26 settembre 2019

LA MATTINA DOPO

Il risveglio di Mario Calabresi, ex direttore di Repubblica


BellonEra la mattina del 5 febbraio 2019. Mario Calabresi, durante la riunione di redazione, annunciava il suo addio. Subito dopo, scriveva su Twitter: “Dopo tre anni finisce la mia direzione di Repubblica. Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo”.

Un mondo che inaspettatamente gli cade addosso. E poi c’è la mattina dopo, quando ti svegli e ti rendi conto che le abitudini di vita sono cambiate. I ritmi scanditi dalla frenesia dei giorni precedenti sono sostituiti da una calma triste. Un’attesa che ti lacera dentro. Il vuoto alla bocca dello stomaco, lo stesso che provi quando vai in altalena. Peccato che questa volta non sei in un parco giochi, ma in un angolo di destino che non ti sei scelto. “Mi affascina provare a capire come sono andate a finire le cose, quando le luci della ribalta – che durano una sera – si sono spente… Voglio sapere come ci si sente il giorno dopo essere scampati a un incidente aereo, come ci si sente dopo che il tuo sogno è svanito. Ma soprattutto voglio sapere in che modo si vive, se davvero qualcosa di nuovo e di diverso accade, la possibilità di una seconda vita.”

Di fronte a un’agenda vuota e nel silenzio di un telefono che non suona più, Mario Calabresi scrive “La mattina dopo” (Mondadori, pp 135, euro 17,00). Appena uscito in libreria, il saggio ha già conquistato i primi posti delle classifiche dei più venduti. Le pagine trasudano di vita vissuta e di ricordi amari, iniziati con l’assassinio del padre sotto casa. Nulla è privo di significato, come insegna sua madre, giovane vedova, che ha sempre esortato i figli a non covare il rancore, perché è anestetico che non lenisce ma aggrava ogni sofferenza.

Distante dall’essere una critica sull’ambiente politico-giornalistico del nostro Paese, il libro è culla di riflessioni su come affrontare il post-trauma di una morte, di un amore finito, di un fallimento, di un tragico errore, di una bocciatura, del primo giorno della pensione. E come guardarlo in faccia affinché non diventi il dominatore dei tuoi pensieri. “Bisogna reimparare a vivere a un altro ritmo, a respirare e darsi un nuovo ordine e nuove priorità. Ho cominciato a camminare tanto, per aiutare la testa a disintossicarsi e ritrovare un filo dentro di me.”

Molti i personaggi che raccontano come hanno vissuto “la mattina dopo”. Adra Bucci, una ragazza di ottant’anni sopravvissuta con la sorella Tatiana al campo di sterminio nazista di Auschwitz. Martina, la ragazza ricoverata al Santa Lucia per danni cerebrali, ora laureata in economia a Tor Vergata. Omero Ciai colpito da un ictus devastante e nominato inviato speciale di Repubblica per dargli forza nei giorni neri in cui tutto sembra finito. Damiano Cantone, sopravvissuto a uno tremendo incidente aereo in Sudan. E Yavuz Baydar, giornalista turco di fama. La sua mattina dopo è stata quella successiva al golpe della notte tra il 15 e il 16 luglio 2016 e alla riconquista del potere da parte di Erdogan.

I ricordi e le emozioni personali, descritti con grande empatia, si mescolano ai fatti di una società moderna senza indulgenze. Non a caso il libro è dedicato a quanti – madri, padri, mogli, mariti, fidanzati, sorelle, figli e amici – si prendono cura di chi combatte per tornare alla vita. “Ne ho incontrati tanti e la loro dedizione è commuovente”

Cristina Bellon

Presentazione libro: 8 ottobre ore 20,45 – Milano, Auditorium CMC, Largo Corsia dei Servi 4



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  1. alberto bolzanispero di poter esserci l'8 ottobre anche perchè con la presentazione di <cristina <bellon tornano alla mente eventi non eclatanti che sono venuti incontro ad altri invisibili anche a chi ci sta o ci è stato accanto, quelli che ci hanno dato una scossa inattesa, fruttuosa .
    2 ottobre 2019 • 00:43Rispondi
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