14 febbraio 2020
IN RICORDO DI SILVANO TINTORI
Un urbanista nell'età d’oro dell'urbanistica milanese
14 febbraio 2020
Un urbanista nell'età d’oro dell'urbanistica milanese
Per ricordare Silvano Tintori non posso non ricordare quanto Vittorio Emiliani ha scritto recentemente: ”Si può ben dire che vivevamo a pane e politica in quella seconda metà degli anni cinquanta che a Milano e in Lombardia già anticipavamo il boom economico poi esteso soprattutto al Nord Ovest del Paese, il “miracolo italiano”. Ben presto la politica sarebbe stata per buona parte urbanistica e l’urbanistica prevalentemente socialista”.
Ho conosciuto Silvano in quegli anni e in quelle circostanze. Entrambi militanti del Partito Socialista e impegnati a sostenere l’azione degli Enti Locali che affrontavano le ondate delle speculazioni che avevano deturpato le periferie metropolitane con urbanizzazioni indiscriminate.
In quel periodo giovani architetti, raccolti intorno alla Lega dei Comuni Democratici, organismo di consulenza e tutela dei Comuni dell’area Metropolitana, avevano scelto un nuovo modo di imparare urbanistica, ignorando le astruse lezioni della Facoltà di Architettura, assistendo ed Indirizzando le decisioni degli amministratori locali, molto spesso Impreparati ad utilizzare le poche leggi esistenti.
Nel Comitato Direttivo della Lega erano delegati del PSI Silvano Tintori e Demetrio Costantino, mentre il PCI contava su Alessandro Tutino e Lucio Stellario D’Angiolini. Ho saputo più tardi che l’urbanistica era solamente una delle passioni di Silvano, e forse non quella principale: infatti qualche anno prima aveva interrotto gli studi universitari per dedicarsi attivamente alla scenografia.
Purtroppo non ho mai avuto occasione di parlare con lui di questo aspetto della sua vita. Silvano si laurea nel 1956 alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e diventa subito assistente di Ernesto Nathan Rogers alla cattedra di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti, che era in realtà un corso fondamentale di Composizione Architettonica (dove lo raggiunsi qualche anno più tardi).
Con Rogers la collaborazione oltreché nell’attività didattica si sviluppò anche in quella editoriale (nel centro studi della rivista Casabella) e professionale (è a lungo nello studio BBPR di via dei Chiostri). Ma non abbandona l’urbanistica: infatti partecipa alla redazione del Piano Regionale Lombardo, dal 1962 è nel Comitato Direttivo del Centro Studi per il Piano Intercomunale Milanese (PIM) e allarga il suo campo di attività con progetti impegnativi come i Piani Regolatori di Chieti, di Ancona, di Mantova, di Cremona, di Lodi, di Vigevano, alcuni dei quali in collaborazione con illustri colleghi quali Ballardini, Campos Venuti e Benevolo.
Contemporaneamente lavora con Maurizio Calzavara nel proprio studio professionale che ha lasciato numerosi esempi di buona architettura a Milano e a Brescia con la Nuova Sede della Facoltà di Ingegneria.
Consegue la Libera Docenza in Urbanistica e viene chiamato come Professore incaricato alla Facoltà di Architettura del Politecnico dove insegna per molti anni.
Anche le pubblicazioni di Silvano sono rilevanti, da: ”L’individualità urbana, ricerche per una scienza del territorio” (Dedalo 1968), alla ricerca storica: “Piano e pianificatori dall’età Napoleonica al Fascismo” (F. Angeli 1986), a :“Complessità del progetto, quale politica del territorio” (CLUP 1987).
L’ultima sua apparizione pubblica si è tenuta presso l’Ordine degli Architetti di Miano (dove è stato vicepresidente) durante la quale era stato proiettato un video a lui dedicato che rievocava la sua operosa carriera con disegni e discorsi.
La figura di Silvano rimane nella memoria di chi con lui ha vissuto i momenti esaltanti delle prime esperienze politiche e professionali, ma sicuramente anche sarà ricordata dalla Facoltà di Architettura, dalla città e dalla comunità milanese alla quale ha dedicato il suo impegno culturale.
Michele Achilli
5 commenti