiamo ogni mezzo comunicativo, dai social alla telefonata o all’incontro personale, in casa o fuori, ponendo la massima attenzione a raccogliere informazioni da fonti sicure ed evitando di diffondere false notizie che provocano confusione, incertezza e allarme.

  • Chiediamo con forza politici e amministratori competenti in materia di sanità a tutti i livelli. Giudichiamoli anche per l’impegno a lavorare insieme, siano essi al governo o all’opposizione, nelle emergenze e a non sfruttare le difficoltà a fini elettorali.

  • Restiamo generosi e attenti nei confronti di chi ha più bisogno nella nostra città, nella nostra regione, in Italia e negli altri Paesi.

L’elenco non è finito: mi ero promesso di essere breve.

Fulvio Scaparro



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