27 gennaio 2020

DAL TRAFFICO URBANO MERCI ALLA CITY LOGISTICS

Il furgone in seconda fila tra smog e grida manzoniane


PER COMINCIARE: I problemi del traffico aumentano col cambiare delle attività che si svolgono in città. Non era difficile prevedere che le consegne a domicilio avrebbero messo in crisi il sistema attuale. È molto tardi per provvedere, ma bisogna farlo, con l’aiuto della city logistics e altri strumenti.

Fornaroli

L’invasione delle strade da parte dei mezzi di Distribuzione Fisica Urbana, quasi sempre fuori dalle regole, stravolge il traffico urbano da anni. Si risolve con una visione di sistema con “regole accettate e benefici condivisi” che i logistici sostengono da anni. La complessità in trasformazione della city logistics è prevedibile, dal 1991 con l’Intelligenza Artificiale (IA) ed il Data Mining (DM) è prevedibile addirittura nei dettagli.

Consentitemi un utile aneddoto professionale, per poi illustrare quattro azioni operative di base.

Quando nel 1988 il Direttore Logistico della Campari in Commissione Distribuzione Fisica del Centromarca mi disse: “Ci vuole un giovane logistico come te, che dal Finish è passato in IBM, che vada di corsa a spiegare all’Assessore ai Trasporti del Comune di Milano che i beni di prima necessità e/o con grosse consegne quotidiane – pane, latte, verdure, Campari – non si possono fermare mai, se no il giorno dopo ne viaggiano il doppio”, non avrei mai pensato che oltre trent’anni dopo saremmo stati sempre fermi allo stesso punto.

Fu la reazione di un autorevole Logistico delle Aziende di Marca al primo blocco del Traffico Urbano Merci in Italia per inquinamento. L’allora Assessore De Angelis ci ascoltò e nacque il primo Gruppo di Lavoro per risolvere il problema con Comune, Produttori Beni di Largo Consumo, Distribuzione Moderna e Commercio Tradizionale, Trasportatori, Vigili Urbani. Fu l’inizio della mia esperienza che poi continuò in associazioni logistiche e come primo passo si costituì la banca dati delle regole, divieti, ordinanze, rompicapi, complicazioni che caratterizzano ancora oggi la distribuzione in città.

Come in Italia non ci sono standard banali neanche sui colori nello smaltimento dei rifiuti (es: a Milano plastica-giallo e carta-bianco, in vacanza l’esatto contrario, così il primo giorno siamo indotti a sbagliare), figuriamoci se sentiamo il bisogno di standardizzare fra due comuni confinanti le regole di dimensioni, pesi ed orari dei veicoli. I camion non sono “a cannocchiale” allungabili ed accorciabili e – sembra ridicolo – le lunghezze non dovrebbero essere diverse fra comuni confinanti, figuriamoci gli orari. Negli anni si sono poi sommati gli EuroX per completare il terno al lotto nella pianificazione della distribuzione fisica delle merci.

Oggi è cambiato il nome, City Logistics, ma la situazione è “comanda chi può, ubbidisce chi vuole” (A. Manzoni). Troppe consegne avvengono maldestramente fuori dalle regole, doppie file, divieto di fermata non solo di sosta, citofonate senza risposta ed autista che scappa via, avvisi di mancata consegna appesi ma poco adesivi ai numeri civici … alla faccia della disponibilità di Information Communication Technology (ICT), che viene usata solo da singole entità per singoli obiettivi ma non è integrata fra comuni, trasportatori, destinatari, mittenti, portinerie.

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Anziché continuare a mettere regole e cartelli non rispettati ed impossibili da leggere (ci mancavano quelli dei monopattini!) dove il divieto/regola è un “ma forse, leggi bene orari, dimensioni, euroX”, si potrebbero implementare subito queste “regole accettate per benefici condivisi”:

Caselle Logistiche: unità di trasporto standard per ogni settore che vengono consegnate a pochi colli senza conteggi e manipolazioni previo ritiro in presa dell’unità ritorno (merci in partenza e reverse logistics – resi, scarti, imballi, rifiuto da trattare).

Range Time RT e Lead Time LT: sono i tempi di consegna prevedibili se misurati. Oggi si lavora solo sul LT (tempo totale di spedizione) e pochissimi usano e misurano RT (tempo di carico e/o scarico). L’inserimento del RT nei sistemi informativi permette di prevedere e sincronizzare le consegne senza code.

Piazzole regolate in tempo e spazio:si muove solo chi ha prenotato dove fermarsi. Basta da subito il portinaio o il ricevitore merci col telefono, anche se da 30 anni avremmo potuto accumulare dati e schedulare le consegne. Chi ordina merce (negozi, aziende e cittadini) deve avere una situazione regolare di consegna. Se no è come inviare una nave in terraferma e non in un porto, ma questo è vietato dalle leggi fisiche non come le “gride” urbane che vietano molto ma pochi rispettano.

Misurazione delle prestazioni: non è mai troppo tardi per iniziare! Oggi con IA e DM possiamo schedulare la city logistics con tempi tendenti al certo e prevederne le variazioni in funzione degli accadimenti ricorrenti. Per esempio, su una piazzola, 5:40-6:00 nettezza urbana, 6:00-7:30 trasporto pubblico capillare a chiamata per le ore di punta, 7:40-8:00 scuolabus e trasporto disabili, 8:40-9:00 le Poste, poi a slot di 20’ e/o a RT maggiori/minori i trasportatori, 11:00-11:20 la ristorazione scolastica, 11:40-12.40 il catering, …. 0:00-6:00 lavaggio totale settimanale su tutta la strada, così non ci sono auto abbandonate o inoperose che occupano spazi senza muoversi.

Se interessa possiamo approfondire questo complesso argomento riconducibile a regole semplici con benefici per tutti. Studiare, misurare, organizzare, correggere, modificare. “Ci vuole orecchio, bisogna aver fatto (logistica) tanto anzi parecchio” (E.Jannacci). Bisogna affidarsi ad esperti (ingegneri dei trasporti e mobility managers) e non ad azzeccagarbugli nuovi arrivati che ogni volta per visibilità combattono lo smog con contraddizioni ed aggiungono “gride manzoniane” ad altre “gride” inascoltate da anni alla luce del sole.

Agostino Fornaroli



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  1. walter moniciGrazie Agostino della competenza. Competenza che a me manca per per valutare meglio la proposta che facevo in un mio precedente articolo, di destinare degli spazi, e definire quanti spazi, delle aree ferroviarie dismesse degli scali, a nuovi micropoli logistici interni alla città di interscambio diretto tra treno e distribuzione interna cittadina. Tali spazi per la loro posizione e diffusione, 7-8 nella circonvallazione ferroviaria, potrebbero servire mezzi eco, cargobici, elettrici etc, non solo per il commercio ma anche per i cittadini, e funzionare come centri di raccolta e distribuzione delle spedizioni e tanto altro che non riesco neppure a immaginare. Avrebbe un senso. Quello che credo non abbia senso è progettare di riempire tutto lo spazio urbano disponibile di funzioni e residenze senza pensare ai loro rifornimenti e al futuro che è per sua natura incerto. Dobbiamo lasciare spazio a ciò che verrà e che ancora non conosciamo. Gradirei risposte dirette da qualche esperto logistico, anche sulla mia email walter.monici chiocciola fastwebnet.it, per avviare una proposta politica conseguente.
    29 gennaio 2020 • 10:15Rispondi
  2. Giuseppe LonghiSe gli ex scali fossero stati riattrezzati a centri logistici urbani, come propongo da 20 anni, avremmo una metropoli moderna ed una spinta rilevante alle attività economiche.
    29 gennaio 2020 • 14:21Rispondi
    • walter moniciCaro Giuseppe, grazie di aver confermato che la mia ipotesi non è solo mia e non è nuova. Non la conoscevo. So che l'argomento è terreno esclusivo dei logistici e ti chiedo se tu hai competenze specifiche. Vorrei parlarne con te o altri per formalizzare una proposta alle forze politiche. La mia mail è walter.monici chiocciola fastwebnet.it
      30 gennaio 2020 • 11:17
  3. EugenioBell'articolo, scritto bene e con competenza. Su un tema molto rilevante nella mobilità urbana.
    30 gennaio 2020 • 12:58Rispondi
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